Affari saltati, firme oltre il gong, momenti surreali: l'ultimo giorno del calciomercato ci ha regalato negli anni clamorosi e simpatici colpi di scena. Ricordate perché Kasami non si trasferì al Pescara? E il mitico "lancio" del contratto di Milito? E poi Galliani che citofona a casa di Destro... Ecco una carrellata di episodi passati alla storia
"Ma lo sa che attraverso la cessione di Falchetti e Mengoni, noi riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all'Udinese per un quarto di Zico e 3/4 di Edinho...". La sfilata in pelliccia di Antonio Cassano sul tapis-roulant dell'aeroporto di Madrid non è che una scena da libro Cuore se confrontata alle diaboliche profezie simpsoniane rivelate con l'avvento del suo conterraneo barese Oronzo Canà, non per niente ribattezzato il "Vate della Daunia". Ma con tutto l'affetto per la "Iena del Tavoliere" e per il suo Aristoteles, nessun film, per quanto surreale, e nessun cartone animato, neanche il più visionario, avrà mai la magia di quel misterioso punto di non ritorno in cui la realtà supera l'immaginazione, sublimandosi nell'arte dell'arrangiarsi, l'apologia del Made in Italy. "Da bambino giocavo per il club di mio padre Cosimino, la Juventina Lecce - raccontò una volta Antonio Conte, per rimanere in Puglia e negli anni '80 dell'Allenatore nel Pallone - lui era il proprietario, il mister e tutto il resto. Poi, all'età di 13 anni, mi comprò il Lecce, insieme a uno dei miei compagni di squadra. Fummo pagati con otto palloni, tre dei quali erano sgonfi. Però valevano 200mila lire, erano costosi...". Il calciomercato che piace a noi, il teatrino delle formule e delle comproprietà, degli affari last minute e dei colpi sul gong, quando la fatidica porta sta per chiudersi e cala il sipario su un'altra estenuante sessione di visite mediche e prestiti senza diritto di riscatto, un Circo Barnum che si eleva ciclicamente a purissima (e italianissima) commedia dell'arte, degna erede delle maschere di Plauto e Goldoni. Abili mercanti, astuti come il "servus" plautino questi procuratori, sempre pronti a piazzare il loro "miles gloriosus" di turno nel Campiello carnevalesco del transfermarket milanese, il teatro dei sogni, l'esclusivo open bar "shakerato" in salsa calcistica che nell'ultimo giorno raggiunge lo zenit, è illuminante. Letteralmente.
La "Tripla" di Pastorello
Come la scintilla che il 1° settembre del 2008 incendiò come una bomba da 3 gli ultimissimi fotogrammi di quel calciomercato estivo: il ritorno di fiamma tra il Genoa e Diego Milito, da qualche stagione bomber del Real Saragozza. Ma è tardi, o forse no. Mancano pochi minuti alla dead line delle 19 e l'agente Federico Pastorello è un fulmine: "Ebbi l'okay per chiudere con gli spagnoli alle 18.55 - spiegò a gianlucadimarzio.com - raccogliemmo tutto in fretta e furia, il Genoa firmò e mandammo il materiale via fax. Un fax che alla Lega sarebbe arrivato soltanto alle 19 e qualche secondo. Allora mi precipito in hotel, passo il contratto a un mio collaboratore e gli dico di correre a depositarlo. Ormai ero tranquillo, convinto che tutto fosse sistemato. Alle 19.02 mi avvicino ai box della Lega e vedo il mio assistente lì fuori. "Cosa stai facendo?", gli chiesi. E mi rispose che era già chiuso". Ma ecco l'illuminazione, il lampo magistrale, il colpo d'ala, la migliore rivisitazione del paradigma del Perozzi di Amici Miei, l'immortale assioma del "Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione", una "zingarata" che in fondo costerà soltanto 10mila euro di multa all'intermediario, perché parte della documentazione era già stata presentata. "Sapevo che dentro c'era qualcuno del Genoa - confesserà Pastorello - ed istintivamente mi venne in mente di saltare, sfruttando la mia altezza. Così gettai il contratto dentro al box". Et voilà.
La "sgasata" di Nagatomo
Tre anni e mezzo più tardi, il 31 gennaio del 2011, si registrò un'altra delle corse più "pazze" per l'acquisto di un giocatore. Proprio l'Inter di Milito - dalla tripla di Pastorello al Triplete con Mourinho il passo fu brevissimo - sonda il terreno per un giapponese che gioca nel Cesena, un certo Yuto Nagatomo... fresco vincitore della Coppa d'Asia e pupillo del ct nippo-romagnolo Alberto Zaccheroni. Lo scambio di prestiti con Davide Santon è cosa fatta, ma il tempo stringe, l'inesorabile chiusura dell'uscio è fissata ancora alle 19. Alle 18.20 ecco il "samurai" nella sede nerazzurra, pronto per firmare. Manca soltanto un fax dal Giappone, che arriva, ma come si fa ora a portare le carte alla Lega? In auto, con il traffico dell'ora di punta? Non ce la faranno mai! A meno che... l'autista privato di Massimo Moratti non si "travesta" da pony express e monti sullo scooter: alle 18.49 "Naga" è dell'Inter. La consegna è stata effettuata.
Raiola 2.0
Da Nagatomo a Kasami, che non è il nome di un sushi... ma un centrocampista svizzero, naturalizzato macedone, oggi al Sion. E che nel 2013 il suo agente Mino Raiola provò a riportare in Italia - dal Fulham al Pescara - dopo l'esperienza al Palermo (passato anche dalle giovanili della Lazio). Le società sono d'accordo, ma rimane un'unica formalità da espletare: il regolamento prevede che debbano essere compilati dei moduli via web. Ahi: "l'internet non va!". Raiola è una furia, si scaglia in diretta contro l'hotel e gli organizzatori dell'evento. Affare saltato, come la connessione...
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Galliani suona sempre due volte
"Salve signora, Mattia può scendere a giocare?". E potremmo continuare all'infinito, "l'internet" dei meme ci campò per giorni. Già, perché l'inconveniente occorso a Raiola aveva convinto il suo "socio" Adriano Galliani - insieme hanno scritto pagine di storia indimenticabili del mercato - che della tecnologia non ci potesse fidare un granché... Così, nel gennaio del 2015, l'allora amministratore delegato del Milan volò direttamente a Roma e si presentò davvero sotto l'appartamento di Destro, immortalato dai cronisti nella mitica citofonata. "Dimostra quanta voglia avessimo di prendere il ragazzo - spiegò Galliani alla presentazione dell'attaccante ascolano - ci avevamo già provato in estate ma il mio amico Sabatini (il diesse giallorosso ndr) aveva fatto una cifra un po' altina. Mattia si è preso del tempo per decidere dopo che ho suonato al citofono... ma per fortuna ha detto sì". Irresistibile.