Petrachi: "Roma perfetta per Higuain. Dzeko? L'Inter ci paghi". VIDEO

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Obiettivi e retroscena, il nuovo ds si è presentato con una conferenza show: "Questo sarà il nostro anno zero, vogliamo ripartire da valori morali". Poi su Dzeko: "L'Inter ci deve pagare bene, non ci facciamo strozzare da nessuno. Higuain potrebbe fare come Batistuta". Discorso Barella: "Vuole andare altrove, per me è un capitolo chiuso". Su Zaniolo: "Ha qualità ma deve essere umile. El Shaarawy? Vorrei restasse, ma non possiamo competere con i soldi della Cina". E sul tentativo per Conte: "Voleva vincere subito. Arrivare secondo per lui è un fallimento". Su Totti e De Rossi: "Se un giorno torneranno, sarò pronto ad accoglierli"

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Volto emozionato, tanta voglia di cominciare. Gianluca Petrachi è il nuovo direttore sportivo della Roma, una nuova sfida dopo il lavoro svolto al Torino: "La prima cosa che mi sento di dire è che sono molto felice di essere arrivato qui alla Roma - le sue parole nella conferenza stampa di presentazione - qualsiasi direttore sportivo credo ambisca ad arrivare in una società prestigiosa come questa. Voglio ringraziare anche tutto il popolo granata per il supporto che mi ha dato negli ultimi dieci anni, adesso per me si apre una nuova sfida e voglio fare bene". Trigoria la sua nuova casa, un luogo che già conosceva: "Il centro sportivo lo conoscevo già, una delle mie prime trattative la chiusi proprio qui prendendo Cerci ai tempi del Pisa. Poi mi sono ripetuto con Iago Falque e Ljajic. Adesso Trigoria si sta rifacendo il look, è ancora più bella. Dice molto sul prestigio della società". Inevitabile la domanda su Fonseca, il primo allenatore della sua Roma: "Sono stato molto colpito da lui - ha ammesso - l'ho seguito negli ultimi anni perché c'era un suo giocatore che volevo portare al Torino. Di lì ho percepito la dimensione di questo allenatore. Vidi tre gare dello Shakhtar, quanto basta per ammirare una mentalità che amo, basata sul recupero palla immediato. Ho fatto il calciatore, se avessi avuto un allenatore come Fonseca forse la mia carriera sarebbe potuta essere un filino diversa. Non è un integralista, ma riesce a dare dettami precisi. Credo che possa dare un'identità forte a questa squadra. La gente, da quando inizierà a vedere le prime partite, si renderà conto di quello che sto dicendo. Ci vorrà un po' di tempo, ma sono ottimista. Ci confrontiamo spesso, abbiamo le idee chiare e sono convinto che possa funzionare tutto bene".

"E' il nostro anno zero"

Dalla panchina al campo. Sta nascendo una nuova Roma, saranno mesi di mercato molto caldi: "Bisogna essere realisti, questo è l'anno zero per la Roma - ha continuato Petrachi - siamo un club che deve ripartire da valori morali. Non vogliamo giocatori con la pancia piena, non vogliamo chi pensa solo ai soldi. Scelgo gli uomini prima ancora dei calciatori. Leggo di presunti rifiuti, ma Roma non è una succursale. Chi arriva, deve avere voglia. L'esempio deve ssere l'entusiasmo di Spinazzola. Il tifoso si deve identificare nella squadra, questo è il messaggio che cercherò di dare". 

"Dzeko? Non ci facciamo strozzare da nessuno"

Partito Manolas, la Roma potrebbe salutare anche un altro pezzo illustre, ovvero Dzeko. L'interesse dell'Inter è concreto e i nerazzurri fanno sul serio: "Il messaggio che deve passare è che la Roma non deve essere ricattata da nessuno. Se un giocatore non vuole restare a Roma, allora si presenta con l'offerta giusta da parte della squadra che lo vuole. Non mi piace essere strozzato da qualcuno. Il giocatore non è il padrone della nostra casa, anzi. Deve fare di tutto per permetterle di vivere bene. E' la proprietà che decide". Così come è successo per la partenza di Manolas appunto: "Voleva andare via e il suo agente si è presentato con un'idea. A Raiola ho detto che doveva essere pagata la clausola anche se alla fine il Napoli ha fatto una proposta importante e nella contropartita tecnica abbiamo preso un giocatore che ha voglia e bisogno di fiducia. Diawara mi ha chiamato, dicendomi che è pronto a non fare le vacanze per partecipare al ritiro. Questo è il senso di appartenenza che voglio ritrovare in ogni giocatore"

"Higuain come Batistuta"

Un obiettivo per l'attacco potrebbe essere Higuain: "Chi lo discute è un pazzo - taglia corto Petrachi - ha perso autostima ma potrebbe farci comodo qualora Dzeko dovesse andare via. Tuttavia le motivazioni sono tutto quindi, sempre che la Juve dica sì, dovrà essere lui stesso a crederci per primo. Higuain, per tornare al meglio, non ha soluzione migliore della Roma. Qua potrebbe seguire le orme del suo connazionale Batistuta, che ha lasciato un segno indelebile".

"Barella? Capitolo chiuso"

Si parla molto anche di Nicolò Barella, sospeso fra Inter e Roma: "Sono state dette tante inesattezze. Prima del mio arrivo, il suo agente e il giocatore si erano accordati con la Roma. Io con lui non ho mai parlato e per me oggi è un capitolo chiuso. Questo perché nel frattempo è stato chiamato da Conte, che è molto bravo a convincere i giocatori. Ci sta che abbia l'ambizione di giocare la Champions. Quindi o Barella chiama Petrachi e mi dice di averci ripensato oppure non saremo noi a strapparlo in modo così forzato".

"Zaniolo resti umile"

Il faro della Roma che verrà sarà Zaniolo, pronto a caricarsi la squadra sulle spalle: "E' un giocatore che ha avuto una crescita importante, ma il finale di stagione non è stato all'altezza. Ha un contratto, poi starà alla società adeguarlo e trattarlo come un elemento importante. Tuttavia, tutti coloro che dovranno parlare di rinnovo verranno visti successivamente. Si fa presto a rendere miti dei ragazzi che hanno appena 15 presenze in Serie A. Io amo la concretezza, Zaniolo ha le qualità per diventare un top, ma ci andrei cauto. Se dovesse lavorare con umiltà, allora potrà essere il fiore all’occhiello della squadra, ma è una decisione che spetta a lui. Dobbiamo tenerlo con i piedi per terra, perché a quest’età si tende a perdere il lume. Lui nell’ultimo periodo ha smarrito valori e concetti. Ci parlerò, deve capire che non ha fatto ancora nulla".

"El Shaarawy vorrei che restasse"

Chi potrebbe salutare Roma è El Shaarawy, sirene cinesi per lui: "Ho parlato con il fratello, gli ho detto che mi piacerebbe che Stephan restasse. Ha fatto bene lo scorso anno e da parte nostra c'è la volontà di rinnovargli il contratto. Allo stesso tempo, però, bisogna capire che non possiamo esagerare con le cifre e che non possiamo competere con i soldi della Cina. Se vuole rimanere alla Roma cercherò di accontentarlo il più possibile. Se va via per soldi, allora non gli chiederemo di restare qui".

"Conte voleva vincere subito"

Amico di Petrachi è Antonio Conte, che è stato cercato dalla Roma ma che alla fine ha voluto l'Inter: "Lo conosco da oltre 30 anni. Antonio è uno che vuole vincere subito, vive in un mondo per cui arrivare secondo vuol dire aver fallito. Ha visto nei nerazzurri un organico che gli consente di vincere nell'immediato, magari lo scudetto. Gli ho detto che vincerlo a Roma sarebbe valso come vincerne cinque con Juve o Inter. Non l'ho pregato, gli ho detto che potevamo correre insieme. Mi sarebbe piaciuto averlo qui, ma credo che Fonseca possa essere una sorpresa per tutti quanti noi".

"Totti poteva essere valore aggiunto"

Chiosa anche sugli addii dolorosi e turbolenti di Totti e De Rossi: "Per quanto riguarda il primo, mi sarebbe piaciuto averlo accanto, ma non posso che accettare la sua scelta. Dispiace, è un bravo ragazzo e mi ha sempre fatto un'ottima impressione, nonostante da avversario mi abbia fatto rosicare. Da dirigente poteva essere un valore aggiunto, tanti passaggi che scoprirò col tempo poteva farmeli vedere immediatamente. E’ andata così, se vorrà tornare sono pronto per accoglierlo. De Rossi è un peccato che abbia smesso di giocare. Magari fra qualche anno ce lo ritroveremo a Roma".

"Voglio senso di appartenenza, non solo a parole"

Un'agenda fitta, perché Petrachi ancora non ha parlato con nessun giocatore: "Solamente con Kolarov, che voleva chiedermi delle cose e l’ho invitato a parlare con me. Parlerò con gli altri la prossima settimana, anche con Florenzi che è il capitano. Il senso di appartenenza deve essere in ognuno. Io mi lego a quelli che mostrano senso di appartenenza. Coi fatti, non con le chiacchiere. Sai quanti ne ho visti che baciavano la maglia dopo il gol e rientrati nello spogliatoio volevano andare via? Questo non è il caso di Florenzi, lui per la Roma può dare la vita. Il senso di appartenenza la vedi dentro il campo, quando metti la gamba e rischi di rompertela. Mi lego con i giocatori, non con quelli che si fanno male e fingono di avere il problemino prima della partita. Ci sono tante dinamiche nel calcio, che non emergono purtroppo. Io ti posso dire che loro capiranno qual è il mio senso di appartenenza e tutti devono pensarla così. Se qualcuno fa il furbo ed il fenomeno non ha lunga vita qui"