Tutto su Briatore: non resterà disoccupato dopo la Renault

Formula 1
Falvio Briatore su uno yacht
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Passato, presente e futuro dell'ex team manager della scuderia anglo-francese: un'esclusivo club in Versilia, un'oasi in Kenya e il marchio Billionaire lo terranno impegnato. Nel 2007 anche la passione per il calcio con l'ingresso nel Queens Park Rangers

Vita da Billionaire. Non resta certo disoccupato, Flavio Briatore. Dopo l'addio alla Renault annunciato oggi dal team francese di Formula 1 per il suoi coinvolgimento nello scandalo di Singapore 2008 (incidente provocato dal brasiliano Nelsinho Piquet per favorire la vittoria dello spagnolo Fernando Alonso), il cinquantanovenne manager piemontese, potrà dedicare più tempo a quelli che lui stesso, dal suo sito internet, definisce hobbies, ovvero "trovare nuove sfide in campi diversi, generare business e nuove opportunità per me e per la gente".

Le attività di Briatore oggi spaziano dal club estivo più esclusivo della Versilia, il Twiga, alla gestione di un'oasi in Kenya, il Lion in the Sun Thalaspa Henri Chenot, oltre allo sviluppo del suo marchio Billionaire, nato nel 1998 con la creazione del celebre locale in Sardegna e nel tempo diversificato in una linea di casualwear e di accessori e, recentemente, in un marchio di alta moda per uomo. Dall'autunno 2007, gli interessi sportivi di Briatore si sono estesi estendono al campo del calcio inglese, con il manager impegnato nella rinascita della storica squadra del Queen's Park Rangers.

La carriera in Formula 1. Nel 1988, ospite di Luciano Benetton, assiste al Gran Premio d'Australia, quindi l'anno seguente si trasferisce in Inghilterra ed assume la direzione commerciale della Benetton Formula. Nel 1991 Briatore ingaggia il tedesco Michael Schumacher, nel 1994 con lui vince il titolo piloti e l'anno seguente bissa aggiungendo anche il titolo costruttori. Nel 1998 Briatore lascia la direzione della scuderia per creare la "Supertec Sport", fornitore di motori di F1, con cui correranno la Benetton ed altre tre squadre. Si consolida il rapporto con Renault. Che nel 2000 torna in Formula 1 acquistando la Benetton ed incaricando Briatore di dirigere la nuova scuderia. Nel 2003 ingaggia lo spagnolo Fernando Alonso ed il team francese vince due Mondiali piloti e costruttori (2005 e 2006). Nel 2007 lo spagnolo lascia la Renault per la McLaren, ma nel 2008 Briatore riesce a riportarlo indietro.

Le ombre sul manager. Diplomatosi con voti piuttosto bassi come geometra, Briatore ha lavorato come istruttore di sci e gestore di ristoranti. Di sua proprietà il Tribula, poi chiuso. Dopo aver fatto il piazzista di polizze assicurative a Saluzzo e dintorni, ha esordito nel mondo dell'imprenditoria a Cuneo, collaborando con un finanziere locale e costruttore edile, Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti vernici, ex azienda di Michele Sindona.

Il 21 marzo del 1979, Attilio Dutto venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto. La verità sul caso non fu mai accertata. Briatore si spostò a Milano dove iniziò a frequentare la Borsa. Lì conobbe Achille Caproni (Caproni Aeroplani) e divenne consulente della Cgi (Compagnia generale industriale), sua holding. Poco dopo, la Paramatti, acquistata nel frattempo da Caproni sotto consiglio dello stesso Briatore, ebbe un "crac" e il pacchetto azionario della Cgi fu venduto alla statale Efim. Diverse società del gruppo fallirono, gli operai finirono in cassa integrazione e banche e creditori rimasero con un buco di 14 miliardi di lire.

Per un certo periodo, poi, Briatore si presentò in pubblico come discografico. Briatore fu in seguito condannato in primo grado ad 1 anno e 6 mesi a Bergamo e a 3 anni a Milano. Fu accusato infatti di essere a capo di quello che i giudici chiamarono il gruppo di Milano che aveva il delicato compito di agganciare clienti di fascia alta e di truffarli. L'attività si interruppe con una retata, una serie di arresti, un'inchiesta giudiziaria ed un paio di processi che coinvolsero tra gli altri l'amico Emilio Fede, assolto per insufficienza di prove. A cadere nella rete furono alcuni nomi importanti tra cui l'imprenditore Teofilo Sanson, il cantante Pupo, l'armatore Sergio Leone, l'ex vicepresidente di Confindustria Renato Buoncristiani e l'ex presidente di Confagricoltura Giandomenico Serra.

Briatore non fece un solo giorno di carcere poiché si rifugiò per tempo a Saint Thomas, nelle Isole Vergini, per poi tornare in Italia dopo un'amnistia. L'amicizia con Luciano Benetton gli permise, nonostante la latitanza, di aprire alle Isole Vergini qualche negozio Benetton e di fare rapidamente carriera nel gruppo di manager dell'azienda di Ponzano Veneto.

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