LA FOTOGALLERY. La Roubaix ha chiuso due settimane di battaglia nelle classiche del Nord. Trionfano lo svizzero e Terpstra (IL VIDEO), ma la prova del britannico già vincitore del Tour è storia. Sagan e Degenkolb crescono, male Pozzato e Paolini

La verità è che è uno spettacolo che ci è rimasto negli occhi. Da sempre unica, la corsa francese quest’anno è stata davvero magnifica. Merito degli interpreti, che l’hanno disputata con pochi tatticismi. E merito di un percorso d’immortale fascino -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Il nono posto alla Roubaix è un pezzo di storia. L’ultima volta che un vincitore del Tour – Bernard Hinault – conquistava l’inferno del pavé era il 1981. Wiggo non ci è andato lontano, mostrando che si può essere ciclisti anche senza iper-specializzarsi -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Dopo il 12esimo podio consecutivo in una classica monumento, dopo la vittoria al Fiandre e il terzo posto alla Roubaix, è chiaro che si parla di una leggenda su pedali. Eppure aveva gambe meno brillanti del solito. E ha corso sempre e troppo in difesa -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Al contrario di Cancellara, se ne va con un bottino magro (5° alla Gand-Wevelgem). Ma ha corso una Roubaix da leone indomito, magnificamente e testardamente all’attacco, alla ricerca dell’impresa. Così, ha spianato la strada al successo di Terpstra -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Primo alla Roubaix, sesto al Fiandre, secondo ad Harelbeke, primo alla Dwars door Vlaanderen. Dopo Cancellara il più regolare è stato lui. Il successo di domenica è meritatissimo, anche se pure lui l’ha ottenuto dopo una gara abbastanza passiva -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Da quest’anno è ormai in un’altra dimensione: quella delle grandi classiche. Ex velocista, il tedesco trionfa alla Gand, va vicinissimo al successo alla Roubaix, molla solo all’ultimo al Fiandre. Davanti, ha un futuro da grandissimo in queste corse -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
In fondo, con le ruote sopra i ciottoli, quello che andava più forte era proprio il belga della Belkin. Non è riuscito a capitalizzare al Fiandre, dove forse avrebbe potuto staccare Cancellara, e neppure alla Roubaix. Ma la sua potenza ha impressionato -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Il Fiandre l’ha “steccato” di brutto, ma si è rifatto con una prova gagliarda alla Roubaix e ha pur sempre vinto Harelbeke. Dà l’idea di patire le gare oltre una certa distanza, ma ha 24 anni ed è in linea con quello che faceva Cancellara alla sua età -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Nei dieci sia al Fiandre che alla Roubaix, terzo ad Harelbeke, è anche lui in crescita costante e vistosa. Con la sua tenacia, riesce a far meglio di un Boasson Hagen che invece pare destinato al ruolo di promessa mai pienamente compiuta -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Al Fiandre aveva dato vita a una disperata rincorsa, tutta di potenza e grinta, al gruppetto dei primi. Non c’era riuscito, ma per poco. Alla Roubaix è sfortunato ed esce presto di scena. Ma si conferma tra i migliori dopo la vittoria della Sanremo -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Malino alla Roubaix, aveva sfiorato la vittoria al Fiandre, prima con un’azione splendida per tempismo e potenza, poi nella volata con Cancellara. Fa la parte del perdente di successo, che spesso – involontariamente - lavora per il successo degli altri -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Va in fuga con Van Avermaet, ma gli dà due cambi in un’ora di gara. Avesse collaborato, avrebbe evitato il rientro di Cancellara. Invece fa il succhiaruote, con la scusa dei capitani in gruppo, poi ha pure il coraggio di scattare nel finale. Non si fa -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Esce di scena troppo presto in tutte le classiche in cui, in teoria, lo attendevamo. Dopo la Sanremo aveva fatto sperare in un altro prodigio di longevità, ma forse il problema è che l’Italia si attendesse risultati da lui, nato nel gennaio 1977 -
Inferno Roubaix: polvere, fatica e sudore
Non pervenuto per il secondo anno di fila, anche lui lascia l’impressione di aver già dato quello che aveva da dare, almeno per le classiche del pavé. Peccato perché a un certo punto della sua carriera, era pronto e degno del grande risultato al Nord -
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