Buon compleanno Schumi! Il mito compie 40 anni
Formula 1Il pilota più vincente della storia della Formula 1 ha scelto la Norvegia per festeggiare: "Sono uno a cui è difficile fare regali. E gli amici si lamentano perchè dicono che ho tutto"
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Metti insieme un taxi, un pilota belga facilmente irritabile, uno spray urticante. E poi ancora un patron di un team come Eddie Jordan e un altro come Flavio Briatore. Sono gli 'ingredienti' che hanno dato vita al mito Michael Schumacher, il pilota più vincente della storia della F1, che ha scritto le pagine più importanti di questo sport e della Ferrari. Sabato compirà 40 anni, 16 dei quali passati sui circuiti di F1. Niente festa all'altro capo del mondo per il pilota tedesco, nato il 3 gennaio del 1969 a Hurth-Hermulheim. Perchè Schumacher sceglierà "il nord e la neve della Norvegia: niente caldo, soffro il sole" per aspettare il 2009 e ricevere gli auguri per il quarantesimo anno. Quelli sono sicuri, un po' meno "i regali degli amici, perchè sono uno a cui è difficile fare regali e loro si lamentano: hai tutto, che ti manca?".
Tre gennaio 2009, 6341 giorni dopo l'esordio in F1. Era il 25 agosto del 1991 quando un ventiduenne Schumacher viene scelto da Eddie Jordan per sostituire il pilota belga Bertrand Gachot per il GP del Belgio. È fine agosto quando quest'ultimo si trova a Londra a bordo di un taxi. Scoppia una lite con il proprietario del mezzo e Gachot, per difendersi, spruzza uno spray urticante sugli occhi del 'rivale'. Acquistata in Germania, la bomboletta è però considerata illegale in Inghilterra: è equiparata ad un'arma, Gachot viene arrestato. Per questo Eddie Jordan decide di sostituirlo con Schumacher.
La prima non è da ricordare, il futuro campione del mondo è settimo in qualifica ma non conclude la gara per la rottura della frizione dopo pochi metri. Nonostante questo, però, la sua prestazione sul circuito di Spa viene notata da Flavio Briatore, responsabile del team Benetton Ford. Mai intuizione fu più azzeccata. Vince una gara nel 1992 (proprio a Spa) e una nel 1993, mentre nel 1994 sono otto i successi che gli permettono di laurearsi per la prima volta campione del mondo. Il primo di sette trionfi.
Metti insieme un taxi, un pilota belga facilmente irritabile, uno spray urticante. E poi ancora un patron di un team come Eddie Jordan e un altro come Flavio Briatore. Sono gli 'ingredienti' che hanno dato vita al mito Michael Schumacher, il pilota più vincente della storia della F1, che ha scritto le pagine più importanti di questo sport e della Ferrari. Sabato compirà 40 anni, 16 dei quali passati sui circuiti di F1. Niente festa all'altro capo del mondo per il pilota tedesco, nato il 3 gennaio del 1969 a Hurth-Hermulheim. Perchè Schumacher sceglierà "il nord e la neve della Norvegia: niente caldo, soffro il sole" per aspettare il 2009 e ricevere gli auguri per il quarantesimo anno. Quelli sono sicuri, un po' meno "i regali degli amici, perchè sono uno a cui è difficile fare regali e loro si lamentano: hai tutto, che ti manca?".
Tre gennaio 2009, 6341 giorni dopo l'esordio in F1. Era il 25 agosto del 1991 quando un ventiduenne Schumacher viene scelto da Eddie Jordan per sostituire il pilota belga Bertrand Gachot per il GP del Belgio. È fine agosto quando quest'ultimo si trova a Londra a bordo di un taxi. Scoppia una lite con il proprietario del mezzo e Gachot, per difendersi, spruzza uno spray urticante sugli occhi del 'rivale'. Acquistata in Germania, la bomboletta è però considerata illegale in Inghilterra: è equiparata ad un'arma, Gachot viene arrestato. Per questo Eddie Jordan decide di sostituirlo con Schumacher.
La prima non è da ricordare, il futuro campione del mondo è settimo in qualifica ma non conclude la gara per la rottura della frizione dopo pochi metri. Nonostante questo, però, la sua prestazione sul circuito di Spa viene notata da Flavio Briatore, responsabile del team Benetton Ford. Mai intuizione fu più azzeccata. Vince una gara nel 1992 (proprio a Spa) e una nel 1993, mentre nel 1994 sono otto i successi che gli permettono di laurearsi per la prima volta campione del mondo. Il primo di sette trionfi.