L'arrivo in Italia di Cristiano Ronaldo ha avuto come attore protagonista il braccio destro di Marotta, "premiato" da Agnelli con il posto d'onore accanto al portoghese nella conferenza stampa di presentazione: "Quando c'è la volontà del giocatore è tutto più facile"
Una serie di sguardi d'intesa. Qualche sorriso e un po' di scherzi a sottolineare un rapporto speciale nato solo da poche settimane, ma destinato a consolidarsi nei mesi a seguire. Fabio Paratici è stata la grande sorpresa del CR7-Day. C'era lui infatti accanto al nuovo arrivato nella conferenza stampa di presentazione. Lui e non Beppe Marotta o Andrea Agnelli come da prassi in casa bianconera. Nessun errore di comunicazione, ma una scelta dettata dal desiderio del presidente di voler premiare il braccio destro del dg della Juventus. Una personalità che agisce spesso nell'ombra, ma che tra i campioni d'Italia ha rivestito in questi anni un ruolo fondamentale e decisivo per accapararsi i top player di tutta Europa e consentire alla formazione di Allegri di dare continuità in termini di scudetti e finali. L'ultimo regalo per l'allenatore toscano da parte di Paratici è stato proprio lui: Cristiano Ronaldo. il direttore sportivo dei bianconeri è stata infatti la figura chiave che ha permesso di realizzare questo sogno di mercato, una suggestione che sembrava impossibile da trasformare in realtà e che invece lui è riuscito a portare a termine in pochi giorni, come se si stesse trattando del calciatore di una serie minore disposto anche a giocar gratis pur di debuttare in Serie A. «Un'idea folle» come l'ha definita lo stesso ex calciatore nativo di Borgonovo Val Tidone, materializzatasi poi con qualche chiacchierata esplorativa e con il placet del presidente bianconero che ha avallato l'operazione più onerosa del calcio italiano: 100 milioni.
"Tutto è nato dopo la partita d'andata tra Juve e Real, quando Cristiano ha ricevuto la standing ovation per il suo gol in rovesciata - ha ammesso Paratici ai microfoni di Sky Sport -. Durante quella settimana ci siamo sentiti col suo agente e mi ha detto «Cristiano è rimasto colpito da tutta quest'attenzione ricevuta. Vorrebbe venire a giocare alla Juve un giorno». Io tranquillamente gli ho risposto «va bene, capisco. Ci sono tanti sogni ma pochi si avverrano». Poi quando ci siamo incontrati di nuovo per Cancelo lui mi ha spiegato bene la situazione che c'era e noi abbiamo recepito l'idea. Io ne ho parlato col presidente in primis, perché bisognava far quadrare i numeri che erano la parte più difficile dell'operazione. Dopo qualche ora lui mi ha detto «vai avanti e prova a vedere se c'è effettivamente questa possibilità». L'opportunità era concreta, era un'occasione unica di portare da noi un giocatore che è universalmente riconosciuto come il più forte giocatore del mondo, il più determinante, quello con più titoli. Quando le trattative sono fatte tra due grandi istituzioni come la Juve e il Real e c'è una terza parte che è la volontà del giocatore e una grande professionalità da parte dei suoi agenti, è chiaro che diventa più facile fare i trasferimenti. È stata una trattativa complicata, ma non difficile. Quando hai la volontà al 100% del calciatore di venire solo nella tua squadra, come è stato in questo caso, è normale che diventi tutto più semplice. Non c'è stato bisogno di convincerlo perché lui era già convinto". C'è la sua firma quindi sul 'colpo del secolo'. Perché per diventare vincenti non bastano i top player in campo. Servono anche quelli in tribuna e la Juve i suoi grandi acquisti li ha effettuati 8 anni fa. Una doppietta - Marotta e Paratici - che ancora oggi non smette di stupire, crescere e garantire successi alla squadra bianconera.