Ecclestone: "I capoccioni della Formula 1? Stupidi egoisti"
Formula 1Attacco deciso di Big Bernie nei confronti dei manager delle squadre impegnate nel campionato: "Non riescono a pensare al bene della Formula Uno". Bernie critica anche la gestione dei piloti da parte delle squadre: "Non vengono lasciati liberi"
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I team principal della Formula 1 rischiano di essere stupidi egoisti che pensano solo alla propria squadra e non al bene del circus. Firmato, Bernie Ecclestone. Il patron del Mondiale emette il suo verdetto in una lunga intervista al sito ufficiale della Formula 1. "Dovrebbero pensare a gestire il proprio business in maniera corretta, senza preoccuparsi di quello che fanno gli altri. Ciò che è positivo per la Formula 1, infatti, è positivo per tutti i soggetti coinvolti: squadre e compagnia", dice l'ottantenne Big Bernie. "Troppe persone pensano solo al proprio vantaggio. Lo stesso accade con le regole: pensano solo a cosa potrebbe farli vincere".
La diagnosi di Bernie è chiara. "Non parlerei di ego ma di stupidita. Dovrebbero affrontare la questione in maniera globale. Tutti i team sono competitivi e vogliono vincere, e su questo non ho nulla da eccepire. Ma si deve vincere in un contesto equilibrato, senza cercare di ottenere un vantaggio evidente. Va benissimo se riescono ad acquisire un margine perchè qualcuno progetta una monoposto migliore, ha un pilota più forte o una strategia piu' corretta, ma non dovrebbero cercare di influenzare le situazioni per godere di un vantaggio". Ecclestone non manca di fornire un esempio per rafforzare la propria teoria. "Molti di loro vorrebbero un motore un più potente rispetto agli altri. Non è questo il modo di fare".
Ecclestone punta il dito contro le squadre anche per quanto riguarda la gestione dei piloti, ormai sempre più robot a comando dei propri ingegneri che, seduti al muretto, impongono ritmi, strategie e gestione della vettura. "Penso che i team non li incoraggino ad essere particolarmente liberi. Per i piloti, magari, la situazione così e' più semplice. Anche se, devo ammettere, ci sono molti ragazzi gradevoli in gara in questo momento. Ci vuole però tempo per costruire una personalità, non capita dal giorno alla notte.
Bernie non si sbilancia sul futuro del circus. "Cosa succederà tra 10 anni? Preferisco pensare alla prossima stagione. Chiunque rifletta da qui a tre anni si sbaglia. Altrimenti non avremmo i problemi di oggi". L'obiettivo è quello di far funzionare sempre il giocattolo nel migliore dei modi. "Non ho mai fatto niente per denaro. I soldi sono la conseguenza di quello che faccio, e' sempre stato cosi. Ho cominciato come venditore di auto usate, sono sempre stato spinto dal desiderio di fare buoni affari e ho avuto successo sin da quando avevo 20 anni. I soldi arrivano con gli affari fatti bene, ma la gente questo non lo capisce".
I team principal della Formula 1 rischiano di essere stupidi egoisti che pensano solo alla propria squadra e non al bene del circus. Firmato, Bernie Ecclestone. Il patron del Mondiale emette il suo verdetto in una lunga intervista al sito ufficiale della Formula 1. "Dovrebbero pensare a gestire il proprio business in maniera corretta, senza preoccuparsi di quello che fanno gli altri. Ciò che è positivo per la Formula 1, infatti, è positivo per tutti i soggetti coinvolti: squadre e compagnia", dice l'ottantenne Big Bernie. "Troppe persone pensano solo al proprio vantaggio. Lo stesso accade con le regole: pensano solo a cosa potrebbe farli vincere".
La diagnosi di Bernie è chiara. "Non parlerei di ego ma di stupidita. Dovrebbero affrontare la questione in maniera globale. Tutti i team sono competitivi e vogliono vincere, e su questo non ho nulla da eccepire. Ma si deve vincere in un contesto equilibrato, senza cercare di ottenere un vantaggio evidente. Va benissimo se riescono ad acquisire un margine perchè qualcuno progetta una monoposto migliore, ha un pilota più forte o una strategia piu' corretta, ma non dovrebbero cercare di influenzare le situazioni per godere di un vantaggio". Ecclestone non manca di fornire un esempio per rafforzare la propria teoria. "Molti di loro vorrebbero un motore un più potente rispetto agli altri. Non è questo il modo di fare".
Ecclestone punta il dito contro le squadre anche per quanto riguarda la gestione dei piloti, ormai sempre più robot a comando dei propri ingegneri che, seduti al muretto, impongono ritmi, strategie e gestione della vettura. "Penso che i team non li incoraggino ad essere particolarmente liberi. Per i piloti, magari, la situazione così e' più semplice. Anche se, devo ammettere, ci sono molti ragazzi gradevoli in gara in questo momento. Ci vuole però tempo per costruire una personalità, non capita dal giorno alla notte.
Bernie non si sbilancia sul futuro del circus. "Cosa succederà tra 10 anni? Preferisco pensare alla prossima stagione. Chiunque rifletta da qui a tre anni si sbaglia. Altrimenti non avremmo i problemi di oggi". L'obiettivo è quello di far funzionare sempre il giocattolo nel migliore dei modi. "Non ho mai fatto niente per denaro. I soldi sono la conseguenza di quello che faccio, e' sempre stato cosi. Ho cominciato come venditore di auto usate, sono sempre stato spinto dal desiderio di fare buoni affari e ho avuto successo sin da quando avevo 20 anni. I soldi arrivano con gli affari fatti bene, ma la gente questo non lo capisce".