L'irlandese della Bora-Hansgrohe ha vinto la dodicesima tappa della corsa in rosa, complicata da una fittissima pioggia, 214 km da Osimo a Imola, recuperando la fuga dei due battistrada e bruciando poi tutti sul traguardo dell'autodromo Dino ed Enzo Ferrari. Yates conserva la maglia rosa con 47” di margine nei confronti di Tom Dumoulin. Domenico Pozzovivo e Thibaut Pinot sono sempre alle loro spalle, Fabio Aru e Chris Froome sono a oltre tre minuti
Doveva essere una tappa tranquilla, un classico arrivo in volata dopo 200 km praticamente in piano in attesa delle montagne. e che montagne, che presto verranno. E invece la pioggia ha scompligliato tutto e animato la strada che da Osimo portava dritta dritta a Imola, aprendo la strada alla seconda vittoria in questa edizione del Giro dell'irlandese della Bora-Hansgrohe, capace prima di andare a riprendere i fuggitivi e poi di staccare tutti sull'arrivo situato sul rettilineo dell'autodromo Dino ed Enzo Ferrari. Bennett ha preceduto, con un grande allungo nel finale, l'olandese Danny Van Poppel, secondo con lo stesso tempo, e Niccolo' Bonifazio, terzo; i belgi Baptiste Planckaert e Juergen Roelandts, rispettivamente quarto e quinto; il danese Michael Morkov, sesto; Manuel Belletti, settimo; i francesi Clement Venturini e Florian Senechal, rispettivamente ottavo e nono; Enrico Battaglin, decimo. Nella classifica generale nessuna rivoluzione, con Yates che conserva la maglia rosa per il sesto giorno consecutivo e conserva 47'' su Dumoulin e 1'04'' su Pinot.
La tappa
Con 200 km praticamente pianeggianti di fronte alle proprie gambe, la corsa comincia con una fuga di cinque corridori snobbata dal gruppo: Marco Frapporti (Androni-Sidermec), Mirco Maestri e Manuel Senni (Bardiani-CSF), Jacopo Mosca ed Eugert Zhupa (Wilier Triestina-Selle Italia) vanno via senza problemi arrivando però a un vantaggio massimo di 4 minuti, gestito dal gruppo tirato dalla BORA-hansgrohe, dalla EF-Drapac e dalla Quick Step. Col vantaggio che gradualmente si riduce, la tappa viene sconvolta quando al targuardo mancano 60 e km e sulle strede battute dai ciclisti si abbatte una pioggia costante e decidamente fastidiosa. I battistrada vengono raggiunti, ma il gruppo (che in teoria sarebbe dovuto arrivare compatto e senza problemi al traguardo) si sfalda irrimediabilmente perdendo diversi pezzi grossi, tra i quali Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida), Miguel Angel Lopez (Astana), Richard Carapaz (Movistar) e George Bennett (LottoNL Jumbo). Arrivati sull'unica salita di giornata, quella dei Tre Monti, scatti e controscatti degli uomini di classifica e non solo hanno ridotto ancora di più il plotone, sino a quando, sulla discesa successiva Matej Mohoric prova a sfruttare le sue doti ma viene frenato dall'eccellente lavoro della Bora-Hansgrohe. A quel punto l'exploit di Sam Bennett, che a volata lanciata raggiunge la coppia Mohoric-Betancur e dopo uno sprint di circa 300 metri riesce a mettere la propria ruota davanti a tutti sul traguardo situtato sul rettilineo dell'autodromo Dino ed Enzo Ferrari.