Higuain al Milan: dalla news del suo arrivo al divorzio di Gedda. LE FOTO
Il Westin Hotel, La Madonnina e la folla sotto un balcone di Piazza Duomo. I sorrisi e le maglie col 19 di Bonucci che diventano 9 di Higuain. Il primo assist, il primo gol e le prime insofferenze. Il dualismo con Cutrone e la sfida alla "sua" Juve, dove tutto si rompe. Quaranta scatti per 170 giorni: la (breve) storia rossonera del Pipita, e di un matrimonio durato appena sei mesi. Fino al 31 gennaio tutte le sere su Sky Sport Football e Sky Sport 24 "Calciomercato, L'Originale", con Bonan, Di Marzio e Fayna
Dal 2 agosto a metà gennaio, nel momento del secondo ko contro la Juve che in estate l’ha scaricato dopo il colpo Cristiano Ronaldo. 170 giorni di sorrisi, gol, esultanze; ma anche insofferenza, stizza, astinenza dal gol e delusione. Fino a un divorzio, inevitabile, tra due protagonisti - Higuain e il Milan - che si aspettavo entrambi molto di più l’uno dall’altro.
La prima foto del Pipita rossonero è questa: maglietta arancione e cappellino verde. È il primo agosto e l’argentino, insieme al fratello Nicholas suo agente, arriva al Westin di Milano atteso da una folla di tifosi.
Le prime parole: “Comincia una nuova avventura, un saluto a tutti i tifosi milanisti e anche a quelli della Juventus, che mi hanno dato tanto affetto. Speriamo di arrivare il più lontano possibile”.
Il giorno dopo è quello delle visite a La Madonnina. Higuain veste per la prima volta il simbolo del Milan…
…Mentre un’altra folla di tifosi lo attende. Dopo Inzaghi e i tanti flop in attacco, è in lui che il popolo rossonero ripone grandi speranze per tornare a vincere.
Lo step successivo è allora Piazza Duomo, sotto un’altra Madonnina. Insieme a lui Caldara, altro tassello dell’operazione che ha riportato Bonucci in bianconero dopo un anno da capitano del Milan.
I tifosi non si fanno problemi: via l’1 e il nome dalla schiena, ora l’idolo è Gonzalo Higuain.
Lui dal balcone, per tutta risposta, sorride e alza un dito mentre dal basso cantano il suo coro per eccellenza: “Siam venuti fin qui per vedere segnare Higuain”.
Dunque le prime parole. La maglia numero 9 sarebbe ancora di André Silva (che di lì a poco andrà al Siviglia), ma - senza troppe sorprese - è l’argentino a prendersela.
Nella sua prima conferenza stampa Higuain è chiaro sulla scelta Milan: “Ho la pelle d'oca. Juventus? Nessun rancore. Qui mi hanno voluto tutti, al Chelsea mi voleva solo Sarri”.
Fatte le presentazioni è così il momento del campo. La “prima” è subito di lusso, seppur in amichevole. Al Bernabeu c’è Real-Milan.
Il Pipita parte titolare e per trovare il primo gol impiega solo quattro minuti. Vinceranno poi i Blancos per 3-1.
Poco male per i rossoneri. Il giorno in cui si inizia a fare sul serio è nella prima di campionato (in realtà seconda, dopo il rinvio di Genoa-Milan). A Napoli, contro la vecchia squadra del Pipita, la partita è subito in discesa con lo 0-2 Bonaventura-Calabria, ma l’altro ex Ancelotti recupera, ribalta e vince.
Il riscatto arriverà però subito dopo contro la Roma: la prima di Higuain a San Siro. Il Pipita segna…
…ma il VAR annulla (giustamente) per fuorigioco millimetrico.
Si rifarà al 90’ con l’assist decisivo per Cutrone.
Il primo gol ufficiale tarda, in realtà, di poco, a Cagliari saltando il portiere Higuain trova l’1-1 finale.
Come sempre esultanza rabbiosa e tanta grinta, quella che non si vedeva su una maglietta numero 9 rossonera da molto tempo.
Higuain troverà poi contro il Dudelange anche il primo gol europeo.
L’argentino segnerà in serie contro Atalanta, Olympiakos e Chievo (doppietta).
Nel frattempo migliora l’intesa con Cutrone, che per il momento parte sempre dalla panchina. Il titolare è Higuain che inizia benissimo la sua avventura milanese. Sette gol nelle sue prime dieci partite. Segna e fa segnare. Fa salire la squadra e cerca sempre la giocata, mai banale. La sensazione è quella di un giocatore capace realmente di spostare gli equilibri. Non sarà così.
Il primo passo falso della stagione arriva col doppio ko nel derby contro l’Inter (deciso dall’altro “9” argentino) e col Betis, dove il nervosismo di Higuain esplode sempre di più nel suo linguaggio del corpo in campo.
Contro la Samp in campionato Gattuso si trova allora al primo bivio: deve vincere, necessariamente, e sceglie il 442 con Higuain e Cutrone in campo contemporaneamente.
Risultato? Una rete a testa e vittoria 3-2 scaccia crisi.
Le due partite successive contro Genoa e Udinese i rossoneri trovano due clamore vittorie nel recupero, entrambe decise da Romagnoli. Ma alla Dacia Arena Higuain si fa male.
L’argentino prende un colpo alla schiena e i suoi tifosi un colpo al cuore: una settimana dopo c’è Milan-Juve, la “sua” partita.
Dopo il forfait di Europa League il Pipita stringe i denti e gioca titolare a San Siro. Sarà la sua sliding doors rossonera.
Dopo il vantaggio di Mandzukic arriva il rigore che può cambiare la storia. Il Pipita, scaricato in estate, può trovare la sua rivincita e urlare al gol. L’argentino va sul dischetto…
…ma Szczesny devia sul palo.
Nel finale di partita, dopo un fallo a centrocampo e le proteste, Mazzoleni (inevitabilmente) lo espelle. Al Pipita viene una crisi di nervi.
Furia, rabbia, stizza. Tutti in campo provano a calmarlo, compresi gli ex compagni Chiellini, Matuidi e anche Cristiano Ronaldo, che aveva appena trovato il 2-0.
Higuain lascia il campo quasi in lacrime. Sente il peso della sconfitta sulle sue spalle.
Già visti in precedenza (ma un po’ oscurati dalle vittorie), emergono sempre di più le sue insofferenze. Nell’XI titolare del Milan sembrano in pochi a parlare la sua stessa lingua calcistica.
Dopo due partite saltate per squalifica (dove il Milan fa 4 punti), arriva l’astinenza. Quattro partite e zero gol, per lui e per tutta la squadra, che raccoglie appena 3 punti, uscendo anche dall’Europa League sul campo dell’Olympiakos.
L’ennesimo riscatto arriva nell’ultima dell’anno contro la SPAL. Al 64’ la decide proprio Higuain.
Per l’argentino il gol è una liberazione.
Che culmina ancora nelle lacrime.
Nel frattempo i primi malumori da entrambe le parti, legate a un prestito con una pesante opzione di riscatto, iniziano ad emergere. Leonardo, nel giorno della presentazione di Paquetá, dirà: “Higuaín? Deve prendersi le sue responsabilità e pedalare”.
Nella prima del 2019 in Coppa Italia Higuain c’è, titolare contro la Samp. L’argentino, però, non segna. A deciderla ci penserà il solito Patrick Cutrone (davanti al Pipita come capocannoniere della squadra, 9 reti a 8).
Nel frattempo, fuori dal campo, Higuain è sempre sereno. Al netto del linguaggio del corpo in campo, di un Milan che non convince totalmente e delle voci di mercato. Sorride insieme ai compagni in viaggio verso Gedda.
Un simpatico tackle su Gattuso in allenamento sembra un altro indizio di un ambiente positivo, senza problemi.
Poi il "caso" della foto ufficiale pre Supercoppa dove Higuain è assente. Si inizia a parlare di febbre, e di una sua partenza dalla panchina nella nuova sfida contro la Juve.
Così sarà, e il destino beffardo vuole che il suo ingresso in campo preceda soltanto di un minuto il rosso di Kessié, che lascia il Milan in dieci uomini.
Higuain non cambia le sorti del match, perde ancora con la Juve e sfila davanti alla Supercoppa, quella che nel 2014 vinse proprio contro i bianconeri con la maglia del Napoli. In panchina c’era ancora Rafa Benitez, prima dell’avvento di Maurizio Sarri, l’uomo che riabbraccerà molto presto a Londra.
