È il perno della nazionale brasiliana quando nell’estate del 2000 arriva all’Inter su consiglio di Ronaldo. Lippi lo stima ma “salta” dopo la prima giornata, e al suo posto arriva Tardelli che non lo considera proprio. E dire che agli esperti ricordava proprio l’eroe italiano del Mundial… Rivenduto in cambio di Adriano, lascia l’Italia dopo aver rubato la bottiglia più preziosa dalla cantina dell’amico Ronaldo
di Vanni Spinella
2/12
- Dopo l’1-0 incassato in terra svedese, l’Inter in casa è quasi certa di poter ribaltare il risultato, ma fatica fino al 90°, quando si presenta la miglior occasione su calcio di rigore. Batte Recoba, che si fa parare il tiro e le speranze di Champions dell’Inter di Lippi. Il tutto sotto gli occhi dell’ultimo colpo di mercato, il campione brasiliano Marcos André Batista Santos, per tutti più semplicemente Vampeta
4/12
- Baffetto alla Clark Gable, pettinatura che ci riporta al calcio in bianco e nero, completo grigio che lo fa più vecchio dei suoi 26 anni, quattro anelli d’oro alle dita, orecchino al lobo sinistro e un nome, Vampeta, che è la crasi di “vampiro” e “capeta”, in portoghese “diavolo”: atterra così a Malpensa, rassicurando subito i tifosi: “Il calcio italiano? Lo conosco già, Ronaldo me ne ha parlato tanto: non avrò problemi di ambientamento”
5/12
- Su di lui si sbilancia anche Oriali, all’epoca dirigente nerazzurro: “Un campione”. Il Ct del Brasile, Luxemburgo, si era spinto anche oltre: “Un po’ Rivelino e un po’ Dunga”. Inarrivabile, però, Giancarlo Antognoni. Cosa c’entra? Prima del blitz interista c’era la Fiorentina su Vampeta e l’allora dirigente viola aveva sentenziato: “Un Tardelli moderno”. Incredibilmente, la sua vicenda si intreccerà proprio con quella del Tardelli… “originale”
6/12
- Vampeta arriva in Italia al top della forma: in Brasile ha già disputato un quarto di campionato e diverse partite con la nazionale, segnando due gol all’Argentina in una partita di qualificazione mondiale finita 3-1; senza di lui, squalificato, la settimana dopo il Brasile ha perso 3-0 contro il Cile. Pochi dubbi: l’Inter ha preso il perno della Seleçao
7/12
- All’esordio in nerazzurro poi, nonostante la sconfitta (4-3) contro la Lazio in Supercoppa, sembrano arrivare le prime conferme. Lippi gli dà subito le chiavi, lui va alla moviola ma riesce persino a segnare con una specie di trivela ante-Quaresma, complice una dormitona di Peruzzi. Poi però...
8/12
- Poi però accade che Lippi, dopo la prima di campionato (sconfitta con la Reggina), se ne esce con quella frase sui giocatori da appendere al muro e prendere a calci nel sedere, suggerendo a Moratti di cacciare l’allenatore (che poi sarebbe lui) e la storia di Vampeta prende una direzione inaspettata
9/12
- Moratti infatti raccoglie l’invito di Lippi e mette in panchina Tardelli, il Tardelli antico, che dopo il primo allenamento fa capire al Tardelli moderno di non voler puntare su di lui, ammettendo di non conoscerlo. Vampeta ha la pessima idea di replicare un “Nemmeno io ti conosco” e da lì i due iniziano a non starsi più molto simpatici
10/12
- Vampeta inizia a passare le domeniche in panchina, e a gennaio la cessione è una liberazione per tutti, con l’Inter che fa anche l’affare scambiandolo con Dalmat del Psg e rispedendolo in Brasile a fine stagione, al Flamengo in cambio di Adriano. Tutto sommato, hanno fatto affari peggiori, in casa Inter
11/12
- Di Milano gli restano pochi ricordi, il più nitido – nonostante per sua stessa ammissione quella sera fosse ubriaco – è quello di una festa a casa dell’amico Ronaldo in cui si scolò una bottiglia di vino… santo. “Ero già sbronzo quando andai a pigliare una bottiglia dalla sua cantina. Purtroppo era il vino regalatogli da papa Giovanni Paolo II durante una visita in Vaticano... Ronaldo si incazzò, voleva che gliela pagassi. Ma il vino sapeva d’aceto...”. Bell’amico, quel Fenomeno
12/12
- Senza più quei baffetti che lo caratterizzavano e il fisico scolpito che gli aveva permesso di posare come modello per una rivista gay, oggi Vampeta ha messo su peso ma è rimasto legato al mondo del calcio come commentatore sportivo in Brasile. E quando Ronaldinho organizzò un match con in campo alcune delle più grandi leggende brasiliane, si ricordò anche di lui...