Come giudicare il mercato della Roma? Un'analisi dei movimenti dei giallorossi

Alla fine, il regalo dell’ultima giornata non sono arrivati, nessun postino ha suonato a casa Gasperini con un doppio pacco sotto il braccio. E la sensazione è che, nonostante un’azione certamente intelligente, efficace, veloce , e rispettosa dei paletti del fair play finanziario che imponevano l’oramai solito scoglio delle plusvalenze da generare entro il 30 giugno, alla resa dei conti il mercato della Roma sia stato certamente di valore, ma sostanzialmente incompleto. Che sia mancata, insomma, proprio quell’ultima pedina che avrebbe consentito a Gasperini di poter gestire al meglio sui tre fronti - Serie A, Coppa Italia ed Europa League - una rosa che resta comunque valida e oggettivamente ben attrezzata. Parliamo di dettagli, per l’appunto, che possono essere certamente superati col lavoro sul campo, ma che spesso sono necessari per realizzare le grandi imprese. Andiamo a vederli. La rosa della Roma che Gasperini aveva ereditato questa estate da Ranieri aveva due grandi buchi da coprire in sede di mercato, il centravanti e l’esterno destro. E, almeno a vedere dalle prime due giornate di campionato, Massara, il nuovo direttore sportivo, li ha tappati alla grande. E anche abbastanza in fretta. Bocciato l’altalenante e a volte spaesato Dovbyk, almeno in qualità di prima punta titolare, e spedito Abraham in Turchia per rimpinguare le casse in ottica fair play finanziario, l’esigenza primaria era quella di trovare un centravanti, magari giovane, in grado di saper legare meglio il gioco con la squadra, principale lacuna dell’ucraino. Sulla destra, invece, il problema era atavico: Celik non è un vero e proprio esterno a tutto campo e oramai da oltre un anno gioca nel ruolo di difensore centrale di destra; Rensch è un jolly difensivo ; Saelamaekers era rientrato a Milano dopo lo scambio di prestiti con Abraham. L’obiettivo, soprattutto per un allenatore come Gasperini, era un esterno di ruolo, abituato a giocare a tutta fascia, veloce e tecnico. Magari giovane. Due compiti non facilissimi, insomma, che costituivano però il fulcro del mercato della Roma, i due veri titolari da dover prendere a tutti i costi per completare l’11 ideale. Il 23 luglio, a un mese dal via del campionato, quindi in tempi anche accettabili, la Roma annuncia Evan Ferguson. Cinque giorni dopo è il turno di Wesley. Due investimenti – uno potenziale e uno immediato – su un 2004 e un 2003 di chiaro valore, fortemente voluti e subito protagonisti nelle prime due giornate . Ottima partenza, dunque. In tutti i sensi. L’altra vera criticità che Massara doveva affrontare era poi quella rappresentata dalla difesa. Al momento dell’arrivo di Gasp a Trigoria, di fatto in rosa c’erano solo tre potenziali titolari: Mancini, Ndicka e Celik, oramai diventato un centrale di destra ma nato comunque come esterno di una difesa a quattro. Un po’ pochino per un allenatore che gioca sempre e solo a tre e che chiede tanto sforzo fisico anche ai propri difensori, ruotandoli spesso, forse molto più di altri suoi colleghi. In ogni caso, per il semplice gioco delle coppie, servivano almeno tre ingressi validi. Una mano a Massara l’ha data Hermoso che, dopo essere rientrato dal prestito al Leverkusen, con un ottimo ritiro si è conquistato la considerazione di Gasperini, ripagata per ora con due partenze dal primo minuto, tra l’altro sul centrodestra, posizione da lui mai coperta in carriera. Oltretutto, considerato che Ndicka da metà dicembre volerà in Marocco per la Coppa d’Africa, la conferma in rosa dello spagnolo assicura un’alternativa di piede mancino che verrà certamente molto utile nel corso della stagione. A completare il reparto, sono arrivati a Trigoria altri due giovani, profili interessanti e “giusti”, come definiti proprio da Gasperini: Ghilardi dal Verona e Ziolkowski dal Legia Varsavia. Altri due investimenti per un totale di poco meno di 20 milioni , su un 2003 e un 2005, ragazzi da crescere e magari poi chissà vendere . Obiettivo raggiunto, seppur in extremis . Meglio tardi che mai. Detto che per la porta l’obiettivo era quello di trovare un vice Svilar e Massara ha optato per prendere a parametro zero quel Devis Vasquez che così bene aveva fatto all’Empoli e che lui stesso aveva poi portato al Milan nella passata stagione, e ricordato che a sinistra, dopo la partenza di Salah-Eddine, come vice Angelino è arrivato il greco Tsimikas dal Liverpool in prestito gratuito , il vero groppo, o meglio i groppi che tormentano la gola di Gasperini riguardano il reparto nevralgico, centrocampo e trequarti. Come detto non nella sua composizione titolare, ma certamente nei dettagli che arricchiscono una rosa. Soprattutto in mezzo al campo, la Roma è decisamente corta: oltre a quelli che sembrano destinati a essere i titolari indiscutibili o quasi, Cristante e Koné, in rosa ci sono solo Pisilli ed El Aynaoui, unico nuovo arrivo in quella zona del campo, certamente giocatore adatto allo stile di gioco del nuovo allenatore giallorosso, altro investimento da 23,5 milioni, ma gravato anche lui dal peso della Coppa d’Africa, dopo la decisione di giocare per il Marocco, nazionale che ospiterà la manifestazione. A meno di non riuscire a rigenerare un Pellegrini, che la Roma ha già messo sul mercato per gennaio, e convincerlo a fare un passo indietro e a giostrare da centrocampista centrale , da metà dicembre la Roma avrà solo tre giocatori per due posti, compreso quel Pisilli che per il momento non sembra aver convinto Gasperini . Insomma, uomini contati. Talmente tanto che Massara ha provato fino all’ultimo giorno a chiudere per Pessina del Monza, vecchia conoscenza di Gasperini ma di certo non un profilo titolare, ma alla fine l’affare è saltato anche perché Baldanzi non ha trovato l’accordo con il Verona e la Roma non poteva fare un ultimo acquisto senza un’uscita. Così come è mancato un ultimo colpo sulla trequarti, zona di sinistra, il classico esterno invertito di piede destro che può venire dentro al campo. Sancho, a lungo corteggiato, alla fine ha preferito l’Aston Villa; George del Chelsea, col quale la Roma ha trattato fino alle ultime ore per trovare una formula a lei congeniale, sarebbe stato un investimento eccessivo. Ma probabilmente necessario, almeno a vederla come Gasperini, per coprire quell’unico ruolo che al momento non sembra avere un chiaro padrone. C’è da dire che la pedina giusta a Trigoria è arrivata, almeno a livello di ruolo teorico, quel Bailey prelevato in prestito per 2 milioni dall’Aston Villa che però, e non è un inedito per i nuovi acquisti della Roma degli ultimi anni, si è subito infortunato. Al momento, dunque, Gasperini ha solo il generoso El Shaarawy di ruolo in quella zona, ma la sensazione è che la partita di Pisa abbia dettato una nuova soluzione, che poi potrebbe anche essere la stessa dell’unico vero dualismo che la Roma ha in rosa, quello tra Soulé e Dybala. Nel secondo tempo dell’Anconetani la Joya è stata schierata sulla sinistra e con il suo talento ha spaccato e indirizzato la partita, a dimostrazione che in attesa del ritorno di Bailey potrebbe essere proprio quella la sua collocazione. Un piccolo rebus, senza dubbio, che però Gasperini saprà risolvere mescolando da par suo le carte che ha a disposizione. E che, considerata anche la spada di Damocle del fair play, le non cessioni di Svilar e Konè, i due pezzi maggiormente richiesti, alla fine sono più che buone, almeno a livello numerico. Per quello qualitativo, sarà il campo, come sempre, a parlare. E a dirci come è stato il mercato della Roma.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Come giudicare il mercato della Roma? Un'analisi dei movimenti dei giallorossi

Michele Mastrogiacomo