Brasile: dal Carnevale al samba, da Pelé a Senna

Formula 1

Domenica si corre nel circuito di un Paese che, dopo il leggendario Ayrton, ha rischiato di non avere più piloti in F1. Rimane Massa, che correrà l’ultima gara in Ferrari sulla pista che per pochi secondi gli diede l’illusione di essere campione

L’associazione di idee è un processo psichico per cui un’immagine o un pensiero richiamano alla mente delle analogie. Quanto basta per tenere il cervello giovane e allenato. Dici Brasile e pensi carnevale. Dici carnevale e pensi samba. Dici samba e pensi religione. Dici religione e pensi Cristo Redentor. E siccome sei in Brasile, se dici Dio pensi a Pelé. O Senna. Dipende se sei malato di calcio o appassionato di motori.

Raramente dici motori e pensi Massa. Accade più di frequente di questi tempi, anni di carestia agonistica nei quali disperatamente il Brasile cerca un erede di colui il quale fece sognare e poi piangere un Paese intero. Così come era accaduto per il calcio, quando un titolo mondiale fu gettato alle ortiche in casa e il Brasile si riscoprì povero e disperato, come i bambini delle favelas. Abbandonato dal cielo e dalla sua misericordia. Un nuovo Pelè non è nato, al massimo è nato un Neymar.

Un nuovo Senna non c’è, anzi il Brasile ha persino rischiato di non avere più piloti in Formula Uno. Aggrappato a quel Massa che correrà in casa l’ultima gara al volante di una Ferrari, sulla pista che per pochi secondi gli ha dato una volta l’illusione di essere campione. Prima di trasferirsi alla Williams, l’ultima scuderia di Ayrton prima della tragedia.
Non corsi e ricorsi storici, ma riannodare il filo di una storia. E ripartire con le associazioni di idee. Dire Senna e pensare Williams, dire Williams e pensare Massa, dire Massa e pensare sogno, dire sogno e pensare gioia, dire gioia e pensare Brasile…