Calciomercato, Mino Raiola sospeso per tre mesi dalla Figc

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Il procuratore non potrà esercitare la professione per tre mesi: lo spiega la Figc con un comunicato ufficiale. Due mesi di stop anche per Vincenzo Raiola, suo cugino e socio

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Interdetto dalla professione di procuratore per tre mesi: è quanto stabilito dalla Figc con un comunicato ufficiale emesso nel pomeriggio di oggi a carico di Mino Raiola. L'agente, che cura gli interessi di alcuni tra i calciatori più importanti del panorama europeo (tra i suoi assistiti anche Pogba, Verratti e Donnarumma) è stato sospeso dalla professione fino al 9 agosto 2019. Contestualmente, è stato notificato uno stop di due mesi anche a Vincenzo Raiola, cugino e socio di Mino. "La Commissione Procuratori Sportivi, ogni altra eccezione, deduzione e difesa rigettata - si legge nella nota ufficiale - condanna i sig.ri Carmine Raiola e Sig. Vincenzo Raiola, in proprio ed in qualità di legali rappresentanti delle società da essi rappresentate (...) alla sanzione della sospensione dall’esercizio dell’attività di procuratore sportivo". Le motivazioni della decisione, che esclude da buona parte della sessione estiva del calciomercato 2019 Mino Raiola, non sono ancora note. Massimo Diana, legale dei due procuratori, chiederà il rito accelerato per conoscere le ragioni della comunicazione della Figc e chiedere la sospensione della pena.

La reazione di Raiola

"Questa sospensione in Italia non è una sorpresa, purtroppo. Personalmente temo sia una decisione ispirata da logiche di palazzo, senza tener conto della realtà. Suppongo che non mi abbiano ancora perdonato le critiche che avevo mosso alla Figc per lo stato in cui versa il calcio italiano e anche per gli ultimi episodi di razzismo". Con una dichiarazione all'ANSA Mino Raiola reagisce alla sospensione di 3 mesi decisa dalla Commissione procuratori sportivi della Figc, che ha fermato per 2 mesi anche suo cugino, Vincenzo Raiola. "Credo che questo possa aver avuto un peso sulla decisione perché mi hanno coinvolto in una storia inventata ad arte con la quale non ho nulla a che fare. Il diritto e la giustizia dovrebbero sempre prevalere in un ordinamento civile e quindi ho fiducia che a breve tutto verrà chiarito. Non solo chiederò giustizia ma tutelerò anche la mia libertà di pensiero e parola in ogni sede e grado di giudizio perché voglio fare qualcosa per il calcio italiano e sono determinato a lottare per migliorare il sistema" queste le parole del procuratore.