Lazio, Luis Alberto: "Rinnovo, ci siamo. Arriverà presto"

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Lo spagnolo è ad un passo dal rinnovo con i biancocelesti: "Siamo a buon punto, arriverà presto, ma bisogna aspettare che termini la vicenda coronavirus". Poi sulla ripresa del campionato: "Voglio giocare. Crediamo allo scudetto"

CORONAVIRUS, GLI AGGIORNAMENTI

Luis Alberto è uno dei volti principali della fantastica stagione della Lazio. 12 assist, 4 gol, motivo per cui l'intenzione del club biancoceleste è di rinnovargli il contratto. Il nuovo accordo, che prolungherà quello precedente fino al 2025 con ingaggio praticamente raddoppiato, è ormai ad un passo: "Siamo a un buon punto per il rinnovo, credo arriverà presto ma bisogna aspettare che termini anche la vicenda del Coronavirus". Lo ha ribadito lo stesso giocatore spagnolo attraverso Instagram, dove si è confrontato con il giornalista di Onda Cero Antonio Fuentes: "L'ho detto sempre: il Siviglia è casa mia (ci è cresciuto e ci ha giocato fino al 2012) e mi piacerebbe tornare. Ma il mio futuro è alla Lazio, quindi è praticamente impossibile che accada". Parole al miele quelle del classe 1992, che come tutti sta facendo i conti con la pandemia: "Dopo la partita con il Bologna sono andato con il mio fisioterapista in Andalusia per curarmi. Lì c'è la mia famiglia che poi, dopo un mese, mi ha raggiunto a Roma". Ora Luis Alberto osserva le discussioni sulla ripresa del campionato: "La sensazione è che a fine mese potremo iniziare ad allenarci, ma è difficile parlare di una data per la Serie A. Ogni cinque giorni cambiano opinione. Io voglio finire la stagione, sarebbe giusto sia per chi è in alto per chi è in basso. Non lo dico perché siamo secondi”. 

"Scudetto, crediamoci"

Già, la Lazio è ad un passo dalla Juventus. Solo un punto di ritardo dai bianconeri primi, parlare di scudetto non è utopia: "Dobbiamo crederci. Non dobbiamo dimenticare il nostro obiettivo principale, che è la Champions, ma non si può negare che siamo in lizza per il titolo - ha continuato Luis Alberto, che la Juve l'ha già battuta due volte in stagione - la finale di Supercoppa è stata strana, è stato il gol che ho festeggiato di meno. Giocavamo senza tifosi, lì urlavano solo per Ronaldo. Non c’era rivalità e la possibilità di festeggiare con la gente. C’era la mia famiglia sì, ma non mi ha dato la stessa adrenalina. Avrei preferito farlo in casa della Juventus". Infine l'Europeo, per cui si dovrà aspettare ancora un anno: "Era il mio momento, ma c’è un allenatore che decide. Io cerco sempre di fare il meglio possibile. Sono contento, continuo a giocare come so e cerco di vincere la Serie A".