Mondiale, un mese al via. Ecco su chi punterà la Ferrari
Formula 1Nessun cambio nella squadra di Maranello alla ricerca del titolo piloti e costruttori dopo la tripletta Vettel-Red Bull. Conosciamo i cardini del team che lavora per i successi di Alonso e Massa
Un mese esatto all'inizio del Mondiale di Formula 1. L'attenzione dei tifosi di mezzo mondo è catalizzata dui top team, su chi cioè riuscirà a spuntarla dopo le 19 prove in calendario. Si confermerà la Red Bull? In Italia, ovviamente, i più sognano nel ritorno al successo della Ferrari. Una team guidata un romagnolo, una macchina disegnata da un greco con il controllo e la supervisione di un inglese che monta un motore sviluppato da un reparto diretto da un ingegnere di Arezzo. In poche righe questa è la squadra Ferrari per il 2013. Ecco gli uomini chiave del team di Maranello:
Stefano Domenicali (team principal) –Il 48enne nato a Imola è un uomo Ferrari in senso stretto. A Maranello é nato professionalmente ed è cresciuto all'ombra di Jean Todt. In "Rosso" ha lavorato in diversi ambiti. Dal comparto amministrativo, alla logistica, passando per il ruolo di team manager. Domenicali è dal 2008 il team principal, la persona che coordina il lavoro di tutti, dai progettisti ai meccanici. Calmo, pacato, ci ha sempre “messo la faccia” soprattutto nelle sconfitte. E' stato capace di fare squadra, di caricare e difendere i suoi uomini, in ogni momento, anche negli sbagli. E di portare in Emilia
Pat Fry (responsabile autotelaio) – L'inglese è stata la chiave della rinascita del Cavallino. Arrivato nel 2010, dopo le esperienze in Benetton e in Mclaren, l'inglese è un ottimo tecnico ma anche un grande gestore di uomini. A Maranello ha costruito una squadra “pescando” sul mercato dei tecnici capace di progettare nel 2012 una vettura che è stata capace di competere fino all'ultimo per il Mondiale
Nicholas Tombazis (capo progettista) – Se suo padre Alexandros è stato un grande architetto, Nico è un ottimo “ideatore” di monoposto, l'ultima la F138 che correrà il Mondiale 2013. 45 anni ad aprile, greco, una laurea a Cambridge e una specializzazione all'Imperial College, ha fatto avanti e indietro da Maranello. Dopo 6 anni in rosso tra il 1997 e il 2003, 5 dei quali come capoaerodinamica in cui ha firmato con Ross Brawn e Rory Byrne 4 titoli mondiali costruttori, è passato alla McLaren per poi ritornare a Maranello nel 2006. Qui è ripartito come capo progettista. E ha rimesso in gioco le sue capacità e le sue idee (il recento "buco" sotto il telaio per esempio). E' la risposta ferrarista ad Adrian Newey. Secondo i critici non sarebbe all'altezza dell'inglese, ma se la Ferrari si è avvicinata così tanto alla Red Bull non è solito merito di Fry e Alonso, ma anche dell'ateniese.
Luca Marmorini (Direttore motori ed elettronica) – Il quasi 52enne di Arezzo è il responsabile della sezione che si occupa dei propulsoridelle Rosse. Laureato in ingegneria meccanica a Pisa, ha lavorato anche al Massachussets Institute of Technology di Boston. Entrato in Ferrari a 29 anni nel reparto calcoli della gestione sportiva, ha acquisito grande esperienza in Toyota in F1 dove è diventato responsabile del reparto motori. prima di tornare a casa, a Maranello nel 2009
Andrea Stella (Ferrari, ingegnere) – Quasi 43 anni, umbro, laurea alla Sapienza di Roma, l'italiano guida dal muretto Fernando Alonso. Uno dei migliori ingegneri di pista del Mondiale ha lavorato ed è cresciuto con Michael Schumacher e Kimi Raikkonen. Con Alonso ha sbalordito tutti, soprattutto per il loro modo di comunicare in gara, rigorosamente in italiano.
Stefano Domenicali (team principal) –Il 48enne nato a Imola è un uomo Ferrari in senso stretto. A Maranello é nato professionalmente ed è cresciuto all'ombra di Jean Todt. In "Rosso" ha lavorato in diversi ambiti. Dal comparto amministrativo, alla logistica, passando per il ruolo di team manager. Domenicali è dal 2008 il team principal, la persona che coordina il lavoro di tutti, dai progettisti ai meccanici. Calmo, pacato, ci ha sempre “messo la faccia” soprattutto nelle sconfitte. E' stato capace di fare squadra, di caricare e difendere i suoi uomini, in ogni momento, anche negli sbagli. E di portare in Emilia
Pat Fry (responsabile autotelaio) – L'inglese è stata la chiave della rinascita del Cavallino. Arrivato nel 2010, dopo le esperienze in Benetton e in Mclaren, l'inglese è un ottimo tecnico ma anche un grande gestore di uomini. A Maranello ha costruito una squadra “pescando” sul mercato dei tecnici capace di progettare nel 2012 una vettura che è stata capace di competere fino all'ultimo per il Mondiale
Nicholas Tombazis (capo progettista) – Se suo padre Alexandros è stato un grande architetto, Nico è un ottimo “ideatore” di monoposto, l'ultima la F138 che correrà il Mondiale 2013. 45 anni ad aprile, greco, una laurea a Cambridge e una specializzazione all'Imperial College, ha fatto avanti e indietro da Maranello. Dopo 6 anni in rosso tra il 1997 e il 2003, 5 dei quali come capoaerodinamica in cui ha firmato con Ross Brawn e Rory Byrne 4 titoli mondiali costruttori, è passato alla McLaren per poi ritornare a Maranello nel 2006. Qui è ripartito come capo progettista. E ha rimesso in gioco le sue capacità e le sue idee (il recento "buco" sotto il telaio per esempio). E' la risposta ferrarista ad Adrian Newey. Secondo i critici non sarebbe all'altezza dell'inglese, ma se la Ferrari si è avvicinata così tanto alla Red Bull non è solito merito di Fry e Alonso, ma anche dell'ateniese.
Luca Marmorini (Direttore motori ed elettronica) – Il quasi 52enne di Arezzo è il responsabile della sezione che si occupa dei propulsoridelle Rosse. Laureato in ingegneria meccanica a Pisa, ha lavorato anche al Massachussets Institute of Technology di Boston. Entrato in Ferrari a 29 anni nel reparto calcoli della gestione sportiva, ha acquisito grande esperienza in Toyota in F1 dove è diventato responsabile del reparto motori. prima di tornare a casa, a Maranello nel 2009
Andrea Stella (Ferrari, ingegnere) – Quasi 43 anni, umbro, laurea alla Sapienza di Roma, l'italiano guida dal muretto Fernando Alonso. Uno dei migliori ingegneri di pista del Mondiale ha lavorato ed è cresciuto con Michael Schumacher e Kimi Raikkonen. Con Alonso ha sbalordito tutti, soprattutto per il loro modo di comunicare in gara, rigorosamente in italiano.