India, dei e denaro. Un Paese sospeso tra passato e futuro
Formula 1IL GP LIVE IN ESCLUSIVA SU SKY. Una società complessa, divisa tra le tradizioni che hanno radici nell'induismo, nel buddismo, nel giainismo e nel sikhismo e il moderno culto per il business che ne ha accelerato il processo di crescita
di Lucio Rizzica
E' una società complessa quella indiana. Divisa com'è fra le tradizioni che hanno radici nell'induismo, nel buddismo, nel giainismo e nel sikhismo e il moderno culto per il denaro che ne ha accelerato il processo di crescita sullo scenario globale. Un Paese passato da un'economia essenzialmente agricola a una industriale, tecnologica, informatica. Nel quale sopravvivono una rigida suddivisione in caste, i matrimoni combinati, un diritto incerto, ancor più oscuro per le classi povere, le donne e i bambini.
Nazione culto per chi cerca la propria spiritualità tra spezie e sfumature. Caleidoscopio di immagini e immaginario: Gandhi e Khrishna, Ganesh dio dalla testa di elefante e le vacche inesorabilmente sacre, maestri yogi, maharishi, asceti e reincarnati. Un subcontinente dai tanti aspetti indipendenti e armonici, come le braccia della dea Kali. Che si specchia nella maestosità del Taj Mahal e nelle favole di Bollywood.
Tra colore e dolore, speranze e magìe. L'India è tutto e nulla, una grande bolla sospesa nella quale si confondono le danze e i linguaggi, i lottatori di Kalarippayattu e gli eroi del cricket. Un Paese bizzarro, che un po' ammalia e un po' respinge. Tra villaggi sudici e miserabili e ambizioni plutocratiche da alta società tanto agiata quanto pacchiana. Il tutto e il nulla. Assieme. Che si offre al sogno senza dare certezze. Nel pieno rispetto di quel proverbio indù secondo il quale "la vita è come un ponte. Va attraversata senza timori. Ma meglio non costruirci mai sopra una casa…".
E' una società complessa quella indiana. Divisa com'è fra le tradizioni che hanno radici nell'induismo, nel buddismo, nel giainismo e nel sikhismo e il moderno culto per il denaro che ne ha accelerato il processo di crescita sullo scenario globale. Un Paese passato da un'economia essenzialmente agricola a una industriale, tecnologica, informatica. Nel quale sopravvivono una rigida suddivisione in caste, i matrimoni combinati, un diritto incerto, ancor più oscuro per le classi povere, le donne e i bambini.
Nazione culto per chi cerca la propria spiritualità tra spezie e sfumature. Caleidoscopio di immagini e immaginario: Gandhi e Khrishna, Ganesh dio dalla testa di elefante e le vacche inesorabilmente sacre, maestri yogi, maharishi, asceti e reincarnati. Un subcontinente dai tanti aspetti indipendenti e armonici, come le braccia della dea Kali. Che si specchia nella maestosità del Taj Mahal e nelle favole di Bollywood.
Tra colore e dolore, speranze e magìe. L'India è tutto e nulla, una grande bolla sospesa nella quale si confondono le danze e i linguaggi, i lottatori di Kalarippayattu e gli eroi del cricket. Un Paese bizzarro, che un po' ammalia e un po' respinge. Tra villaggi sudici e miserabili e ambizioni plutocratiche da alta società tanto agiata quanto pacchiana. Il tutto e il nulla. Assieme. Che si offre al sogno senza dare certezze. Nel pieno rispetto di quel proverbio indù secondo il quale "la vita è come un ponte. Va attraversata senza timori. Ma meglio non costruirci mai sopra una casa…".