Il direttore tecnico del Watford e l’agente-intermediario della Base Soccer hanno descritto le dinamiche future del mercato: "Le eccellenze saranno sempre pagate tanto. Si farà più ricorso ai prestiti ma con meno operazioni". E Gilardi rivela: "Abbiamo chiuso un’operazione in videochiamata"
L'appuntamento su Sky Sport 24 alle 14.30, alle 16.00 e alle 21.00
L’epidemia ha sconvolto il concetto di normalità di ogni aspetto della vita. Così è anche per il calcio e il calciomercato, che dovranno adattarsi alle nuove necessità. Ospiti di Il calciomercato che verrà su Sky Sport, il direttore tecnico del Watford Filippo Giraldi e l’agente e intermediario della Base Soccer Frank Trimboli hanno discusso delle prospettive future dei trasferimenti. "Spero che continui il transito di giocatori dalla Premier all'Italia. Con gli arrivi di Lukaku, Sanchez ed Eriksen che hanno fatto bene, c'è questa voglia per i calciatori di andare anche in altri paesi. Ora conterà molto la volontà delle squadre, perché i giocatori prendono spesso in considerazione la voglia di nuove sfide ma adesso cambieranno i valori di trasferimento e non credo che le società abbiano intenzione di pagare certe cifre. Negli ultimi anni anche la Serie A sta migliorando sui vari aspetti. Mi auguro che si possa tornare come prima" è la prima analisi di Trimboli. Condivisa anche da Giraldi: "Penso che il trend non cambierà, ma cambieranno le condizioni di trasferimento. Credo che le liquidità non saranno troppo diverse, sarà tutto molto legato alla qualità del singolo: sulle eccellenze ci saranno sempre delle squadre capaci di mantenere un livello competitivo alto dal punto di vista economico. La forza economica dei club inglesi è più importante e si cerca di non far uscire i giocatori migliori da quel circuito. La crisi vale per tutti, le squadre accuseranno sempre. Probabilmente si faranno meno operazioni ma non si rinuncia al colpo ad effetto, per i club che hanno la possibilità come Manchester United e City. Ci saranno nuovi modi di fare mercato e dobbiamo essere pronti ad un cambiamento che porterà a delle contrazioni, ma sono convinto che nel lungo periodo i numeri torneranno ad essere quelli di prima e anche più alti".
Il taglio stipendi
La sospensione forzata dei campionati ha ridotto le entrate derivanti da sponsor e diritti televisivi per i club, che quindi hanno cominciato le trattative con calciatori e staff per ridimensionare il pagamento degli stipendi. "Il discorso sugli stipendi è cominciato verso metà aprile – ha raccontato Trimboli – quando abbiamo capito che le cose potevano andare molto male, alcune società hanno accennato all'idea di un taglio. L'importante è che i club siano chiari, i giocatori poi possono decidere da soli. È giusto che la situazione venga capita bene. Tante squadre vogliono risolvere la questione, ma probabilmente si aspetta di tornare a giocare e vedere come vanno le cose". Giraldi ha descritto la situazione al Watford: "Al momento abbiamo raggiunto un accordo per un differimento, per cui una percentuale dello stipendio verrà corrisposta più avanti ed è la linea guida seguita da tante squadre inglesi. È giusto che i calciatori e noi dirigenti facciamo la nostra parte, perché ne va della sostenibilità del business".
Gli accordi in scadenza
Con le competizioni che andranno oltre il 30 giugno, sorge il problema degli accordi che invece scadono in quella data. "Unilateralmente non possiamo far nulla, serve l'accordo di tutti. So di squadre che hanno molti giocatori a scadenza e questo va ad impattare molto sull'integrità della competizione" è l’allarme lanciato da Giraldi. "Per il momento stiamo aspettando di giocare, poi si affronterà il problema per trovare una soluzione. Stiamo aspettando un indirizzo anche dall'associazione calciatori inglese" ha detto Trimboli.
Come cambia il calciomercato
Meno contatto, meno risorse: come cambieranno le dinamiche del mercato? Parla Giraldi: "Mi sento di escludere l’inserimento di fondi d’investimento sull’acquisto dei calciatori. Di certo bisognerà esplorare nuove strade, ci potrebbe essere molto più ricorso ai prestiti con opzione o obbligo di riscatto. Siamo riusciti a fare anche un'operazione in videochiamata e ha richiesto anche tempi molto più lunghi, il contatto umano è sempre più importante. In Inghilterra non c'è l'abitudine come in Italia di incontrarsi e trattare, è tutto più asettico".