Inter, Moratti: "Lautaro via? Solo per Messi o Dybala"

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L'ex presidente nerazzurro alla Gazzetta dello Sport consiglia l'Inter sul futuro dell'argentino: "Accetterei una suo addio solo se al suo posto arrivasse Messi o Dybala". Poi il ricordo del Triplete: "Avevo organizzato una cena a Madrid, ma è saltata causa virus". L'aneddoto su Sneijder e gli errori post Triplete

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Il futuro di Lautaro Martinez ancora al centro dei pensieri del mondo nerazzurro. L’argentino è da tempo nel mirino del Barcellona, nonostante la volontà dell’Inter di trattenerlo a Milano vista la sua centralità nel progetto di Antonio Conte. "Lautaro può andare via? Se arriva Messi, ci sto. E se Leo è impossibile, al posto del Toro vorrei Dybala": è questo il pensiero espresso da Massimo Moratti nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. L’ex presidente dell’Inter ha fatto un salto nei ricordi nerazzurri, con un pensiero speciale dedicato alla conquista del Triplete nel 2010: "Avevo organizzato una cena con Mourinho e i giocatori. Tavolo già prenotato per il 22 maggio al ristorante El Botin di Madrid", le sue parole. Cena saltata causa Coronavirus, ma il pensiero alla magica notte che portò alla conquista della Champions contro il Bayern Monaco è vivo come non mai: "Quella gara fu paradossalmente la meno difficile. Avevamo sofferto abbastanza a Barcellona. Emotivamente, la Champions l’abbiamo vinta al Camp Nou. La partita più drammatica della mia vita. Giocata quasi interamente in 10 per l’espulsione ingiusta di Thiago Motta. Vedere Eto'o sacrificarsi in fascia rincorrendo chiunque fu un segnale forte. Lì capimmo che il destino era dalla nostra parte, che potevamo superare ogni ostacolo", ricorda Moratti.

Sneijder, l'orologio e gli errori post Triplete

"All’addio di Mourinho ero preparato. Fu comunque doloroso, ma ricordo che quando ci abbracciammo in campo gli dissi che a quel punto poteva fare quello che voleva. Fu lì che lui iniziò a piangere", ammette l’ex presidente dell’Inter. Mourinho grande artefice del triplete nerazzurro, Moratti però riconosce anche i meriti di Mancini, predecessore del portoghese: "Quanti meriti ha Mancini? Tantissimi. Aveva costruito la casa negli anni precedenti. In Italia prima di lui non vincevamo, anche perché c’era una ragione molto importante... È un grande allenatore, come sta confermando in Nazionale. E pensare che decisi di prenderlo dopo che nel Natale 2003 mi regalò una maglia di lana dell'Inter con uno scudetto enorme e nel biglietto scrisse 'Se vuole tornare a vincere, io sono a disposizione...'. Moratti svela poi un altro aneddoto relativo al post trionfo di Madrid, protagonista Sneijder: "Mi pressava per avere un mio orologio che gli piaceva. E pensi che valeva un millesimo di quanto guadagnarono loro quell’anno e che di regali ne avevo già fatti abbastanza...". Dopo l’anno magico 2010, in casa Inter qualcosa andò storto: "La verità è che sbagliai la scelta dell'allenatore. Benitez era bravissimo, ma non era la persona giusta. Avrei dovuto prendere subito Leonardo, non a Natale. Altri errori? Non ci preoccupammo di capitalizzare quell’impresa. Mi occupai delle cose di campo, meno di quelle commerciali. Era un calcio che cambiava", conclude Moratti.