Mea culpa di Hamilton: ''La McLaren mi chiese di mentire''

Formula 1
Lewsi Hamilton chiede scusa per aver mentito ai giudici in occasione del Gp d'Australia
McLaren Mercedes Formula One driver Lewis Hamilton of Britain, reacts as he adjusts his helmet during second practice session in Sepang racetrack, outside Kuala Lumpur, Malaysia, Friday, April 3, 2009. The 2009 Malaysian  Formula 1 Grand Prix which will be held here Sunday, April 5, 2009. (AP Photo/Eugene Hoshiko)

Il britannico chiede scusa e punta il dito contro la sua scuderia, accusando il ds della McLaren, Dave Ryan, di avergli chiesto di mentire ai giudici a Melbourne: ''Il peggior momento della mia vita''. GIOCA A FORMULA SKY

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"Chiedo scusa per la situazione che si è venuta a creare. Non sono un disonesto, la squadra mi ha mal consigliato". Lewis Hamilton convoca la stampa a Sepang e chiede scusa pubblicamente per il pasticcio che ha combinato nel colloquio con i commissari di gara a Melbourne. Il pilota della McLaren scarica la responsabilità su Dave Ryan, direttore sportivo che la McLaren oggi ha sospeso dopo l'accaduto. Sarebbe stata infatti sua l'idea di far dire ad Hamilton ai commissari che Trulli lo aveva sorpassato di proposito con le bandiere gialle negli ultimi giri del GP a Melbourne. La Fia però ha rimediato le conversazioni radio tra pilota e box ed è arrivata alla verità: Hamilton ha mentito ai commissari, su consiglio di Ryan: in gara ha rallentato per far passare di proposito Trulli. Risultato: squalifica per Hamilton e la McLaren a Melbourne mentre Ryan ci ha rimesso il posto.

"Dopo la gara- ha spiegato Hamilton- sono stato convocato dalla Fia e mentre aspettavo i commissari sono stato istruito e ingannato dal mio team manager di trattenere le informazioni, e questo è ciò che ho fatto. Mi scuso sinceramente con i commissari per avergli fatto perdere tempo e di averli fatti passare per stupidi. Sono molto dispiaciuto per questa situazione: per la mia squadra, per Dave che è stato un buon membro della squadra per tanti anni, penso che non era sua intenzione... è una brava persona. All'incontro con i commissari non era mia intenzione... Volevo solo raccontare quello che era successo. Sono stato ingannato ed è andata così. Chiedo scusa ai miei tifosi e a quanti credevano in me. Non sono un bugiardo e non sono disonesto. Faccio gioco di squadra. Ogni volta che mi è stato chiesto di fare qualcosa l'ho fatta. Questa volta ho realizzato di aver fatto un errore enorme e imparerò da questo. Mi scuso con tutti, non accadrà mai più una cosa del genere".