Tour de France, Bardet vince la prima tappa di Rimini ed è in maglia gialla

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a cura di Bernardo Cianfrocca

Romain Bardet vince la prima tappa del Tour de France a Rimini. Per il francese, aiutato dallo straordinario compagno di squadra Van de Broek, è la prima maglia gialla della sua carriera a 33 anni. Dopo la spettacolare partenza da Firenze, lunga fuga a 8 via via ridotta sui 7 GPM di giornata. Bardet si unisce nella parte finale e va a trionfare resistendo al rientro del gruppo

TOUR DE FRANCE, LA 21^ TAPPA IN DIRETTA

In omaggio al Tour, una ruota colorata di giallo sui bordi delle strade che vedono i corridori impegnati

Ruota

Un ritiro e una caduta

Abbandona Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan), in crisi dopo aver scortato Cavendish. Era uno degli otto italiani al via della Grande Boucle. La caduta ha invece visto protagonista il tedesco Wilco Keldermann, risalito in bici nonostante alcune ferite alle braccia


L'inconveniente di Vingegaard

L'inizio della frazione è stato caratterizzato dalla necessità di Vingegaard di sostituire la bici per un guasto tecnico. Solo un piccolo contrattempo, con il rientro in gruppo immediato e senza fatica: le salite appenniniche non erano ancora iniziate

100 km al traguardo

Si prosegue verso il Barbotto. Fuggitivi con 3'50'' sul gruppo, Cavendish e altri velocisti addirittura a 13'45'', ma si sapeva che gli Appennini avrebbero assicurato un inizio di corsa molto più impegnativo del solito!

La fatica dei velocisti e il caldo

Le alte temperature stanno mettendo a dura prova i ciclisti, sopratutto quelli meno avvezzi alle salite. Il velocista 39enne Mark Cavendish è a oltre 12 minuti dai battistrada e viene soccorso così dai suoi compagni di squadra

107 km al traguardo

Scollinato anche il Carnaio, mancano "solo" quattro salite prima del traguardo pianeggiante di Rimini. Ancora duello Izaguirre-Abrahamsen, con lo spagnolo primo per un soffio. Davanti sono rimasti in sei: continuano a esserci Mohoric, Gibbons, Van den Broek e Madouas. Ormai lontani Dujardin e Champoussin, il gruppo è a 4'05''

115 km dal traguardo

Iniziata la terza salita verso il Passo del Carnaio, più di 7 km con il 6% medio di pendenze. Cambia qualcosa tra i battistrada: i francesi Champoussin e Dujardin non riescono a tenere l'andatura degli altri sette e si stanno staccando. Distacco del gruppo stabilizzato a 3'45'' circa

125 km dal traguardo

Terminata anche la seconda delle sette salite di giornata sul Passo delle Forche: stavolta Abrahamsen precede Izaguirre nella lotta per i punti per la maglia a pois.

Il ritmo del gruppo principale però è salito di giri: la distanza dai fuggitivi si attesta sui 3'20'' di ritardo

130 km al traguardo

Il ritardo del gruppo è tornato sotto la soglia dei quattro minuti. Inizia intanto la salita lungo il Passo delle Forche per gli otto battistrada

145 km al traguardo

Discesa dopo il GPM di Valico dei Tre Faggi. Il gruppo dei big ha ridotto in parte il suo svantaggio, da oltre 6 minuti ai 4'15'' attuali. Vercher, a inizio tappa tra i fuggitivi, sta per essere ripreso da Pogacar, Vingegaard, Roglic e compagnia. In testa sono sempre in otto

La bellezza della partenza da Firenze/2

Un altro scatto della partenza del Tour, con il momento istituzionale a Piazza della Signoria durante la passerella nel centro storico della città

Piazza della Signoria

La bellezza della partenza da Firenze/1

I corridori stanno affrontando adesso gli Appennini: solo meno di due ore fa erano circondati dalla bellezza di Firenze, affascinante luogo di partenza dell'edizione 111 del Tour

Tour

156 km al traguardo

Izaguirre è il primo a tagliare il traguardo del GPM di Valico dei Tre Faggi. Il vantaggio degli otto in testa si è consolidato ancora, 2'50'' circa su Vercher e 6' sul resto del gruppo, dal quale si è staccato tra gli altri il veterano Mark Cavendish. Non è di certo la tappa ideale quella di oggi per l'infinito re delle volate

160 km al traguardo

Come prevedibile, Abrahamsen e Gibbons hanno raggiunto gli altri sette battistrada, diventati però otto perché Mattéo Vercher non ha tenuto il ritmo in salita ed è ora a 1'19'' dagli ex compagni di fuga. I big più rilassati a 5'25''

165 km al traguardo

Inizia il primo tratto in salita della tappa verso il Valico dei Tre Faggi. Abrahamsen e Gibbons sono a soli 10'' da Mohoric, Madouas, Izaguirre, Champoussin, Van den Broek, Dujardin e Vercher. Il gruppo di testa è così destinato a diventare di nove persone. Il resto della comitiva insegue a 3'30''

Jonas Abrahamsen (UnoXMobility) e Ryan Gibbons (Lidl-Trek) vanno al contrattacco e si lanciano verso la testa della corsa. Il ritardo è ora di circa 40 secondi, il gruppo invece è già molto più distanziato, a quasi 3 minuti

Contrattempo per Vingegaard

Il danese campione in carica si è dovuto fermare per cambiare la bici in seguito a un problema tecnico: si è però subito ricongiunto al gruppo

Primi tentativi di fuga

Sette corridori provano a lasciarsi alle spalle il gruppo: sono Matej Mohoric (Bahrain Victorious), Valentin Madouas (Groupama-FDJ), Ion Izagirre (Cofidis), Clément Champoussin (Arkéa-B&B Hotels), Frank Van den Broek (dsm-firmenich PostNL), Sandy Dujardin e Mattéo Vercher (TotalEnergies)

Il tour 111 è iniziato

Arrivato al km 0, il gruppo inizia ufficialmente La Grande Boucle. Vedremo se ci saranno subito delle azioni e degli attacchi interessanti: al km 49 il primo GPM da affrontare al Valico dei Tre Faggi

Dubbi e certezze dei quattro favoriti per la vittoria

Ognuno dei big è stato accompagnato da punti di forza e interrogativi alla vigilia della corsa: Pogacar potrebbe risentire della stanchezza del Giro d'Italia, vinto però in scioltezza e senza dover faticare più del dovuto. Il pensiero della doppietta Giro-Tour, mai più realizzata dopo Pantani nel 1998, è un grande stimolo.


Vingegaard è il bi-campione in carica, la sua costanza in salita è micidiale, ma il recupero dagli infortuni subiti dopo la caduta al Giro dei Paesi Baschi potrebbe aver influenzato il suo stato di forma.


Roglic è in forma, ha vinto il Giro del Delfinato, ma la corsa francese per lui è una maledizione e i quasi 35 anni rischiano di pesare nel confronto con i più giovani avversari.


Evenepoel ha talento, è il migliore a cronometro, ma deve ancora dimostrare costanza nella gestione di una corsa a tappe di tre settimane