Con quasi sette anni di vita, la Next Gen della Juventus si sta rivelando sempre più un valore aggiunto per finanziare il mercato bianconero: a bilancio costa circa 9 milioni di euro di gestione all’anno e ne ha incassati quasi 80 solo con le cessioni dei giocatori più importanti
Si chiama Juve Next Gen, ma forse anche Juve Gold Gen. Perché i guadagni del progetto Under 23 bianconero stanno diventando davvero importanti, e permettono di finanziare il calciomercato dei grandi o di coltivare talenti da trattenere. La seconda squadra juventina è ormai consolidata: sta per cominciare il suo settimo anno di vita e a bilancio ha un peso relativamente basso, se paragonato all’incasso. La Next Gen costa circa 9 milioni di euro di gestione all’anno, e ne ha incassati quasi 80 solo con le cessioni dei giocatori più importanti. In questa sessione, i risultati sono evidenti: Huijsen, Iling Junior, Barrenechea e Soulé sono stati venduti per finanziare il mercato in entrata.
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Dalla Next Gen anche giocatori per il presente e futuro
Nel passato emergono i nomi di Dragusin o Dany Mota, per cui il club è riuscito a incassare circa 10 milioni. Senza nemmeno vederli in prima squadra, o quasi. Ma non è solo una questione di guadagni: la Next Gen permette alla prima squadra di risparmiare anche sul completamento della rosa, con l’inserimento di giovani giocatori che evitano di ingaggiare più esperte, e quindi più costose, riserve. Ci sono quelli che salutano, e quelli che restano. Come Nicolussi Caviglia, Miretti, Fagioli e Yildiz. Giocatori su cui la Juve punta per il presente e per il futuro. Simboli di una Generazione Gold che, almeno sul bilancio, sembra ripagare l’investimento iniziale.