Kakà e la sua verità: "Io via dal Milan? Ecco come è andata"

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Kakà, ex giocatore di Milan e Real Madrid (getty)

Il talento brasiliano racconta il suo passaggio in Spagna: "A gennaio 2009 potevo andare al Manchester City, ma il Real Madrid era l'unica squadra per cui avrei cambiato maglia: non ho mai pensato ai soldi. Con i Blancos esperienza grandiosa, anche se ho vinto poco"

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KAKA E IL SUO FUTURO

8 giugno 2009: una data che i tifosi del Milan non dimenticheranno facilmente. Nessun trofeo alzato, ma il giorno di uno degli addii più emozionanti (e dolorosi) della storia del club: quello di Kakà, che in quell’estate di nove anni fa aveva completato il suo passaggio al Real Madrid per 65 milioni di euro. Il talento brasiliano è stato il primo acquisto della presidenza targata Florentino Perez, una scelta che proprio Kakà ha voluto spiegare in maniera esaustiva oggi che la sua carriera da calciatore si è conclusa: “Il Milan, in quel periodo, non aveva intenzione di vendere alcun giocatore - ha spiegato - Lo faceva solo se richiesto pubblicamente: e così fu per Shevchenko, che andò al Chelsea. Con me invece fu diverso: per la prima volta la società aveva aperto la porta a un’offerta, quella del Manchester City”. Kakà prosegue: “Inizialmente avevo deciso di restare, ma quando il Milan ha aperto alla mia cessione allora ho posto un vincolo: se me ne fossi andato dai rossoneri, sarebbe stato per giocare proprio nel Real Madrid, l’unico club per cui avrei lasciato il Milan”.

"Le mie decisioni mai guidate dai soldi"

Nell’estate del 2009, ecco a sorpresa la chiusura dell’affare: “A fine stagione la trattativa è decollata: Florentino Perez aveva chiamato a più riprese Galliani per avermi, dopo che il Milan aveva aperto le porte alla trattativa al City nel mese di gennaio. Poi il Real chiamò mio padre: io dissi di sì, sicuro che giocare a Madrid era la mia volontà”. Un forte desiderio, quello di Kakà, di vestire la maglia dei Blancos, dunque: “Il mio arrivo al Real Madrid fu grandioso, era tanto convinto della mia scelta che finii col guadagnare anche di meno di quanto succedeva a Milano, anche se poi alla fine ho anche vinto meno. E meno anche di quanto avrei fatto a Manchester. Ho sempre guardato ai soldi, ma non sono mai stati la base delle mie decisioni”, ha concluso il brasiliano.