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Calciomercato, "mercatonovela 2007": quel derby per Suazo, rossonerazzurro per un mese

Calciomercato

Vanni Spinella

Nell'estate 2007 Inter e Milan si contendono l'attaccante del Cagliari. Alla fine lo annunciano entrambe nel giro di pochi giorni, per una mercatonovela ricca di colpi di scena e di attori non protagonisti

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Derby di mercato se ne sono visti tanti, nelle ultime estati. Quello del 2007 per David Suazo, però, rimane unico per come si disputò la “partita”: annunci, ultimatum, sorpassi e rilanci per un mese di chiacchiere in cui l’attaccante honduregno del Cagliari diventa forse solo un pretesto per piccole scaramucce tra cugini. In campo Inter e Milan, arbitra Cellino. Gli elementi per la mercatonovela, come vedremo, ci sono davvero tutti.

Serve un centometrista?

I nerazzurri di Mancini hanno appena vinto un campionato per la prima volta privo della Juventus tra i partecipanti; il Milan, quarto, ha sollevato la Champions nella rivincita di Atene contro il Liverpool. È tempo di programmare la stagione successiva e così, inevitabilmente, si finisce per incrociarsi anche al mercato. A fine maggio Mancini esprime il suo desiderio per ritoccare una rosa che non ha certo bisogno di essere stravolta: per arricchire l’attacco occorre un giocatore con qualità diverse da quelle di Ibrahimovic, Crespo, Cruz e Adriano, ed ecco che all’improvviso l’obiettivo diventa la “pantera” Suazo.

Nato in Honduras, sardo d’adozione visto che in 8 stagioni al Cagliari è diventato un simbolo e che nell’isola ha messo anche su famiglia con la compagna Elisa. Segni particolari: velocissimo. Si racconta che a 18 anni, senza mai allenarsi prima, abbia corso i 100 metri in 11”3: in Honduras provarono a farne un velocista, ma lui preferiva il calcio e con quello si mette in luce al Mondiale Under20 in Nigeria, nel 1999. Tabarez lo vede sfrecciare, si annota la targa e lo segnala al Cagliari.

100m ma non solo: è bravissimo anche nella corsa ad ostacoli

Il ballo delle contropartite

Qui parte con il freno a mano tirato, poi prende confidenza con il gol e tira fuori numeri di tutto rispetto:  22 gol nel 2005-2006 (terzo nella classifica marcatori dietro a Toni della Fiorentina, 31, e Trezeguet, 23), 14 nel 2006-2007. Mancini, a questo punto, inizia il corteggiamento. Suazo, sulle prime, non sa se fidarsi: Milano l’ha già scottato l’estate prima, quando a sondare il terreno erano stati i rossoneri che poi si erano improvvisamente ritirati perché Ancelotti non era del tutto convinto.

Stavolta, però, sembra una cosa seria. Il primo giugno, dopo un vertice in casa Inter tra Moratti e Branca, il club annuncia di essere ottimista: il Cagliari chiede il pagamento della clausola di 14 milioni di euro, i nerazzurri puntano a inserire una contropartita tecnica per alleggerire il cash, a scelta tra alcuni suoi giovani: Acquafresca, reduce da una buona stagione al Treviso e nel giro dell’Under21, il promettente Andreolli, che può scegliere tra ben 9 club di A pronti a ingaggiarlo, oppure un altro difensore della Primavera, tale Leonardo Bonucci. Risposta del Cagliari: valutiamo Acquafresca, ci piace anche Andreolli.

L’ultimatum di Cellino

Tre giorni dopo l’affare si complica: l’Inter chiede “e cosa ne dite, invece, di Obinna?”, visto che Acquafresca ha espresso il desiderio di restare a Treviso. La reazione di Cellino, che è a Miami, si sente anche da qua: "O chiudiamo l’affare nelle prossime 24 ore o non se ne fa più niente". Poi si calma e spiega: "Pochi giorni fa mi sono incontrato con Moratti ed ero uscito dal colloquio assolutamente soddisfatto. Era tale la volontà del presidente nerazzurro di acquistare il nostro giocatore da rendere pieno d’orgoglio sia me che il ragazzo. Così sono partito per gli Stati Uniti convinto che l’operazione si sarebbe chiusa in pochissimo tempo e invece sono sorti problemi per me inspiegabili. Ora le condizioni sono umilianti". Il perché di tanto accaloramento sta nel fatto che Giampaolo vuole Acquafresca e non Obinna, e non ha digerito il no di Andreolli, sul quale contava. Senza considerare che il Cagliari chiede anche 10 milioni cash, mentre l’Inter si ferma a 7. Parti lontanissime, insomma: l’affare sembra saltato.

Ci si riavvicina il 12 giugno, in seguito a una telefonata dai toni cordiali tra Moratti e Cellino, al termine della quale il presidente del Cagliari mette giù e annuncia: “Mi fido della parola di Moratti: David Suazo è dell’Inter”. Moratti ha promesso Acquafresca: Cellino è dissetato e contento. Suazo, intanto, effettua le visite mediche con i nerazzurri, pronto ad aggregarsi alla sua nuova squadra. È a questo punto, quando tutto sembra finito, che entra in scena il Milan. E si ricomincia.

Suazo è del Milan

“Il Milan annuncia di aver trovato l’accordo con il Cagliari per la cessione dell’attaccante honduregno David Suazo. Al club sardo vanno 14 milioni di euro”. Quando Moratti, aprendo il giornale del 19 giugno, legge la notizia, come minimo pensa a uno scherzo: come è possibile che i cugini abbiano comprato un giocatore che ha già comprato lui? Regista dell’operazione è Galliani, che con un blitz notturno ha incontrato Cellino e versato i 14 milioni della clausola. Il sito del Milan annuncia il nuovo acquisto, Cellino lo conferma, manca solo la firma di Suazo. Un’estate dopo lo “sgarbo” Ibrahimovic, Galliani si è vendicato su Moratti con un sorpasso a fari spenti. Suazo, già “visitato” dall’Inter, chiama il suo procuratore, Giovanni Branchini, poi piange al telefono con Cellino.

Crespo cerca di scappare, ma nessuno sfugge al velocissimo Suazo

Suazo è dell’Inter

“Suazo mi ha chiamato ieri sera, alle 21.30, e mi ha detto che vuole andare all’Inter”, racconta il presidente del Cagliari il 23 giugno. “Tra le lacrime mi ha spiegato che, al di là delle visite mediche già fatte che comunque lo impegnano, è deciso a prendere questa strada perché da mesi l’Inter lo sta seguendo con grande attenzione, Mancini lo ha chiamato diverse volte trasmettendogli molto entusiasmo. Anche se apprezza il gesto del Milan, Suazo ha paura che quella rossonera sia soltanto una mossa per mettere i bastoni tra le ruote all’Inter. Io posso solo dire che, a questo punto, lascerò libero il giocatore di fare la sua strada. Io mi sono comportato in maniera leale sia con l’Inter sia con il Milan, senza giocare al rialzo e chiedendo a entrambi la stessa cifra. A un certo punto mi sembrava che la trattativa con il club di Moratti non avesse sbocchi. Ora c’è quella clausola di 14 milioni, vorrà dire che mi daranno i soldi e magari non avrò nemmeno Acquafresca”.

Galliani non può far altro che prendere atto della situazione e diffondere un nuovo comunicato, con cui il Milan “si ritira dalla trattativa, preso atto che il calciatore aveva precedentemente sottoscritto con l'Inter un contratto di lavoro sportivo”. Il 26 giugno l’annuncio ufficiale dell’Inter: Suazo mostra maglia, sciarpa e sorriso di chi ha ottenuto ciò che voleva. Al Cagliari 13 milioni di euro e la comproprietà di Acquafresca. Fine della mercatonovela, titoli di coda.

Il cast

Robert Acquafresca: accettato il Cagliari senza troppa convinzione, a 20 anni sarà protagonista di un’ottima stagione con 10 gol (decisivi per la salvezza) al termine della quale l’Inter lo riscatterà lasciandolo in prestito a Cagliari per un altro anno (altri 14 gol sotto la guida di Allegri). Oggi è un giocatore svincolato.

Marco Andreolli: alla fine sceglierà la Roma, nell’ambito dell’operazione che porta in nerazzurro Chivu. A causa di un infortunio alla schiena non scenderà mai in campo e nel mercato di gennaio sarà girato al Vicenza, in Serie B. Oggi, dieci anni dopo quell’estate, dopo essere rimasto svincolato ha accettato... il Cagliari.

Leonardo Bonucci: nell’estate 2007, alla fine, va in prestito al Treviso appena lasciato da Acquafresca. Poi Pisa (dove incontra il suo maestro Ventura) e Bari (sempre con Ventura allenatore), in coppia con l’altro prodotto del vivaio interista Ranocchia. Oggi è un pilastro della Juventus e della Nazionale.

Victor Obinna: nell’Inter giocherà una sola stagione (2008-2009), senza incantare. Poi un giro d’Europa tra Malaga, West Ham, Lokomotiv Mosca, Duisburg, Darmstadt. Oggi è un trentenne svincolato.

David Suazo: malgrado quel che pensasse Cellino, quell’anno i titolari nell’Inter sono Ibra e Cruz. Vincerà comunque lo scudetto segnando 8 reti in campionato, poi sarà divorzio dopo appena una stagione con il prestito al Benfica. Torna l’anno dopo ma Mourinho non lo vede proprio. La beffa più grande, però, gliela riserva il “suo” Cagliari, quando nell’estate 2011 si dice pronto a firmare in bianco pur di poter tornare a casa. Aggregato alla squadra, durante il ritiro estivo la doccia fredda quando il ds Marroccu gli comunica che non rientra nei piani del club e lo allontana. Ritornerà nel 2013, in qualità di osservatore.

E pensare che l'avventura di Suazo all'Inter era iniziata benissimo: doppietta al Manchester United di Cristiano Ronaldo in un'amichevole estiva vinta 3-2 dai nerazzurri