Accostato a Pogba per il soprannome, ma molto più simile a Kanté per come copre il campo, il giovane centrocampista francese sta continuando ad attirare le attenzioni dei più grandi club europei, bianconeri in testa
Le movenze in campo sono molto simili, il soprannome (almeno quello col quale avevano iniziato a chiamarlo a inizio carriera) invece è proprio lo stesso, “il polpo”. Il futuro? Chissà cosa può riservargli. Anche se, proprio come il suo illustre predecessore e ora pure compagno in Nazionale, le aspettative sono alte e i colori potrebbero essere, in un futuro non troppo lontano, gli stessi. Aurélien Tchouameni, "il nuovo Paul Pogba" (per quanto questi spesso fantasioni accostamenti possano avere qualche valore) sta piano piano conquistando l’Europa calcistica (o per lo meno quella parte che ancora non lo conosceva) e, anche dopo l’ottima prestazione nella finale di Nations League, sta continuando ad attirare su di sé le attenzioni dei più grandi club continentali, Juventus su tutte. Non solo ovviamente, e di certo non per gennaio. Ma dopo un tentativo ad agosto non andato a buon fine, il club torinese continua a monitorarlo attentamente in vista di una possibile nuova offensiva estiva per rinforzare il centrocampo di Allegri.
In campo è più Kanté che Pogba
Anche se la necessaria suggestione di un confronto con un suo collega lo accosta al nome dell’ex centrocampista della Juve ora allo United, la realtà dice che in campo i due non sono affatto la copia uno dell’altro bensì un duetto assolutamente complementare, come dimostrato proprio dalla finale di Nations League nella quale Aurelien e Paul hanno giocato uno al fianco dell’altro. A intercettare palloni il primo, a condurli elegantemente verso la trequarti avversaria il secondo. Tchouameni, infatti, al contrario di Pogba, è un mediano o una mezzala di quantità, riferimento in mezzo al campo e davanti alla difesa, caratteristiche che forse lo accomunano molto di più a un altro fenomeno della Francia, al posto del quale ha giocato proprio a San Siro, ovvero Kanté. E pensare che da giovane, quando al Bordeaux decisero di fargli arretrare il raggio d’azione di diversi metri (faceva l’attaccante) è dovuto intervenire anche il padre per convincerlo a modificare il suo stile di gioco. Con notevole profitto e le evidenti fortune dei Girondini, che nel gennaio del 2020 hanno incassato dal Monaco ben 18 milioni di euro per il 19enne dalle belle speranze. Che, soprattutto dopo l’arrivo di Kovac in panchina e anche sotto la guida di Deschamps in Nazionale, in poco più di 18 mesi sono diventate oramai certezze.
Le passioni, i palloni recuperari e un sogno
Il classe 2000 ama la moda, come si capisce anche dal suo profilo Instagram, c’è chi assicura che sia un grandissimo appassionato di granite e sciroppi alla fragola, oltre a un buon consumatore di dolci (tutte manie che ha dovuto imparare a controllare col tempo) ed è legatissimo alla sua famiglia, di origini camerunesi. Non segna moltissimo (finora in carriera ha realizzato 6 reti in 95 partite, ma come detto i suoi compiti in campo sono altri) ma intercetta tanti palloni, tant’è che nella passata stagione, anche grazie al record di recuperi in Ligue 1, è stato eletto miglior giovane del campionato. Uno dei suoi migliori amici in Nazionale è il rossonero Maignan, mentre le ambizioni sono quelle di alto profilo: “Voglio vincere la Champions”. Un desiderio, per non parlare di ossessione, che lo accosta ancora di più ai colori bianconeri. Per riuscire nell’impresa che nemmeno Ronaldo e per l’appunto Pogba hanno saputo realizzare. Il polpo è pronto per uscire dalla tana. La caccia è solo all’inizio.