Calciomercato story, 9 anni fa la presentazione di Cristiano Ronaldo al Real Madrid

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Nove anni esatti, da quel giorno in cui 80mila tifosi dei blancos accoglievano Cristiano Ronaldo. Senza il classico 7 sulla prima maglia, ancora di Raul, ma con un pubblico letteralmente impazzito. Costò 94 milioni e fu il super colpo del Perez bis alla presidenza del Real. In mezzo 12 gol in più delle partite giocate e 15 trofei

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Nove anni da quel giorno con la maglia numero nove. Un piccolo cambiamento che poi l’avrebbe fatto tornare alla normalità l’anno successivo, e a riprendersi il suo soprannome più classico: CR…7. Era il 6 luglio del 2009 quando il portoghese venne presentato al Bernabeu. Campagna acquisti da sogno con Kakà (gli ultimi due Palloni d’Oro) arrivato qualche giorno prima. Stadio quasi completamente pieno. Neanche fosse un Clasico o una semifinale di Champions. 80mila persone solo per lui. Per qualche parola, due palleggi e un primo grande abbraccio, di un amore lunghissimo ma non infinito. Cristiano Ronaldo venne pagato 94 milioni, colpo da favola del Florentino Perez bis che aveva lasciato la presenza dei blancos nel 2006 e tornò il primo giugno del 2009 proprio per riportare alla gloria il Real. Non ci riuscirà fin da subito. Perché quel giorno di luglio di nove anni fa il pubblico era in visibilio. Tutti per CR9. Pronti a scommettere su quel triplete che gli eterni rivali del Barcellona avevano completato solo qualche mese prima. Messi fenomeno. Guardiola che inventa un nuovo calcio che verrà chiamato tiqui-taca. E a Madrid vogliono fermare tutto questo. E vincere.

CR…70mila

Con Ronaldo succederà. Ma soprattuto nella sua seconda parte di avventura in blancos. In quell’estate CR7 arrivava da Manchester, dove aveva appena vinto tre Premier League in fila e la Champions del 2008, che poi gli valse anche il suo primo Pallone d’Oro. Era lui il fenomeno mondiale in rampa di lancio, non fosse per l’esplosione di Messi che si sarebbe confermato numero uno nel pianeta calcio per quattro anni. Tanti, tantissimi, e di sofferenza per un Ronaldo che poi ha ottenuto la sua rivincita. Partito da quella Manchester che sembrava alfa e omega della sua avventura nei top club europei. Poi l’inserimento della Juve, il colpo del secolo apparecchiato e ore di trepidante attesa per tutti i tifosi. Di tutte le squadre. Il colpo potrebbe arrivare sulla cifra di 100 milioni per il cartellino. Sei in più di quanti spesi. Per i blancos praticamente un affare. In mezzo tantissimi milioni sborsati per i suoi ingaggi monstre, certo, ma anche qualcosa come 450 gol (12 in più delle partite giocate!) e quindici trofei vinti.

Leggenda

“Ho realizzato il mio sogno da bambino, che era di giocare nel Real Madrid”. Con la voce rotta dall’emozione e un discorso quasi improvvisato. CR9 parla senza leggere da alcun un foglio: “L’ho detto anche ai miei amici, voglio essere spontaneo” - disse lui, sul palco con Perez ad annunciarlo, più Alfredo Di Stefano, presidente onorario del Real Madrid, ed Eusebio, il più grande giocatore portoghese di tutti i tempi. Forse dopo Ronaldo, ora che quei nove anni sono passati e CR7 ha riscritto non solo la sua storia e del Real, ma anche quella dell’intero gioco del calcio. Prima del saluto finale un “Hala Madrid”, urlato fortissimo da tutti i tifosi. E chiesto da Ronaldo. Gli stessi che non gli hanno negato qualche fischio sia nell’ultima stagione, che sempre in quel Bernabeu vestito a festa per la celebrazione del decimotercera dello scorso maggio. In mezzo le sue parole nella finalissima di Kiev, che lasciavano presagire una rottura ora certa. Coi blancos Ronaldo ha vinto tutto. La Coppa del Re fu la prima gioia, negli anni dei trionfi totali dei catalani di Guardiola. Poi la Liga, appena due volte. Probabilmente l’unico neo nella sua storia al Real, ben compensato però da quelle quattro Champions League. Nella Decima tanto agognata stabilisce il record di gol in una singola edizione della Coppa, 17. Prima di vincerne altre altre tre, in fila, da trascinatore assoluto. Più quattro Supercoppe e tre Mondiali. E i gol da fenomeno. Di destro, il piede forte. Su azione, su rigore e punizione. Di testa, nel paradosso dei suoi numeri. Il 9 sulla prima maglia poi cambiato per passare al 7. Mentre proprio in campo diventava sempre più numero nove. Per non parlare delle reti di tacco e in rovesciata, che a Torino conoscono già. 450 in totale. 311 in Liga. 121 in Champions. Miglior marcatore della competizione davanti a Messi. Miglior marcatore di sempre del Real Madrid. Dove iniziava la sua avventura nove anni esatti fa e dove oggi sembra sul punto di concluderla. Da più forte al mondo. Tra i migliori della storia. Da leader del Real. E da leggenda di Madrid.