Lo svedese è arrivato in Italia a 15 anni, dove ha concluso gli studi. L’Atalanta lo pagò 100 mila euro, ora lo ha ceduto alla Juve per 44 milioni bonus compresi. I suoi idoli sono Ronaldinho, Mbappé e Hazard, ama il basket – soprattutto l’NBA – e la musica rap
Il botto di fine anno è tutto della Juventus, che si è assicurata Dejan Kulusevski. Accordo raggiunto con l’Atalanta e col giocatore, soltanto da ufficializzare. Al club bergamasco andranno 35 milioni di euro più 9 di bonus, alcuni più facilmente raggiungibili degli altri; Kulusevski invece guadagnerà 2,5 milioni a stagione a salire per cinque anni. Lo svedese si è formato nelle giovanili del Brommapojkarna, prima che proseguisse la sua formazione nell’Atalanta, che lo acquistò per 100 mila euro strappandolo all’Arsenal; nell’ultimo anno è stato cercato anche da Manchester City, Ajax e Cagliari, oltre che da Inter e Juve. È stato tra i protagonisti dello scorso campionato primavera, con il Parma che ha voluto puntare su di lui facendogli trovare continuità nel massimo campionato. La squadra gialloblù è stata ritenuta il contesto ideale dove crescere. E i numeri hanno dato ragione a Faggiano e D’Aversa premiando la scelta fatta, dal momento che il giocatore ha collezionato 4 reti e 7 assist fino alla sosta natalizia, e non accenna a fermarsi a soli 19 anni. È per questo che il club emiliano vuole tenerlo fino al termine della stagione, quando scadrà il prestito secco, senza accettare la proposta di contropartita tecnica che aveva fatto la Juve.
Le passioni per rap e NBA
Classe 2000, Kulusevski è nato a Stoccolma ed è arrivato in Italia quando non aveva compiuto ancora 16 anni e ha concluso gli studi nel nostro paese: questo gli ha permesso di imparare piuttosto velocemente la lingua (ne parla cinque: macedone, svedese, inglese, tedesco e italiano), nonostante le prime difficoltà di ambientamento con una cultura nuova e la lontananza dalla famiglia (tante le ore trascorse al telefono con la madre specialmente nei primi periodi). Da bambino giocava con la sorella Sandra, di quattro anni più grande, che non esitava a fermarlo con le maniere forti quando Dejan la dribblava. I primi calci li ha tirati nel futsal da difensore, poi l'evoluzione nel ruolo e nella disciplina, avanzando come centrocampista nel calcio a undici. L'Atalanta lo nota durante un torneo estivo e non se lo fa scappare. Kulusevski guarda sempre con attenzione agli Stati Uniti, dove si sviluppano due delle sue più grandi passioni, la musica rap e l’NBA. Il basket americano è fonte d’ispirazione: ha letto infatti le biografie di LeBron James e Kobe Bryant, i due che hanno scritto la storia moderna della lega statunitense. Ma uno dei suoi giocatori preferiti è Milos Teodosic, playmaker serbo della Virtus Bologna. Come a tanti giovani della sua età, gli piace giocare alla PlayStation. Nella sua cameretta d’infanzia il poster di Ronaldinho, idolo di sempre suo e della sorella; gli esempi attuali invece sono Mbappé e Hazard. Al Parma indossa il numero 44, in onore di Adnan Januzaj: Kulusevski lo vide esordire mentre guardava una partita del Manchester United con il papà, il belga impressionò tutti e lui si disse: "Voglio essere anche io così: esordire senza far notare a nessuno di essere il più giovane in campo". Ma sogna presto di diventare il numero dieci di un grande club, magari insieme agli amici di sempre, come Joel Asoro che oggi gioca al Groningen in Olanda (in prestito dallo Swansea) e con cui è cresciuto insieme ai tempi del Brommapojkarna. Migliori amici in campo e fuori.
Le caratteristiche tecniche
Roberto D’Aversa gli aveva inizialmente ritagliato il ruolo di mezzala. Tuttavia, se da un lato poteva contare sul suo strapotere fisico e sulla tecnica elevata, perdeva in copertura in una posizione sensibile del campo. Così ha deciso di avanzare Kulusevski nel tridente offensivo, che compone con Gervinho e una punta di peso, Cornelius o Inglese. Un ruolo che interpreta a modo suo, accentrandosi spesso e facendosi trovare tra le linee, pronto a concludere verso la porta avversaria o eseguire il passaggio decisivo per imbeccare i compagni. Partecipando a undici reti del Parma tra gol e assist, ha inciso sul 46% delle reti della squadra.