La 14esima tappa, da Castellania a Oropa di 131 km, è la celebrazione dei due corridori più amati e discussi nella storia del ciclismo. Tante le similitudini fra Coppi e Pantani, protagonisti di una vita costellata da salite impervie e tragiche discese
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Si corre al Giro d'Italia la 14esima tappa, la Castellania-Oropa di 131 km. Non sarà una frazione come le altre, visto che si omaggeranno i due ciclisti più amati e discussi dal pubblico, Fausto Coppi e Marco Pantani. Due miti che, nel bene e nel male, hanno vissuto trionfi e tragedie in parallelo -
La tappa è spezzata in due tronconi: 120 km di pianura assoluta e gli ultimi 11 km con pendenze che raggiungono il 13% fino ad arrivare al Santuario di Oropa. Si parte da Castellania, che diede i natali a Fausto Coppi nel 1919 e si arriva a Oropa, teatro di una delle mitiche imprese di Pantani al Giro del 1999 -
Fausto Coppi, detto il Campionissimo, è stato il primo divo dello sport italiano. Grazie alle sue imprese sulla bici, alla sua rivalità con Bartali e al gossip scatenato appena sceso dalla sella, questo ragazzo di Castellania ha fatto sognare un'intera generazione, che cercava di risalire la china dopo la Seconda Guerra Mondiale. Professionista dal 1939 al 1959, Coppi s'impose sia nelle più importanti corse a tappe che nelle maggiori classiche di un giorno. Vinse cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953), un record condiviso con Binda e Merckx, e due volte il Tour de France (1949 e 1952), diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno sia nel 1949 che nel 1952. Per quanto riguarda le gare in linea, il Campionissimo vanta cinque affermazioni al Giro di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954, record), tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), e i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Divenne campione del mondo professionisti nel 1953 e primeggiò anche nel ciclismo su pista: fu campione del mondo d'inseguimento nel 1947 e nel 1949 e primatista dell'ora (con 45,798 km) dal 1942 al 1956 -
Marco Pantani, detto il Pirata, è stato l'eroe del popolo. Con i suoi scatti improvvisi sulle montagne di Giro e Tour, il romagnolo ha conquistato le folle nonostante un palmares di gran lunga più scarno di quello dell'illustre predecessore. Professionista dal 1992 al 2003, Pantani ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i trionfi del 1998 al Giro d'Italia e al Tour de France (ultimo dei ciclisti dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain a realizzare l'accoppiata nello stesso anno) e la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995 -
La Pantani-mania scattò nel 1994, con l'esplosione del giovane scalatore romagnolo, allora in forza alla Carrera. Pantani era un fantasioso, poco avvezzo agli schemi e al ciclismo 'da radiolina'. Una volta lanciato il cappellino (o la bandana), non ce n'era più per nessuno... -
Coppi e la montagna. Il fisico straordinario di Fausto, con una notevole agilità muscolare, gambe lunghe e sottili, un sistema cardiorespiratorio fuori dal comune (torace ampio, capacità polmonare di 7,5 litri e 34 pulsazioni cardiache/minuto a riposo), garantivano al Campionissimo di volare letteralmente su ogni tipo di asperità. Come sullo Stelvio, 48 tornanti di una difficoltà atroce, salendo fino ai 2.752 metri del Passo, dove Fausto sembrava di casa -
"Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia". C'è tutto Marco Pantani in questa frase, che conferma il rapporto di amore tra il Pirata e la montagna. Lui che si allenava sulle alture della sua Cesenatico, uno scalatore venuto dal mare, controcorrente come solo lui poteva fare -
Il ciclismo di Fausto Coppi era uno sport di fatica estrema. Si correva in condizioni spesso proibitive, con materiali tecnici e mezzi tecnologici ben lontani da quelli a cui siamo abituati. Le strade sterrate e tappe di 300 km erano all'ordine del giorno -
Non ha mai lesinato sulla fatica nemmeno Pantani, che anzi si esaltava nei momenti più difficili e proibitivi. Caldo, pioggia, pendenze al 20%: più il terreno era difficile, più Pantani si esaltava -
Leggendaria fu la rivalità di Coppi con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra, anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due. Celebre nell'immortalare un'intera epoca sportiva è l'immagine che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita al Tour del 1952. Nemici in strada e amici fuori: questi erano Coppi e Bartali -
Non ha mai avuto un vero e proprio 'nemico' sportivo Marco Pantani, almeno fino alla 12esima tappa del Tour 2000, quando l'americano Lance Armstrong lasciò vincere il Pirata sul Mont Ventoux, dichiarandolo alla stampa subito dopo il traguardo. Quella 'sboronata' non andò giù all'italiano, che non fece mai mistero della propria antipatia per il texano, che si rivelerà il più grande bluff dello sport professionistico -
Fausto Coppi andava controcorrente negli Anni '50, in una società piuttosto chiusa e bigotta. Il Campionissimo ruppe il proprio matrimonio per portare avanti una relazione con una donna sposata, Giulia Occhini, facendo le fortune dei rotocalchi rosa dell'epoca. Condannato anche dalla Chiesa, dovette rifugiarsi in Messico e in Argentina per sposare la sua amata 'Dama Bianca' e per far nascere il figlio Faustino -
Anche Pantani è sempre stato uno contro il sistema. Al Tour del 1998, subito dopo l'esplosione del caso Festina, fu tra i promotori dello sciopero nella 12esima tappa dei corridori, per il trattamento a loro riservato da media e organizzatori. La sua immagine seduto sull'asfalto, a gambe incrociate a Tarascon-sur-Ariege, resterà nella storia -
Nella sua lunghissima carriera, Coppi ha dovuto far fronte a moltissimi infortuni. Nel Giro 1950, in prossimità delle Scale di Primolano, Coppi viene inavvertitamente urtato da un altro corridore, dovendosi ritirare. All'ospedale di Trento la diagnosi è senza appello: frattura tripla del bacino, niente Tour de France e stagione compromessa. L'11 marzo dell'anno successivo, alla Milano-Torino,il Campionissimo è vittima di una caduta che gli causa la frattura della clavicola -
Innumerevoli i viaggi in ospedale di Pantani, da sempre vittima di terribili incidenti. Il Pirata viene investito da un'auto una prima volta a inizio 1995, mentre prepara il Giro. Pochi mesi dopo, sulla discesa di Pino Torinese, viene investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario sulla sede di gara durante la Milano-Torino. Viene ricoverato al CTO di Torino dove gli riscontrano la frattura di tibia e perone. Ma non è finita: nella discesa del valico di Chiunzi, in una tappa interlocutoria del Giro 1997, Pantani cade a causa di un gatto nero che aveva attraversato la strada al passaggio del gruppo: si procura una lacerazione di un cm nelle fibre muscolari della coscia sinistra e abbandona la corsa -
"Un uomo solo al comando". Basta questa espressione per ricordare la più grande impresa di Fausto Coppi. Al Giro del 1949, il Campionissimo vince la Cuneo-Pinerolo dopo 192 km di fuga solitaria, scalando cinque passi (Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro, Sestriere) e lasciando Gino Bartali a 11’52’’. Quella maglia rosa sarà sua -
30 maggio 1999, 15esima tappa del Giro: sulla salita che porta a Oropa, Pantani ha un incidente tecnico (la caduta della catena) che gli fa perdere circa 20'' sul gruppo. La squadra lo aiuta a tornare sui migliori, prima che il Pirata si scateni e porti a termine una rimonta clamorosa, condita da una delle vittorie più entusiasmanti della carriera -
La famiglia, un concetto complesso ma molto moderno per Fausto Coppi, che nella vita ha avuto due figli (Marina e Faustino) da due donne diverse, Bruna Ciampolini e Giulia Occhini -
Pantani non si è mai sposato, ma ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la famiglia, tanto da abitare con i suoi genitori Tonina e Paolo anche una volta sopraggiunta la celebrità. Per trovare i coniugi Pantani, bastava recarsi alla piadineria di famiglia sul lungomare di Cesenatico -
Fausto Coppi è stato forse il primo corridore ad utilizzare i più avanzati metodi scientifici per andare forte in bicicletta. Alimentazione, studio della postura, dati telemetrici. In gruppo cominciavano a girare le cosiddette 'bombe', anche se Coppi non ne ha mai fatto uso. Della medicina applicata allo sport, pensava: "Sono un professionista: se esiste una medicina che mi fa andare più forte, non esiterei a servirmene purché non danneggi la salute. Ma la droga non trasforma un brocco in un campione" -
La storia di Marco Pantani è nota a tutti. In un ciclismo fatto di scandali doping, Epo e trasfusioni, il romagnolo non fu mai trovato positivo. L'unico punto di domanda resta quel maledetto valore dell'ematocrito del 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, che costò al Pirata l'esclusione dal Giro e di fatto la sua discesa all'inferno. Un punto di domanda che ancora oggi non trova risposte -
Fausto Coppi è sempre stato un grande appassionato di calcio: fece in tempo anche a vedere con la maglia dell'Alessandria un giovane fenomeno di nome Gianni Rivera -
Anche Marco Pantani ha sempre avuto il debole per il football e in particolare per una squadra, il Milan. Il Pirata aveva anche un tatuaggio che raffigurava un diavoletto con un forcone, simbolo della sua squadra -
Fausto Coppi e le auto. Al Campionissimo piaceva trattarsi bene, avere l'ultimo modello in garage e farne bella mostra. Al Campionissimo piaceva fare la 'dolce vita' -
Complicato il rapporto di Pantani con le auto. Nel suo periodo buio non si contavano gli incidenti, alcuni davvero bizzarri. Il Pirata adorava le fuoriserie, tanto da concedersi, tra i primi vezzi, una fiammante Ferrari -
Dove è passato Fausto Coppi, ha lasciato il segno. Alla Madonna del Ghisallo, autentico tempio per tutti i ciclisti, fa bella mostra questa scultura del Campionissimo -
Dopo la scomparsa nel 2004, sono sorti ricordi e monumenti di Marco Pantani in tutta Italia. In Piazzale Marconi a Cesenatico, ecco la statua a lui dedicata -
Fausto Coppi è stato uno dei primi personaggi del mondo dello sport a essere 'prestato' a quello della pubblicità. La sua fama, infatti, raggiungeva un pubblico nazional-popolare -
La morte prematura accomuna i due grandi campioni. Fausto Coppi si spense il 2 gennaio 1960 a Tortona a causa della malaria, contratta poche settimane prima durante un viaggio in Africa e mal curata dai medici italiani. ll 4 gennaio furono 50mila le persone che si recarono sul colle di San Biagio a seguire il funerale del Campionissimo -
Marco Pantani venne trovato morto il 14 febbraio 2004 al Residence Le Rose di Rimini. Il caso relativo al decesso del Pirata è ancora oggi un mistero sotto indagine della Magistratura. La cosa certa è che Pantani aveva vissuto gli ultimi mesi della sua vita in stato confusionale, fra droga e amicizie sbagliate -
Ancora oggi, Fausto Coppi da Castellania è uno degli sportivi più riconosciuti a livello mondiale dello sport italiano. La sua fama non si è affievolita nel tempo e già ci si prepara a grandi celebrazioni in vista del centenario dalla nascita, in programma nel 2019 -
Come Coppi, anche Pantani resta nel cuore dei tifosi che lo hanno visto correre dal vivo o che ne possono apprezzare le straordinarie imprese su YouTube. Il Giro, con la 14esima tappa da Castellania a Oropa, rende omaggio a due leggende, che hanno contribuito a rendere il ciclismo italiano un'elite a livello mondiale -