La FIFA ha deciso di non accettare la richiesta di rinvio presentata dalla società inglese contro il blocco del mercato. I Blues, dunque, non potranno fare operazioni nelle prossime due sessioni a causa di alcune violazioni sul tesseramento dei giovani
IL CHELSEA PRESENTA RICORSO PER IL BLOCCO DEL MERCATO
Brutte notizie per il Chelsea. Niente da fare per i Blues, la FIFA ha respinto il ricorso contro il divieto di operare nel calciomercato nelle prossime due sessioni. La richiesta avanzata dalla società inglese contro la decisione del massimo organismo calcistico europeo mondiale, dunque, non è stata accolta e adesso il Chelsea potrebbe chiedere al CAS, la Corte di arbitrato per lo Sort, di concedere una proroga.
Le violazioni del Chelsea
Il club del presidente Abramovich era stato sanzionato con il blocco del mercato per le prossime due sessioni per aver violato alcune norme relative al trasferimento internazionale e alla registrazione di calciatori minorenni. Nello specifico, la commissione disciplinare della FIFA ha punito il Chelsea per aver violato l’articolo 19 del Regolamento nel caso di 29 calciatori minorenni e ha inoltre commesso diverse altre infrazioni relative ai requisiti di registrazione degli stessi. I Blues, inoltre, hanno violato anche l’articolo 18bis del Regolamento in relazione a due accordi in materia di minori. Oltre ad aver subìto la sanzione del blocco del mercato, il club inglese – che da parte sua "confuta categoricamente il giudizio della commissione disciplinare della FIFA" - ha ricevuto anche una multa di 600.000 franchi svizzeri, mentre una sanzione pecuniaria è stata inoltrata anche alla Football Association.
Il caso Traoré
Il caso più eclatante emerso nell’ambito dell’operazione che ha portato alla sanzione del Chelsea con il blocco del mercato per le prossime due sessioni è quello di Bertrand Traoré. Quello dell’attaccante ventitreenne del Burkina Faso è tra i nomi indicati nell’inchiesta che ha colpito i Blues: prima di cederlo al Lione nel 2017 per 10 milioni di euro, il Chelsea ha acquistato il giocatore quando aveva solo 15 anni, quindi da minorenne. Il club avrebbe violato la normativa pagando le scuole al ragazzo e agevolando il trasferimento in Inghilterra della madre e del fratello. L’attaccante, ufficializzato soltanto il 1 gennaio 2014 (al compimento della maggiore età), era in realtà già un giocatore inserito a tutti gli effetti nei quadri della società.