Roma e le plusvalenze: perché la società ha preferito pagare una multa alla Uefa

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La società giallorossa ha deciso di pagare una multa (pochi milioni di euro) più alta rispetto a quella che avrebbe pagato se avesse raggiunto la quota esatta di plusvalenze pattuite con la Uefa. La proprietà è soddisfatta del lavoro di Tiago Pinto e per questo ha deciso di bloccare le cessioni di giocatori centrali al progetto

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Sistemare i bilanci per continuare il percorso di risanamento dei conti intrapreso con la Uefa all’interno dei paletti imposti dal Financial Fair Play, senza però indebolire in maniera significativa la rosa giallorossa o svendere calciatori al di sotto del reale valore. Obiettivi, questi, che la Roma ha centrato quasi interamente grazie al lavoro svolto da Tiago Pinto che entro la deadline del 30 giugno è riuscito a vendere giovani giocatori o elementi ai margini del progetto tecnico, senza doversi privare di nessun big e sfiorando i 30 milioni di plusvalenze pattuite con la Uefa. Conti alla mano il club giallorosso ha ottenuto plusvalenze pari a 27.3 milioni di euro grazie alle cessioni di: Tahirovic all’Ajax (8 mln di plusvalenza), Volpato (7.5 mln di plusvalenza) e Missori (2.5 mln di plusvalenza) al Sassuolo, Kluivert al Bournemouth (7 mln di plusvalenza), Carles Perez al Celta Vigo (2 mln di plusvalenza) e Providence all’Hartberg (300 mila euro).

La Roma ha molto apprezzato il lavoro di Pinto

La Roma, volendo, avrebbe potuto procedere con altre cessioni correndo però il rischio, visti i tempi ridotti, di dover svendere qualche elemento della rosa, o peggio ancora privarsi di qualche big o di qualche calciatore ritenuto centrale nel progetto come ad esempio Zalewski. L’obiettivo che si è data la Roma e che Tiago Pinto ha perseguito era quello di fermarsi a una certa soglia di plusvalenze, accettando di pagare una multa contenuta (scelta a monte che ha coinvolto in prima persona la proprietà, molto soddisfatta del lavoro del dirigente portoghese).  E così è stato. La società giallorossa ha dunque preferito pagare una multa più alta – si tratta comunque di pochi milioni di euro, sicuramente meno di 5 milioni – rispetto a quanto avrebbe pagato pur raggiungendo l’obiettivo stabilito. Il settlement agreement concordato dalla Roma con la Uefa prevedeva infatti diverse soluzioni e in base a obiettivi diversi il club avrebbe dovuto comunque pagare una multa, a meno che non avesse puntato un obiettivo economico molto più alto rispetto alle cifre circolate.

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