L'ambasciatore del Bahrain non porta pena: "Il Gp si terrà"
Formula 1Naser Al Belloshi, rappresentante del Regno in Italia, Santa Sede e Francia, ha escluso qualsiasi legame tra le proteste in corso nel Paese arabo e la Formula 1: "Il problema è l'ingerenza dell'Iran. Non diventeremo Repubblica Islamica"
Il Gran Premio di Formula 1 in Bahrain "si terrà e andrà avanti senza problemi". Lo ha affermato l'ambasciatore del Bahrein in Francia, Santa Sede e Italia, Naser Al Belloshi, che a Roma ha incontrato la stampa italiana. "Non c'è nessun legame tra il Gran Premio e le proteste in corso" ha detto il diplomatico spiegando che per il Paese "il problema principale è piuttosto fuori dai confini".
La Repubblica islamica che non c'è - "Le critiche e le continue strumentalizzazioni da parte dell'Iran fomentano infatti le proteste che hanno iniziato a infiammare il regno dall'inizio dell'anno" ha detto Belloshi che si è detto "preoccupato" per le continue ingerenze di Teheran nella politica del Regno. Il Bahrain non diventerà una Repubblica islamica ma vuole essere una società civile" ha spiegato l'ambasciatore ricordando che, secondo l'articolo 22 della Costituzione il Paese pratica la completa libertà di culto e tutela tutte le fedi. "Abbiamo intenzione di costruire una cattedrale - ha detto - che diventerà il punto di riferimento per i cristiani nel Golfo. Una specie di 'Notre Damè del Medioriente".
La Repubblica islamica che non c'è - "Le critiche e le continue strumentalizzazioni da parte dell'Iran fomentano infatti le proteste che hanno iniziato a infiammare il regno dall'inizio dell'anno" ha detto Belloshi che si è detto "preoccupato" per le continue ingerenze di Teheran nella politica del Regno. Il Bahrain non diventerà una Repubblica islamica ma vuole essere una società civile" ha spiegato l'ambasciatore ricordando che, secondo l'articolo 22 della Costituzione il Paese pratica la completa libertà di culto e tutela tutte le fedi. "Abbiamo intenzione di costruire una cattedrale - ha detto - che diventerà il punto di riferimento per i cristiani nel Golfo. Una specie di 'Notre Damè del Medioriente".