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Paratici, squalifica terminata. Ora è pronto a ricominciare

Fine squalifica

Fabio Paratici è pronto a ripartire dopo la fine dei 30 mesi di inibizione. Dagli inizi alla Sampdoria, passando per il periodo vincente alla Juventus fino al Tottenham. E proprio dagli inglesi, ora, potrebbe ripartire la sua carriera da dirigente 

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Fabio Paratici ritrova il calcio e vuole tornare protagonista. Dopo 30 mesi “in panchina”, con le restrizioni della giustizia sportiva da rispettare, l’ex ds di Juventus e Tottenham è pronto a ricominciare. Era il 2023 quando la decisione di allargare la squalifica anche a livello internazionale aveva deciso insieme al Tottenham “il congedo immediato di comune accordo”. Trenta mesi di silenzio, di consigli dati in qualità di consulente, di bocconi amari da masticare. Con la solita fame di sempre: “Non ho mai smesso di pensare calcio... Non ho mai perso il senso di appartenenza al mio mondo”. 

La capacità di reinventarsi

Ha dovuto reinventarsi un’altra volta, come aveva fatto quando – appena terminata la carriera da calciatore a Brindisi nel 2004 – aveva cominciato a guardare partite in tv e a prendere appunti sui quaderni, alla ricerca del talento da valorizzare, della pedina giusta da inserire in una squadra da far crescere. La carriera da dirigente era iniziata così, a 31 anni. “Una passione prima che un lavoro”, come aveva raccontato in una vecchia intervista. “Le mie vacanze erano andare a vedere i tornei Under 15…”.

La Sampdoria e la scoperta di Icardi

Analisi e capacità di costruire un gruppo ben assortito e competitivo, sfruttando tutto quello che il mercato può offrire. Viaggiare, conoscere, scoprire. Alla Sampdoria – primo club a dargli un’occasione prima come responsabile dello scouting e poi come direttore sportivo poi – porta un giovanissimo Mauro Icardi e mette le basi per la vittoria dello Scudetto Primavera del 2008. Studia strategie e imposta trattative, e nel 2010 la Samp va oltre ogni aspettativa e chiude una stagione da applausi al 4° posto in classifica. Così come i talenti portati in squadra, anche Paratici si mette in luce pur continuando a lavorare dietro le quinte. E Andrea Agnelli sceglie lui per rifondare la sua Juventus.

Il periodo alla Juve tra occasioni di mercato e il colpo Cristiano Ronaldo

In 11 anni in bianconero, nel ruolo di ds prima e di responsabile (anche finanziariamente) dell’area sportiva poi, contribuisce a costruire la squadra dei nove scudetti consecutivi, dei 19 trofei complessivi e delle finali di Champions a Berlino (nel 2015) e a Cardiff (2017). Trofei in campo ma non solo: a Torino l’ex ds bianconero ha segnato un’era. Sia per le “occasioni” di mercato individuate e valorizzate prima con Conte poi con Allegri in panchina – da Barzagli, l’operazione che lo rende più orgoglioso, a Khedira, Lichtsteiner, Evra o Rabiot – sia per i campioni che si sono affermati proprio a Torino (Vidal, Morata e Dybala, convinto con una telefonata a scegliere i bianconeri tra tutte le pretendenti in Italia e nel mondo). E poi Tevez, Higuain, fino al super colpo Cristiano Ronaldo – strappato al Real Madrid per 117 milioni e ancora oggi al primo posto nella classifica degli acquisti più cari della storia del calcio italiano. Senza dimenticare le cessioni record di Pogba e de Ligt allo United – tra le altre. Per la Juventus Paratici è stato il braccio e poi la mente del mercato, spinto dal costante bisogno di conoscere. Negli anni il suo lavoro si è evoluto, si è adeguato ai cambiamenti, alla disponibilità del club e alle dinamiche italiane ed europee. Ora che può tornare a svolgere attività in ambito federale ritrova un calcio diverso, in cui vuole però subito tornare a fare la sua parte.

Il Milan ci ha provato e ora il Tottenham (di nuovo)

Nei mesi scorsi il Milan aveva mosso i primi passi per affidargli il ruolo di direttore sportivo, ma i limiti imposti dall’inibizione non avevano permesso alle parti di trovare l’intesa totale e di iniziare così a lavorare insieme. Oggi si torna in gioco in maniera ufficiale, libero dal peso della sanzione. E la sua storia potrebbe ripartire proprio là dove si era interrotta: il legame con il Tottenham, infatti, è rimasto forte e il club di Daniel Levy potrebbe riaccogliere il dirigente che aveva scelto a giugno 2021 per il ruolo di direttore generale, permettendogli così di proseguire insieme il progetto pensato insieme e interrotto due anni e mezzo fa. All’inizio della sua avventura inglese, aveva rinforzato la squadra con Bentancur e Kulusevski proprio dalla Juventus, oltre a Romero, Richarlison, Brennan Johnson e Udogie. Pedine importanti per la conquista dell’ultima Europa League a Bilbao con Postecoglu, che ricomincerà la stagione con Thomas Frank. Non solo trattative, però: il lavoro a Londra aveva portato l’allora Managing Director Football degli Spurs a gestire vari ambiti dell’area sportiva della società, a rifondare interi settori scegliendo uomini adatti al suo metodo di lavoro, a rivedere metodologie considerate superate e poco efficaci. Con la scelta di Conte in panchina, Paratici aveva messo in chiaro più che mai l’intenzione di portare al Tottenham un’altra mentalità. Più ambiziosa e, con il tempo, più vincente. Per questo Levy aveva scelto lui e per questo potrebbe tornare a puntarci presto. Con la vittoria europea dopo oltre quarant’anni, a Londra hanno alzato l’asticella e le aspirazioni sono cambiate. Insieme si potrebbe scrivere una nuova storia importante: di sicuro, dopo tanta attesa forzatamente lontano dalle luci dei riflettori e ora che la squalifica è stata scontata per intero, a Paratici l’entusiasmo non manca. Il periodo complicato è alle spalle, il tempo di voltare pagina è finalmente arrivato. Vincere non è mai facile, continuare a farlo ancora meno. Tornare a vincere è il nuovo obiettivo di Paratici: le cose semplici non gli sono mai piaciute.

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