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Roma, Monchi: "Alisson? Ambizioni non cambiano. Malcom è una possibilità"

Calciomercato

Il direttore sportivo Monchi ha presentato alla stampa Justin Kluivert, uno dei giocatori arrivati alla Roma in questa sessione estiva di calciomercato. Tanti i temi analizzati, tra cui la cessione di Alisson e i nomi dei possibili nuovi acquisti

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Giornata di presentazione in casa Roma, prime parole da giocatore giallorosso per Justin Kluivert, uno dei nuovi acquisti di questa sessione estiva. Arrivato dall'Ajax, il talento olandese si prepara ad una nuova esperienza in Italia, dove l'obiettivo sarà quello di crescere e migliorare grazie ai consigli e agli insegnamenti di Eusebio Di Francesco, allenatore che con i giovani ha dimostrato di saperci fare eccome. L'opportunità Roma è una di quelle da non lasciarsi sfuggire, il classe '99 ne è consapevole e si prepara a stupire anche in serie A. "Devo migliorare molto, il mio obiettivo però è crescere e sono qui per farlo in fretta".

Quali sono le differenza con l'Olanda?

"Una differenza che ho riscontrato è che in Olanda non si dorme tutte le sere presso la struttura di allenamento del club, ma è comunque una cosa positiva per fare gruppo. Il centro sportivo è grandissimo, c'è tutto per migliorare".

Qual è il tuo obiettivo?

"Il mio obiettivo principale è dimostrare il mio valore, mettermi in mostra in Italia. Sono un giocatore giovane, devo imparare tanto e non vedo l'ora di iniziare a giocare. Con la squadra che abbiamo, possiamo fare cose importanti".

L'esperienza di tuo padre in Italia ti servirà?

"Ho parlato con mio padre, lui conosce bene questo campionato. Abbiamo discusso su ampio raggio, quello che un calciatore ha bisogno di fare per crescere. Mi ha seguito passo passo e voglio seguire le sue orme e i suoi consigli".

La Roma è un punto di arrivo o di partenza?

"Penso che per me questo sia un grande step per la mia carriera, sono felice di essere qui e credo che la Roma sia una squadra di grande livello. Questo è un team ambizioso, quello che io farò non lo posso sapere. Potrei restare per sempre o cambierò squadra, non si può mai dire".

Ti senti in grado di raccogliere l'eredità dei grandi giocatori andati via?

"Devo dimostrarlo in campo, farò del mio meglio e vedremo se ci riuscirò. Penso che sia possibile, poi per il resto a parole possiamo dire quello che vogliamo. L'importante è dimostrarlo sul campo".

Premier League e Liga hanno un'importanza maggiore rispetto alla Serie A?

"Non credo che sia inferiore la serie A rispetto agli altri campionati, qui ci sono grandissimi club e grandissimi calciatori. L'arrivo di Ronaldo lo dimostra, forse c'è stato un momento di difficoltà ma adesso il calcio italiano sta tornando grande".

Come vivrai questa esperienza?

"E' un passo importante, anche per una crescita personale. Sto trascorrendo questo primo periodo nelle infrastrutture del club, spero sia un'esperienza formativa a livello personale".

Quanto ha contato la presenza di Totti in società sulla tua scelta di venire a Roma?

"Francesco è una leggenda di questo club, è normale guardare a lui e avere l'ambizione di arrivare si suoi livelli. Ho parlato con lui ma solo dopo essere arrivato qui a Roma, non direi che ha avuto un ruolo nel mio arrivo a Roma".

Parla Monchi

Presente in conferenza stampa anche il direttore sportivo Monchi, impegnatissimo nel rinforzare la rosa affidata a Di Francesco: "Quella per Kluivert è stata una trattativa complicata, ma quando hai la volontà del calciatore di venire qui tutto diventa più facile. La prima volta che ci siamo incontrati, gli ho voluto fare capire che per lui la Roma sarebbe stato un posto ideale. Sono soddisfatto del lavoro dei ragazzi, è stato un bel ritiro finora".

A che punto è la cessione di Alisson?

"Il giocatore è lì per sostenere le visite mediche, se le supererà la trattativa potrà chiudersi. Il ruolo di un direttore sportivo è molto difficile, è arrivata un'offerta molto importante per Alisson e l'abbiamo valutata. Alla fine abbiamo preso una decisione, parlando con il Liverpool per trovare l'accordo. Non è mancanza di ambizione, abbiamo venduto solo due giocatori e ne abbiamo presi dieci. Continueremo a lavorare per trovare calciatori per diventare una squadra importante. Sono convinto al cento per cento che farò una squadra fortissima, ma prima di arrivare al decimo piano bisogna scarlare gli altri. L'anno scorso in questo momento parlavamo di cessioni illustri, ma la squadra ha fatto poi la migliore stagione degli ultimi dieci anni. Perciò penso sia bello parlare di ambizioni, ma con criterio. Alisson è fortissimo, ma anche lui ha dovuto fare un percorso. L'anno scorso si parlava della fine del mondo dopo la partenza di Szczesny, ma poi abbiamo visto le prestazioni di Alisson. Olsen? E' una possibilità, ma non l'unica".

Il fermento dei tifosi mette pressione?

"Sono molto vicino al pensiero dei tifosi, a volte divento troppo tifoso anche io. Devo comunque prendere decisioni per il bene della società, è questo il mio lavoro. I tifosi sono tutti contenti quando la squadra vince, il mio lavoro è trovare questa strada per consegnare all'allenatore la squadra più forte possibile. So che i tifosi sono stanchi delle parole, ma io sono arrivato da 14 mesi e devo avere tempo per lavorare. Prima si pensava che fosse impossibile arrivare a Kluivert, adesso è qui. Bisogna parlare non solo delle cessioni, ma anche degli acquisti che la Roma sta facendo. Ho tanti messaggi di complimenti per la squadra che stiamo facendo, perché si tratta di giocatori in prospettiva molto importanti. E' vero forse che per i tifosi possono essere giorni tristi, ma penso che sia giusto dire che prendere Kluivert, Pastore e Cristante sia molto importante. Ne arriveranno altri, manca ancora un mese di mercato e proveremo a rinforzare al massimo questa squadra".

Nella cessione di Alisson, quanto ha pesato la volontà del giocatore?

"Posso solo ringraziare Alisson, non ho sentito mai la pressione del ragazzo di voler andare via. Ha accettato perché gli è piaciuta la destinazione, ma il suo comportamento con me è stato da dieci. Non ho mai sofferto la sua pressione. Trattenerlo? Il mio lavoro è capire il prima possibile quello che succederà. Potevo far finta di niente sentendo le voci di Real, Liverpool interessate ad Alisson, oppure lavorare per capire la situazione. Questa cessione è stata fatta perché penso che sia una buona operazione per la società". 

Il mercato della Roma sarebbe stato lo stesso senza la cessione di Alisson?

"Il mio modo di lavorare è quello di avere la rosa completa il prima possibile, così da facilitare il lavoro dell'allenatore. Conoscendo il pensiero di Eusebio, l'obiettivo era quello di mettergli a disposizione la nuova squadra il prima possibile. Il mercato non sarebbe cambiato senza la cessione di Alisson, ogni cosa che faccio è pensata e ragionata".

N'Zonzi può essere un obiettivo?

"A N'Zonzi faccio i complimenti per la Coppa del Mondo, tutti sanno che mi piace ma credo che non sia un nostro obiettivo reale. Il nostro livello? Sulla carta tutti siamo forti, ma bisogna dimostrarlo sul campo".

Quanta fiducia c'è in Kluivert?

"Abbiamo tanta fiducia in lui, ma deve lavorare per adattarsi al calcio italiano".

Come si combatte il rischio che questi calciatori non abbiano tempo di dimostrare il proprio valore?

"Capisco che la parola tempo sia difficile da usare, io sono arrivato da poco e non posso farci nulla se la Roma non abbia vinto nulla prima di me. So che il tempo non esiste, ma ce ne è bisogno di un po' per amalgamare la squadra. So che sono tutti stanchi di parole, i tifosi vogliono vincere ma io ci metto la faccia. Sono convinto al cento per cento di questa squadra, ma se dopo due-tre anni non vinco niente, non ho problemi ad andare via. Io sono tifoso prima di tutto, poi direttore sportivo".