L'Ettifaq ingaggia Henderson e 'oscura' la fascia arcobaleno: è polemica

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L'Ettifaq ha annunciato l'ingaggio dell'ex capitano del Liverpool Jordan Henderson da sempre sostenitore della comunità Lgbtq+. Il trasferimento ha suscitato polemiche: nel video di presentazione pubblicato dal club saudita, la fascia color arcobaleno del centrocampista è stataoscur ata. Indignazione nelle parole di Thomas Hitzlsperger, ex Aston Villa e tra i primi a fare coming out nel calcio: "Pensavo che il suo sostegno fosse genuino, sono stato uno sciocco"

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Da quache ora Jordan Henderson, ex capitano del Liverpool, è un nuovo giocatore dell'Ettifaq, club che milita nella Serie A araba ed è allenato da un altro ex capitano dei Reds, Steven Gerrard. Da sempre sostenitore della comunità Lgbtq+, il trasferimento del centrocampista al club arabo ha generato una serie di polemiche e il giocatore è stato tacciato di incoerenza. Henderson non ha mai nascosto il suo impegno in favore dei diritti della comunità Lgbtq+ tanto da 'corredare' la sua fascia di capitano al Liverpool con i colori arcobaleno. Tuttavia, nel video di presentazione con cui l'Ettifaq ha annunciato l'ingaggio dell'inglese, nella serie di immagini montate nella clip, la fascia color arcobaleno è stata praticamente oscurata con un giochino grafico. Ciò ha suscitato il disappunto di molti e in particolar modo dell'ex calciatore dell'Aston Villa attuale direttore sportivo dello Stoccarda, Thomas Hitzlsperger.

Hitzlsperger: "Ho creduto che il supporto di Henderson fosse genuino"

L'ex calciatore tedesco, uno dei primi a fare coming out nel calcio, si è espresso attraverso Twitter sulla decisione di Henderson: "Così Jordan Henderson riesce finalmente a trasferirsi in Arabia Saudita. Buon per lui, può giocare dove vuole. Sono curioso però di sapere come sarà il nuovo brand JH. Il vecchio è morto! Ho creduto per un po' che il suo supporto per la comunità LGBT+ fosse stato genuino. Sono stato uno sciocco...". In Arabia  l'omosessualità è illegale e punibile con la morte, senza contare la lunga serie di altri abusi di cui è accusato il Paese, tra cui l'imposizione di dure restrizioni ai diritti delle donne e al diritto alla protesta politica.