Calciomercato Milan, Aubameyang si tira fuori: "Resto a Dortmund"

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Pierre-Emerick Aubameyang, dal 2013 al Dortmund (Foto Getty)
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L'attaccante gela i rossoneri: "Dortmund è casa mia, resto. In futuro mi piacerebbe una nuova avventura". Poco prima erano arrivate le parole dell'ad Watzke: "Costa oltre 100 milioni"

Aubameyang, Belotti, Kalinic. Il Milan continua a sfogliare la margherita per individuare il grande colpo in attacco, quell'acquisto che potrebbe cambiare e ulteriormente ampliare le prospettive stagionali dei rossoneri. Ormai è chiaro che il croato rappresenta la soluzione low cost (se 25 milioni può essere considerato low cost), mentre gli altri due sono le alternative da sogno che potrebbero portare alle stelle l'entusiasmo dei tifosi. Nelle ultime ore sono però arrivati segnali scoraggianti dal centravanti del Borussia Dortmund. Al termine del match di Supercoppa tedesca perso contro il Bayern l'ad dei gialloneri, Watzke, ha parlato di cifre, spaventando tutti i pretendenti ai grandi nomi del Borussia: "Dembelé al Barcellona? Se lo vogliono 100 milioni non bastano - ha dichiarato -. Per Aubameyang vale lo stesso discorso. 100 sono pochi".

Successivamente è stato lo stesso centravanti gabonese a chiudere, forse in maniera definitiva, le porte al Milan: "Nessuno sa cosa ci riserva il futuro - ha dichiarato Aubameyang al giornale tedesco Welt Am Sonntag -. Ho parlato recentemente con la dirigenza dicendo che un giorno mi piacerebbe cambiare città e provare qualcosa di nuovo nel mondo del calcio. Cina? È normale pensarci quando ti offrono così tanti soldi. Molti si rifiutano di andare, dicendo che è un Paese indietro a livello calcistico, ma sono dell’idea che ognuno debba sempre prima pensarci e valutare. Non mi è piaciuto però il modo in cui hanno trattato l’attaccante del Colonia, Modeste. Troppi tira e molla. Con me invece bisogna essere chiari, così ho deciso di metterli da parte. Rimango qua, sono felice e mi sento a casa. Non prometto nulla a chi chiede di vincere la Bundesliga. Il Bayern è più forte, ma ce la possiamo giocare”.