Abu Dhabi 2010: Vettel, Alonso e quel tappo fatale di Petrov
Formula 1LIVE IN ESCLUSIVA SU SKY. Era il novembre di 3 anni fa quando il tedesco conquistava a sorpresa il primo titolo strappandolo nell'ultima corsa al ferrarista. Il protagonista inatteso? Il pilota russo, che tolse punti decisivi allo spagnolo
di Claudio Barbieri
Attualmente Vitaly Petrov è un disoccupato di lusso. Dopo aver terminato la scorsa stagione alla Caterham, il russo ha perso il volante e ora è a caccia di una monoposto per il 2014. Nel frattempo è il consulente e uomo immagine del Gp di Sochi, in programma dal prossimo anno. Petrov deve la sua notorietà alle tre stagioni passate nel circus, di cui due alla Renault. Nel 2010, il rookie di Vyborg ottenne buoni piazzamenti, chiudendo il Mondiale con 27 punti. Tra questi, ci sono quelli conquistati ad Abu Dhabi, che costarono, di fatto, il titolo a Fernando Alonso. E che lanciarono Sebastian Vettel verso la leggenda, suggellata domenica scorsa in India con il poker iridato.
Partenza sotto controllo - A Yas Marina, dove domenica si correrà il terz'ultimo appuntamento del Mondiale, Alonso si era presentato con un bottino abbastanza rassicurante: 8 punti di margine su Webber, 15 su Vettel. Nelle qualifiche, il copione fu sempre lo stesso, con la Red Bull del tedesco davanti a tutti (15 pole in quella stagione per il team austriaco) e lo spagnolo 3° ma sotto controllo.
Alla partenza il ferrarista perse una posizione in favore di Button, riuscendo però a tenere dietro Webber, con Vettel solo al comando. Dopo l'uscita della safety-car per un incidente tra Schumi e Liuzzi, cominciarono le soste ai box. E fu qui che la Ferrari si giocò il Mondiale.
Il tappo russo - Alonso venne richiamato al 15° giro, in anticipo rispetto a quanto concordato, per marcare a 'uomo' Webber. Rientrando in pista, lo spagnolo si trovò bloccato dietro a Vitaly Petrov, che con la Renault lo costrinse a rimanere a centro gruppo. Vettel nel frattempo fece il vuoto sulle due McLaren e si involò verso la vittoria del titolo, con Alonso che chiuse 7°, a soli 4'' dal 5° posto di Kubica che avrebbe significato trionfo. In mezzo, tra il polacco e il ferrarista, c'era Petrov, involontario primo artefice della futura saga di Sebastian Vettel.
Attualmente Vitaly Petrov è un disoccupato di lusso. Dopo aver terminato la scorsa stagione alla Caterham, il russo ha perso il volante e ora è a caccia di una monoposto per il 2014. Nel frattempo è il consulente e uomo immagine del Gp di Sochi, in programma dal prossimo anno. Petrov deve la sua notorietà alle tre stagioni passate nel circus, di cui due alla Renault. Nel 2010, il rookie di Vyborg ottenne buoni piazzamenti, chiudendo il Mondiale con 27 punti. Tra questi, ci sono quelli conquistati ad Abu Dhabi, che costarono, di fatto, il titolo a Fernando Alonso. E che lanciarono Sebastian Vettel verso la leggenda, suggellata domenica scorsa in India con il poker iridato.
Partenza sotto controllo - A Yas Marina, dove domenica si correrà il terz'ultimo appuntamento del Mondiale, Alonso si era presentato con un bottino abbastanza rassicurante: 8 punti di margine su Webber, 15 su Vettel. Nelle qualifiche, il copione fu sempre lo stesso, con la Red Bull del tedesco davanti a tutti (15 pole in quella stagione per il team austriaco) e lo spagnolo 3° ma sotto controllo.
Alla partenza il ferrarista perse una posizione in favore di Button, riuscendo però a tenere dietro Webber, con Vettel solo al comando. Dopo l'uscita della safety-car per un incidente tra Schumi e Liuzzi, cominciarono le soste ai box. E fu qui che la Ferrari si giocò il Mondiale.
Il tappo russo - Alonso venne richiamato al 15° giro, in anticipo rispetto a quanto concordato, per marcare a 'uomo' Webber. Rientrando in pista, lo spagnolo si trovò bloccato dietro a Vitaly Petrov, che con la Renault lo costrinse a rimanere a centro gruppo. Vettel nel frattempo fece il vuoto sulle due McLaren e si involò verso la vittoria del titolo, con Alonso che chiuse 7°, a soli 4'' dal 5° posto di Kubica che avrebbe significato trionfo. In mezzo, tra il polacco e il ferrarista, c'era Petrov, involontario primo artefice della futura saga di Sebastian Vettel.