Nonostante l'evidente insofferenza mostrata dal fuoriclasse argentino nelle ultime settimane, sembra molto difficile l'ipotesi di una separazione tra Messi e il suo Barcellona. Anche perché sarebbero veramente pochissime le squadre che potrebbero permettersi un'operazione economica del genere (700 milioni di clausola e 150 milioni lordi di ingaggio all'anno)
Il mondo del Barcellona, oramai da una ventina d'anni, ruota tutto attorno a un giocatore. Anzi, al giocatore. Lionel Messi, ovviamente, che nel bene e (pochissime volte) nel male ha sempre catalizzato e condizionato le attenzioni di dirigenti, compagni, allenatori, tifosi e media. E' l'argentino il centro di gravità permanente del cosmo blaugrana e anche in questi giorni così complicati per la società di Bartomeu, reduce dalla sconfitta più pesante della sua storia, è solo ed esclusivamente dell'umore e del futuro del numero 10 argentino che si parla. Ma nonostante le ulteriori e recentissime manifestazioni di insofferenza della 'Pulce' ("Mi vedo più fuori che dentro al Barcellona"), rilanciate dai quotidiani spagnoli dopo il colloquio che Messi ha avuto col nuovo allenatore Ronald Koeman, subentrato all'esonerato Quique Setien, pensare seriamente a un divorzio tra le parti sembra molto complicato. Per diverse ragioni.
Un binomio apparentemente indissolubile
Prima di tutto c'è una questione di identità blaugrana. Come detto il Barcellona è Messi e Messi è il Barcellona: è arrivato in Catalogna giovanissimo, alla Masia è cresciuto (in tutti i sensi, anche fisicamente), si è affermato fino a diventare uno dei migliori (forse il migliore) giocatori al mondo e in passato ha sempre manifestato la volontà di terminare la carriera in blaugrana. L'atteggiamento e le parole trapelate negli ultimi giorni, infatti, più che una reale volontà di lasciare il club da parte dell'argentino, sembrano un messaggio molto chiaro a tutto il mondo catalano sulla necessità di una discontinuità rispetto a tutto il progetto e alla gestione Bartomeu, col quale il rapporto sembra essere arrivato ai minimi termini. Un segnale forte, finalizzato a ottenere quella rivoluzione tecnico societaria che secondo Messi, ma come dimostrato anche dal campo dopo l'8-2 subito dal Bayern, è oramai inevitabile. Della serie: in questo Barça non mi riconosco più, bisogna cambiare tutto.
approfondimento
Messi vede Koeman, dalla Spagna: "Futuro incerto"
Cifre impossibili, anche per gli sceicchi
In secondo luogo, aspetto altrettanto e forse ancora più decisivo, c'è tutta la questione meramente economico-finanziaria e di possibilità di mercato. Messi, così come il Barcellona, sa benissimo che poshissime squadre, almeno teoricamente, e forse nessuna a livello pratico e di volontà può permettersi di strapparlo ai catalani. Che, non avendo alcuna intenzione di cederlo e forti del contratto che scade nel 2021, non si siederanno a trattare e a un'ipotetica acquirente chiederanno di pagare lintera clausola rescissoria di 700 milioni di euro. Già questa una cifra fuori da ogni parametro. Se poi aggiungiamo che Messi guadagana 150 milioni di euro lordi all'anno, ecco che delinerare un'operazione di mercato sarebbe assolutamente irrealistico. Anche per gli unici due club che forse potrebbero avere la forza per portarla avanti, Psg e Manchester City. Che, tra l'altro, dovrebbero imbastire l'affare di mercato del millennio in poco più di un mese, considerati i tempi molto più stringati di questa sessione post covid. L'unica minima possibilità, molto remota e che non eluderebbe il problema della clausola, sarebbe quella di un intervento diretto dell'argentino, un po' come fu due stagioni fa in occasione del divorzio tra Cristiano Ronaldo e il Real Madrid: ma anche questa ipotesi, come spiegato, non sembra trovare riscontro. E' per tutte queste ragioni, anche per non illudere i sogni dei tifosi, è da escludere una separazione quest'estate tra Messi e il Barcellona. Continuerà, almeno per una stagione (dopo la scadenza del contratto in caso di mancato rinnovo tutto può sul serio accadere), a ruotare attorno al suo magico astro mancino.