Draxler, illusione di un'estate: ma quale banana?

Calciomercato

Vanni Spinella

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Nel 2015 il fantasista tedesco è l'obiettivo numero uno della Juventus, che lo insegue per due mesi: una trattativa infinita che si conclude a sorpresa quando il giocatore sceglie il Wolfsburg. Se ne pentirà, e lo farà presente con una metafora chiarissima

Julian. Sarebbe un bel titolo anche per una telenovela, o una fiction in più puntate. Sottotitolo: l’illusionista. Che Julian Draxler avesse quella capacità di lasciarti di sasso, facendoti credere una cosa e poi mostrandotene all’improvviso un’altra, lo si era capito nel corso di un’amichevole tra Schalke04 e Al-Sadd, organizzata nel luglio del 2013 per salutare Raul passato dal club tedesco a quello qatariota proprio l’anno prima.

Un’invenzione che aveva oscurato la fiesta per il campione spagnolo, scaraventando Draxler sulle home-page dei siti sportivi di tutto il mondo, tra i video che di solito riempiono la sezione “giocate da stropicciarsi gli occhi”. Non un gol, bensì un assist: capite bene che incantare con un passaggio è ancora più difficile. Lui l’aveva fatto con un “doppio tacco” a servire proprio il festeggiato Raul, regalandogli il classico cioccolatino solo da scartare a un passo dalla porta vuota, ma soprattutto dopo aver eluso l’uscita bassa del portiere convinto dell’imminente cucchiaino a scavalcarlo. Che cos’era, quell’assist, se non un’illusione?

Per chi all’epoca si fosse perso quel video, o anche semplicemente non fosse stanco di rivederlo, eccolo qui: aggancio volante, slalom secchissimo tra i paletti, doppio tacco a far nascere quella carambola con cui in un colpo solo illude/elude il portiere e serve Raul

Tra quelli che cliccarono e ricliccarono il video, statene certi, c’erano anche Marotta e Paratici, che Draxer lo conoscevano già (d’altronde si trattava di un ventenne piuttosto noto, che a 17 anni aveva debuttato in Bundesliga e a 18 non ancora compiuti segnava all’esordio con la Nazionale Under21), ma quel giorno aggiunsero un paio di asterischi accanto al suo nome, nella lista dei desideri. Non si sa mai che in futuro possa servire uno con quelle caratteristiche.

Maggio 2013: Draxler rinnova il contratto con lo Schalke “con orgoglio e passione”. Fino al 2018: sì, come no

Il primo approccio

Quel momento giunge esattamente due estati dopo, durante la sessione di calciomercato 2015. La Juventus si è appena appuntata al petto il quarto scudetto di fila, ma affamata com’è desidera prolungare il proprio ciclo e si trova dinanzi all’inevitabile processo di svecchiamento della rosa, doloroso ma necessario. Hanno salutato Pirlo, Vidal, Tevez e Llorente; Allegri ne approfitta per richiedere un giocatore di fantasia che gli possa permettere di sperimentare una Juventus con il trequartista. E agli uomini-mercato tornano in mente quell’assist e quell’agendina asteriscata. È deciso: si va a Gelsenkirchen.

La missione, sulla carta, non pare impossibile: può veramente esistere un giocatore dello Schalke (che ha appena chiuso il campionato al sesto posto) deciso a dire di no alla Juventus finalista di Champions? L’ostacolo più grosso, infatti, sembra essere rappresentato dal club, che ha fissato il prezzo (i 45 milioni della clausola rescissoria) e non scende di un euro. Si sa come sono fatti questi tedeschi quando si tratta di affari. Ma l’estate è lunga, e la coppia Marotta-Paratici non ha fretta: che la mercatonovela abbia inizio.

Ma perché Wolfsburg?

La prima offerta bianconera si aggira attorno ai 18 milioni: siamo circa a metà luglio, c’è tempo per trattare e la Juventus non è sicurissima dell’integrità fisica del giocatore, reduce da diversi infortuni. Nel frattempo al ragazzo e a suo padre vengono illustrati i progetti del club bianconero: slide in cui campeggia il nome Draxler al centro e tutto il resto ruota attorno. Sembrano convinti. Ad agosto inizia ad essere pronunciata la classica frase “c’è ottimismo”. Il 29 agosto, dopo più o meno 40 giorni di puntate, l’apertura: ci si incontra a 26 milioni più 7 di bonus. Manca solo una firma, quella dell’illusionista Julian.

Due giorni dopo, l’annuncio a ciel sereno: Julian Draxler ha detto sì alla proposta del Wolfsburg, che pagherà allo Schalke 36 milioni di euro. Al giocatore 5 milioni per 5 anni e maglia numero 10. Gelo in casa Juve. Primo: da dove è saltato fuori il Wolfsburg? Altro che fari spenti: questi non avevano acceso nemmeno il motore e con un vero e proprio blitz chiudono la trattativa in poche ore. Secondo: perché mai uno come Draxler, 22 anni da compiere e un futuro da campione assicurato, dovrebbe scegliere proprio il Wolfsburg?

Il quotidiano tedesco Bild è il primo a fiutare l'improvviso inserimento del Wolfsburg nella trattativa Draxler-Juve

Il progetto dei Lupi

Al primo quesito si risponde con il classico gioco dell’estate, quando si parla di mercato: il domino. Pochi giorni prima, a casa Wolfsburg, si erano presentati un paio di sceicchi con un assegno da 70 milioni di euro. I tedeschi avevano incartato per bene De Bruyne e glielo avevano consegnato. Poi, messo metà del bottino in banca, si erano fiondati con l’altra metà dallo Schalke, beffando la Juventus e facendo sfumare l’obiettivo inseguito da Marotta per un’estate intera.

La seconda domanda invece va posta direttamente all’illusionista, e infatti gliela fanno. Il Wolfsburg è reduce da un ottimo secondo posto in Bundesliga, è vero, ma in quanto a fascino, storia e prospettive non è certo paragonabile alla Juventus: eppure Julian parla di “buon progetto”. L’idea è che anche lo Schalke abbia spinto per la soluzione spuntata dal nulla come per magia e che, oltre ai soldi, sia stata apprezzata l’assenza di dubbi sul recupero del giocatore dagli infortuni passati.

Non era una banana

La storia a questo punto va seguita su due binari paralleli. Uno, quello che porta Marotta a cercare frettolosamente un nuovo trequartista e a trovarlo in Hernanes (dall’illusionista al profeta: non esattamente la stessa cosa. La Juve resterà vincente nonostante un avvio di campionato da incubo, ma quel vuoto non sarà colmato). L’altro, il binario morto che conduce Draxler a una stagione avara di soddisfazioni, che nell’estate seguente lo porterà a esternare tutto il proprio malessere: “Mi erano state promesse altre cose, i dirigenti lo sanno” (il famoso “progetto”…). E poi l’ammissione, alla Bild: “Il mio obiettivo è andarmene da qui”. Tempo pochi mesi e Draxler finirà fuori rosa, “salvato” nel mercato invernale dal Psg (altri sceicchi, altra offerta a cui non si può dire no: 45 milioni al Wolfsburg per un separato in casa), dove rifiorirà.

Durante quel periodo triste e solitario, Draxler ripenserà anche alla Juventus, ma i bianconeri hanno ormai altri piani: puntano su Pjaca e non vogliono dare l’impressione di aver promosso lo strappo tra giocatore e club per poi fiondarsi come avvoltoi. Marotta gira al largo, Draxler invece ripensa a cosa sarebbe stato se… “Quando la Juventus partì male in campionato pensai di aver evitato una bella buccia di banana. In realtà sarebbe stato bello vincere scudetto e Coppa Italia…”. Per una volta, l’illusionista era stato illuso.

Buccia di banana in campo: e al Wolfsburg l'infelice Draxler scivola fuori rosa