Calciomercato, da Bonucci a Higuaín: tutti gli affari nella storia sull'asse Juventus-Milan

Calciomercato

Luca Cassia

Aggiunge nuovi protagonisti l'elenco delle trattative archiviate nella storia tra Juventus e Milan
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Va in archivio la maxi-operazione tra bianconeri e rossoneri per i trasferimenti di Higuaín, Caldara e Bonucci, ultimi affari archiviati nella storia tra i due club. Il primo fu Mezza ad inaugurare l'elenco proseguito tra gli altri con Paolo Rossi e Baggio, Inzaghi e Pirlo. Non mancano nemmeno gli allenatori transitati da una società all'altra

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HIGUAIN E CALDARA AL MILAN, BONUCCI ALLA JUVENTUS

È ormai definitiva l’intesa tra Juventus e Milan per la maxi-operazione dell’estate, accordo totale che coinvolge ben tre giocatori sull’asse Milano-Torino. A sbloccare l’affare il prestito oneroso di Gonzalo Higuaín ai rossoneri, nuovo attaccante d’eccezione agli ordini di Gattuso. Chi imbocca definitivamente la corsia opposta dell’A4 sono invece Mattia Caldara e soprattutto Leonardo Bonucci, uno degli eroi della rinascita bianconera culminata con il clamoroso addio nell’ultima sessione estiva. A distanza di un anno, indossata la fascia di capitano al Milan e ricuciti gli attriti con Allegri, il difensore della Nazionale torna a casa concedendo la ribalta al Diavolo per l’ex centrale dell'Atalanta. In attesa di firme e annunci ormai certi, il triplo colpo di mercato va ad aggiornare la ricca storia degli affari tra le due società. Magari rivali sul campo, indubbiamente affiatate in materia di trattative.

Tutti gli affari sull'asse Juventus-Milan

Ad inaugurare l’elenco biancorossonero fu Giuseppe Meazza, storico attaccante nonché bandiera dell’Inter, che nel 1942 a 32 anni si trasferì dai rossoneri alla Juve: 27 presenze e 10 reti nell’unica stagione a Torino prima di spostarsi a Varese. Vent’anni più tardi ecco il primo scambio a coinvolgere l’ala destra Bruno Mora e il libero Sandro Salvadore, i quali vivranno rispettivamente a Milano e in bianconero le parentesi più lunghe delle rispettive carriere. Non può mancare all’appello Fabio Capello, protagonista nel 1976 dello scambio con Romeo Benetti che lo inserì in pianta stabile a Milanello dove si ritirerà nel 1980. L’ex centrocampista di Pieris ripeterà il passaggio, sebbene non direttamente, nella seconda vita da allenatore che lo portò ad imporsi soprattutto nel capoluogo lombardo. A destare clamore fu l’operazione Paolo Rossi datata 1985, bomber reduce dai fasti in Nazionale e alla Juventus: raccolta la numero 10 di Rivera e sottoscritto un contratto biennale da 700 milioni di lire annui, Pablito deluderà salutando dopo una sola annata con 2 gol. Altrettanto sorprendente l’intesa tra i due club in merito a Roberto Baggio, Pallone d’Oro ceduto da Agnelli nell’estate 1995 e invocato dal già citato Capello alla guida del Milan: 18 miliardi di lire il costo dell’operazione, peccato che l’avvento di Sacchi in panchina ne guasterà la permanenza complici i trascorsi in Nazionale. Sarà il Bologna di Ulivieri a rivitalizzarne il talento dopo il biennio rossonero.

Infortuni e la concorrenza di Savicevic per il Codino, nient’altro che un rimpianto per il Milan 1996/97 alle prese con Edgar Davids: prelevato a parametro zero dall’Ajax dopo i trionfi in Olanda, il Pitbull dalle origini surinamesi non s’integrò con l’ambiente andando a riparare a Torino per 9 miliardi di lire. In nove stagioni diventerà una pedina fondamentale nel centrocampo dei rivali, binari paralleli a Filippo Inzaghi che in realtà si era già consacrato a Torino laureandosi per tre anni di fila come il miglior marcatore in squadra. Nulla in confronto all’era milanista, inaugurata nel 2001 per 70 miliardi di lire (40 di cartellino più Cristian Zenoni) che renderà Super Pippo uno degli idoli di San Siro collezionando titoli in Italia e in Europa agli ordini di Ancelotti. Il prestito di Christian Abbiati alla corte di Capello nel 2005 altro non fu che un indennizzo concesso alla Juve, penalizzata dall’infortunio di Buffon in occasione del Trofeo Berlusconi. Più recentemente l’affare lo ha fatto anche la Juventus, blindando Andrea Pirlo a parametro zero nel 2011: rapporto qualità-prezzo eccellente per l’ex regista del Milan, punto fermo nei bianconeri tornati ad altissimi livelli in Serie A con 4 scudetti in altrettante stagioni. Prima di lui fu Nicola Legrottaglie, solo una presenza a Milano valida tuttavia per fregiarsi dello Scudetto, a lievitare l’elenco storico degli affari tra le società. E dopo di lui toccò ad Alessandro Matri percorrere l’A4 tra andate e ritorni: prima la cessione in rossonero nel 2013, poi il ritorno in prestito a Torino due anni più tardi facendo infine ritorno alla base. Da non trascurare come la cessione di Bonucci un anno fa, capitano designato del Diavolo, registrò il percorso inverso per Mattia De Sciglio cresciuto proprio nel vivaio rossonero e per 6 stagioni in prima squadra.

Panchine da ex, Bonucci torna a casa

Protagonisti in campo e pure in panchina nella storia di calciomercato tra Milan e Juventus. Detto di Fabio Capello, degno successore di Sacchi negli anni Novanta con un passaggio meno scintillante a Torino, chi risponde all’appello è pure Giovanni Trapattoni passato direttamente dal Diavolo alla Signora nel 1976: bandiera rossonera da giocatore con un breve apprendistato in panchina, il Trap ha scritto pagine indelebili alla Juve conquistando in 13 anni la bellezza di 15 titoli. Meno fortunato il curriculum di Carlo Ancelotti sotto la Mole, mai amato dai tifosi a causa dei trascorsi da centrocampista con Roma e Milan, club quest'ultimo dove invece si stabilirà dal 2001 per otto anni vincendo 8 trofei e ben due Champions League. Il presente certifica invece la presenza di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juve, lui che festeggiato l’ultimo scudetto rossonero nel 2011 imponendosi poi come allenatore leggendario in bianconero: 4 scudetti di fila e altrettanti double nella striscia record della società, lui che si è assicurato proprio l’ultima Coppa Italia strapazzando da ex il Milan. Se Higuaín e Caldara si metteranno a disposizione di Gattuso, Max ritroverà Bonucci dopo le frizioni nell’ultima parentesi alla Juve poi sanate a distanza. A vincere è stata la voglia di tornare a casa per Leo, atteso piuttosto dal più difficile degli esami nel quesito che accompagna le ultime ore di mercato. Come lo accoglierà lo Stadium dopo lo sgarbo dello scorso 31 marzo? Gol ed esultanza provocatoria da capitano del Milan, affronto che qualcuno non riesce ancora a superare.