Messi: "Resto al Barça, ma volevo andarmene. Mai in causa con il club"
Leo Messi continuerà a giocare nel Barcellona fino al 30 giugno 2021, data della scadenza del suo contratto. Finisce così la telenovela iniziata con l'invio del burofax attraverso il quale l'argentino aveva comunicato al club blaugrana di voler cambiare squadra: "Avevo espresso la mia volontà di andarmene da mesi, Bartomeu non ha mantenuto la sua parola". L'annuncio in un'intervista esclusiva mondiale a Goal, tradotta per essere diffusa in 127 paesi diversi
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"Resto perché è impossibile che qualcuno paghi la clausola di 700 mln"
La coerenza di Messi, che non si rimangia affatto il burofax inviato, si fonde con il dibattito interno che ha vissuto dovendo fare i conti con la situazione sentimentale e familiare: "Quando ho comunicato la mia volontà a mia moglie e ai miei figli è stato un dramma. Tutta la famiglia è scoppiata a piangere, i miei bambini non volevano lasciare Barcellona, non volevano cambiare scuole. Ho guardato oltre e volevo competere ai massimo livelli, vincere titoli, competere in Champions League. Puoi vincere o perdere, perché è molto difficile, ma devi competere. Almeno competere e non crollare come a Roma, Liverpool, Lisbona. Pensavo ed ero sicuro che fossi libero di andar via, il presidente ha sempre detto che alla fine della stagione potevo decidere se restare o meno. Adesso si aggrappano al fatto che non l'ho detto prima del 10 giugno, quando è chiaro che il 10 giugno eravamo in corsa per la Liga nel mezzo di questo tremendo coronavirus e che questa malattia ha alterato tutta la stagione. E questa è la ragione per la quale resterò al Barcellona. Adesso resterò perché il presidente mi ha detto che l'unico modo di andar via è pagare la clausola di 700 milioni di euro, e questo è impossibile. C'era un alto modo ed era andare in tribunale. Ma non farei mai causa al Barcellona perché è il club che amo, che mi ha dato tutto sin da quando sono arrivato, è il club della mia vita, ho passato la vita qui. Il Barça mi ha dato tutto e io ho dato tutto. So che non mi è mai passato per la testa portare il Barcellona in tribunale".
"Volevo nuove sfide, un domani sarei potuto tornare"
Trapela non poco rammarico nelle parole di Messi in seguito alla decisione "obbligata" di restare in blaugrana. L'argentino spiega di aver sofferto vedendo che la sua fede blaugrana fosse messa in dubbio dall'opinione pubblica: "Sono grato a questo club. Amo Barcellona e non troverò un posto migliore di qui altrove. Ma ho ancora il diritto di decidere. Volevo andare in cerca di nuovi obiettivi e nuove sfide. E domani sarei potuto tornare, perché qui a Barcellona ho tutto".
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Il fuoriclasse argentino ha spiegato a Goal, parlando al mondo intero, che "continuerò nel Barcellona e il mio comportamento non cambierà, non importa quanto volessi andare via. Darò il massimo". La Pulce ha sottolineato un suo aspetto: "Voglio sempre vincere, sono competitivo, e non mi piace perdere. Voglio sempre il massimo per il club, per i compagni e per me stesso. Ho detto che non c'era stato il sostegno necessario per vincere la Champions League. Adesso non so cosa succederà. C'è un nuovo allenatore e nuove idee. E questo è un bene ma dobbiamo vedere come risponderà la squadra e se saremo in grado di competere ai massimi livello. Quello che posso dire è che resterò e che darò il massimo per il Barcellona".
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Nella lunga intervista esclusiva rilasciata a Goal, Messi racconta che la sua decisione di voler cambiare club non è maturata dopo l'eliminazione dalla Champions, ma era una richiesta avanzata al presidente blaugrana già da mesi: "Ho detto alla società, soprattutto al presidente, che volevo andare via. Gliel'ho detto durante tutto l'anno. Pensavo che fosse il momento di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di gente nuova, e pensavo che si stava per concludere la mia avventura al Barcellona con grande dispiacere, perché ho sempre detto che avrei voluto chiudere qui la mia carriera".