Paratici: "Vogliamo tenere Kane al Tottenham. Caso Suarez? Non ha inciso su addio a Juve"

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Il nuovo ds del Tottenham è intervenuto in esclusiva a Calciomercato - L'Originale e ha parlato della sua nuova avventura con gli Spurs: "Qui crescerò professionalmente e a livello personale, sappiamo che vincere sarà difficile ma ho grandi stimoli. E non vedo l'ora di godermi Kane. Vi spiego come abbiamo scelto l'allenatore". Sull'addio alla Juve: "11 anni meravigliosi, ringrazierò sempre. Ma il caso Suarez non ha influito. Pogba? Mai vicini a un suo ritorno in bianconero"

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La nuova avventura al Tottenham, la fine della storia con la Juventus e tanto altro. Diversi gli argomenti affrontati da Fabio Paratici, che ha parlato in esclusiva a Sky Sport. Intervistato da Gianluca Di Marzio in collegamento da Londra, il nuovo direttore sportivo degli Spurs è intervenuto a Calciomercato - L'Originale e ha spiegato qual è uno dei suoi primi obiettivi nel club inglese: trattenere Harry Kane, tra i grandi protagonisti dell'Inghilterra a Euro 2020. "Tenerlo non è solo un obiettivo mio - ha spiegato Paratici -, ma anche quello del club. Non vedo l'ora di vederlo giocare dal vivo. In questi anni sono stato molto fortunato, ho visto all'opera grandissimi giocatori e grandissimi attaccanti. In questo momento Kane è uno dei migliori attaccanti del mondo. È un giocatore speciale perché abbina un fisico da bomber d'area a una tecnica super raffinata. Siccome fa tanti gol, pochi considerano quanti assist fa. È un vero uomo squadra. Per ora non l'ho sentito, non l'ho voluto ancora disturbare perché è concentrato sugli impegni con la Nazionale".

"Difficile vincere al Tottenham. Con Conte e Gattuso solo colloqui"

Paratici ha poi spiegato come è nata l'idea di lavorare con il Tottenham e ha raccontato le fasi che hanno portato alla scelta di Espirito Santo come allenatore dopo i contatti con Conte, Fonseca e Gattuso. "Io e il presidente degli Spurs ci conosciamo da tanti anni, Levy è nell'ultimo ventennio ha costruito un Tottenham incredibile. Ha uno stadio avveniristico, un centro sportivo pazzesco. Da 15 anni il club gioca ad alti livelli e nelle competizioni europee. Abbiamo sempre avuto stima reciproca e quando mi ha prospettato questa opportunità io sono stato molto felice perché la Premier è sempre stato uno dei miei sogni e dei miei obiettivi. Questa è una esperienza nuova e sono sicuro che mi completerà a livello professionale e umano. Sappiamo che qui è molto difficile vincere - ha detto il nuovo ds del Tottenham -. È già complicato arrivare tra le prime quattro, considerando che negli ultimi anni i top club inglesi si sono divisi la partecipazione alla Champions. Questo campionato dà grande energia e entusiasmo, il calcio qui è vissuto in maniera viscerale e me ne sono accorto anche durante l’ultima partita dell’Inghilterra. La scelta del mister? Abbiamo parlato con alcuni allenatori e poi, avendo colloqui con loro, abbiamo scelto di andare su Nuno. Ha grande esperienza in Premier, lavora da quattro anni in Inghilterra. Ha valorizzato tantissimi giocatori e aveva già fatto bene al Valencia. Per i rapporti che avevamo, è vero che Conte è stato vicino al Tottenham. Anche lui aveva esperienza in Inghilterra. Ma non si parla solo con un allenatore, se ne sentono tanti e poi in base alle motivazioni si fanno delle scelte. Abbiamo parlato anche con Gattuso, ma al di là di quello che è uscito in Inghilterra abbiamo semplicemente fatto dei colloqui. In Italia si va molto avanti, il contatto è già considerato una chiusura. Qui invece si vive tutto con molto più tranquillità. Queste notizie erano vissute in maniera strana qui in Inghilterra".

"Pogba mai vicino al ritorno alla Juve. Il caso Suarez non ha inciso sul mio addio"

Tanti gli argomenti trattati anche per quanto riguarda il capitolo Juve, a partire da un possibile ritorno di Paul Pogba. Paratici ha escluso l'ipotesi: "Siamo molto affezionati ai giocatori che abbiamo avuto alla Juventus. Pogba è arrivato a 18 anni, era un ragazzo ed è cresciuto da noi. Vederli crescere così è una soddisfazione e credo che questo affetto faccia parte della relazione che c'è sempre tra Pogba e la Juventus. Credo comunque che sia molto difficile un suo ritorno, non c'è mai stato un momento in cui siamo stati vicini a riprenderlo". Pochi dubbi anche sulla fine del rapporto con i bianconeri: nessun legame con il caso Suarez: "Alla Juve sono stati undici anni meravigliosi, nel calcio rimanere undici anni in un club come la Juve non è la normalità. Mi porto dietro grandissimi ricordi, è stata una esperienza meravigliosa e credo che sia stato giusto finire così. Il caso Suarez? Non credo che abbia inciso. Sono cose che succedono, adesso ci sono delle indagini in corso che andranno avanti e piano piano le cose si stanno chiarendo. Sono molto tranquillo. Dispiace a livello personale vivere certe situazioni, ma può capitare quando si ricopre un certo ruolo". Infine parole su Massimiliano Allegri e Gigio Donnarumma: "Allegri sarebbe arrivato nel caso in cui fossi rimasto alla Juve? Non abbiamo mai pensato a una programmazione perché io avevo già parlato con Agnelli e sapevamo che non sarei rimasto. Io posso solo ringraziare Allegri per i cinque anni che abbiamo fatto insieme. Oltre a essere un grande conoscitore di calcio lui è anche una persona molto intelligente. Prendere Donnarumma in porta se fossi rimasto il ds della Juve? Adesso sono il ds del Tottenham. Donnarumma è un bravissimo portiere, non ho provato a prenderlo. Credo sia il migliore al mondo tra i giovani".

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