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Messi a La Sexta: "Non so se andrò via dal Barcellona, la mia decisione a fine stagione"

A "LA SEXTA"

Tutti erano in attesa delle parole dell'argentino nell'intervista al canale televisivo spagnolo 'La Sexta'. Ma resta il dubbio: "Non so se andrò via o resterò al Barcellona, aspetterò che la stagione finisca" - ha detto Messi, il cui contratto è in scadenza a giugno 2021

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Una lunghissima intervista. Messi tra calcio, famiglia e soprattutto futuro. Insieme al giornalista Jordi Évole l'argentino ha parlato praticamente di tutto, ma senza risolvere il rebus: resterà e non resterà al Barcellona, lui che è in scadenza a giugno 2021 e dopo l'ultima turbolenta estate? "Non ho nulla di chiaro in testa, aspetterò la fine della stagione - ha detto Messi -. L'importante è pensare alla squadra, a terminare bene l'anno, pensare a raggiungere nuovi trofei senza farmi distrarre da nulla". Évole ha tentato di convincere Leo a rilasciare qualche parola in più, consegnando al 10 blaugrana due guide turistiche di Manchester e di Parigi, possibili destinazioni future: "No, portale via" - ha risposto Messi ridendo. E poi ha aggiunto: "So che ci sono molte persone del Barça che ancora mi amano, che vogliono che continui nel club, so anche che ci sono altre persone che hanno cambiato idea dopo quello che è successo (in estate, ndr). Ma farò ciò che è meglio per il club e per me. Non so se me ne andrò, ma se lo facessi, vorrei andarmene nel miglior modo possibile e poter tornare nel club in futuro. Il Barcellona è molto più grande di qualsiasi giocatore". Solo due certezze: "Non andrei mai né al Real Madrid né all'Atletico". 

"Invierei di nuovo il burofax"

L'estate turbolenta non si può dimenticare facilmente. L'invio del burofax con la richiesta di cessione, lo scontro, l'assenza ai primi allenamenti e poi quell'intervista a Goal.com, dove l'argentino aveva annunciato di restare ("Non avrei mai fatto causa al club della mia vita"). Di questo è tornato a parlarne su La Sexta: "Sì, se tornassi indietro invierei di nuovo il burofax. Era un modo per formalizzare la mia richiesta e renderla ufficiale. Negli ultimi sei mesi avevo detto molte volte al presidente che volevo andare via, ma lui rifiutava sempre. Il burofax era il modo per ufficializzarlo".

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Gli Usa e il futuro da direttore sportivo?

Il giornalista Évolé è poi tornato sulle parole di Messi riguardo al "tornare in futuro nel club". Tornare implica partire. E Leo ha risposto: "Ho sempre detto che un giorno mi piacerebbe vivere un'esperienza negli Stati Uniti, di vivere quella lega e quella vita, ma poi se succederà o no non ne ho idea". Anche perché poi Messi ha subito ribadito: "Non so cosa succederà, sono concentrato solo sul finire bene questi sei mesi". E sul futuro più remoto, quando chiuderà la sua carriera come calciatore: "Non ci ho pensato, ma mi piacerebbe fare qualcosa legato al calcio. Non mi vedo come un allenatore, forse come un direttore sportivo".

Amore per il Barcellona

Tra le tante domande e risposte non sono mancati i consueti messaggi d'amore - già presenti anche nell'intervista estiva - verso il Barça: "L'ho sempre detto, il Barcellona è la mia vita. Sono qui da quando avevo 13 anni, vivo da più tempo a Barcellona che in Argentina. Qui ho imparato tutto, e sono cresciuto come uomo e come calciatore. A fine stagione ho avuto un brutto momento. So che la squadra sta attraversando un periodo complicato. Sto bene e ho voglia di lottare". E proprio sull'estate 2020 in cui l'addio sembrava vicino: "Era arrivato un momento in cui pensavo di aver completato un ciclo, in cui avevo bisogno di un cambiamento. Ho fatto quello che sentivo di dover fare in quel momento". Non a cuor leggero: "Sì, è stata una decisione terribile, non è stato facile decidere che stavo lasciando il club della mia vita". Poi la scelta di restare e il futuro ancora come incognita.

Suarez, Neymar e Guardiola

Poi sugli ex compagni e grandi amici: "Mi è sembrato folle quello che hanno fatto con Suarez. Per come sono state fatte le cose, per come se n'è andato, gratis, cedendolo ad una squadra rivale". Allenatori? "Pep per me è il migliore. Ha qualcosa di speciale. Ti fa vedere le cose in un certo modo. Pensavo che con lui sapessi tutto, poi è arrivato Luis Enrique, che mi ha insegnato ancora di più nei piccoli dettagli. Ho avuto la sfortuna, tra virgolette, di aver passato molto tempo coi due migliori". E su Neymar che aveva espresso il desiderio di giocare nuovamente con Leo: "Non ha detto ‘giocheremo', ha detto ‘mi piacerebbe giocare'" - ha detto Messi sorridendo.

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PlayStation, ristoranti, politica, psicologo e CR7

Un'intervista lunghissima, come detto, con tantissimi passaggi anche del Messi uomo, e non solo calciatore. "Atleti che ammiro? Rafa Nadal, Federer, LeBron. In tutti gli sport c'è un atleta che si distingue ed è ammirevole per quello che fa quotidianamente, come Cristiano nel calcio". PlayStation: "Non tanto, un po' coi miei figli. Amo passare il tempo con loro". Una vita sotto i riflettori: "A volte vorrei rimanere anonimo così da poter andare al cinema o al ristorante senza che nessuno se ne accorga". Sugli stadi a porte chiuse: "È orribile, una strana sensazione, uscire in uno stadio così grande e vedere che non c'è nessuno, è tutto molto freddo. Psicologo? Forse dovrei andarci ma non l'ho mai fatto. Sono di destra o di sinistra? Non mi piace parlare di politica".