Sarri e Juve: 3 anni di frecciate fra allenatore e bianconeri

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Oggi Maurizio Sarri è uno dei nomi in pole del dopo Allegri per la panchina della Juventus. In passato era stato l'inevitabile rivale dei bianconeri, sul campo e non

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Il fatturato e la cessione di Higuain, il dito medio e il calendario. I nomi forti per il dopo Allegri sono due in casa Juve: Simone Inzaghi e quel Maurizio Sarri vecchio "nemico" sulla panchina del Napoli, ora candidato per quella dello Stadium dopo una stagione di luci e ombre in Inghilterra. La rivalità è durata tre anni, come ovvio nel gioco delle parti tra chi, in campo, si contendeva punti decisivi per la corsa allo scudetto. Maurizio Sarri era allora l'antagonista inevitabile di quella Juve, simbolo di quel Napoli avversario non solo sul campo, ma anche fuori, tra frecciatine e polemiche.

Fatturato, Higuain e calendario

Uno dei primi punti di scontro Sarri-Juve fu quello legato al fatturato: "Juve? Sono palesemente di un'altra categoria - disse l'allora allenatore del Napoli a gennaio del 2016 -. Non so se Insigne e Higuain possano colmare il gap con loro: abbiamo dei grandi attaccanti ma da qui a competere con la Juve la strada è lunga. Alla lunga il fatturato pesa". Questioni societarie, più che di campo, che esplosero poi anche con il passaggio di Higuain a Torino: "Mi ha terribilmente infastidito quando esponenti della Juve parlavano di Higuain mentre era un nostro calciatore", altro scontro, datato agosto 2016, poi proseguito nella lunghissima corsa al titolo del 2017-18, culminata per il Napoli con la bellezza di 91 punti ma solo al secondo posto. "Vedendo il calendario - disse nel gennaio 2018 Sarri - penso ci sia stato un errore mastodontico fatto dalla Lega. In alcune gare si poteva creare soluzioni simili, quindi o giocare in contemporanea o fare giocare qualche volta prima noi. Si è verificata una combinazione su un milione. Mi dispiace, sono certo che si sia verificata in buona fede, ma un minimo di dubbio sulle capacità di chi deve organizzare queste cose mi viene".

Dito medio

Dalle parole si passò poi ai fatti quando, il 22 aprile del 2018, si arriva allo scontro diretto dello Stadium. Quel giorno Koulibaly salterà in cielo regalando la vittoria e il -1 al Napoli, mentre nel pre partita la copertina se la prende Sarri col dito medio alzato dal pullman in arrivo allo stadio: "Non era per i tifosi della Juve - disse poi lui -, coi quali anzi abbiamo scherzato in albergo. Era per un gruppo di persone che ha sputato contro il nostro pullman e ci ha insultati in quanto napoletani. Il gesto era per loro".

Mal di pancia e albergo

La storia di quel campionato proseguirà con la vittoria della Juve all'ultimo respiro (3-2 con due reti dall'87' in poi) contro l'Inter, e il conseguente (il giorno dopo) ko del Napoli a Firenze contro la Fiorentina. "La gente non ha più fiducia nel calcio italiano? Bisogna pensare solo al campo senza secondi pensieri - disse Sarri -. Nella vita tutto finisce, quindi prima o poi finirà anche quello che vediamo in Italia. Il rischio è perdere tanti appassionati che hanno la sfortuna di tifare squadre che sanno di non vincere mai". Una frecciata lanciata anche a distanza di mesi nel settembre del 2018, nell'intervista a Il Mattino: "Lo scudetto? Mi capita di ripensarci. Sarebbe stato il coronamento di una storia straordinaria. Chi ha fatto sport sa che abbiamo perso il campionato in albergo a Firenze. Mal di pancia per Inter-Juve? Sì. Perché quello che è successo il giorno dopo è stato la conseguenza di quella partita".