Ferrari, si cambia: ora comincia l'era Marchionne
Formula 1Il presidente entrante farà il suo insediamento a distanza e made in Usa, impegnato prima a celebrare i 60 anni della Ferrari negli States e poi a suonare la campanella di chisura delle contrattazioni a Wall Steet. Resta il nodo da sciogliere su Alonso
Il suo saluto il presidente uscente l'aveva già dato all'inizio del weekend di Sochi: un tweet col quale Luca Cordero di Montezemolo si congedava dall'aziena "più bella al mondo, fatta di persone eccezionali". Una manciata di parole per condensare 23 anni di lavoro, che hanno fruttato - parlando della sola Scuderia di Formula 1 - 137 vittorie, 8 titoli piloti, 11 titoli costruttori. Ma l'avventura con il Cavallino era iniziata ben prima di quel 1991 che lo aveva messo al vertice ed era inziata dal basso, negli anni 70, in un epoca in cui era possibile toccare quasi con mano ogni aspetto del lavoro che porta a mettere su pista una monoposto vincente.
Il presidente entrante, invece, il suo insediamento lo farà a distanza e made in Usa, impegnato prima a celebrare i 60 anni della Ferrari negli States, con tanto di parata a Beverly Hills, Los Anegles, e poi a suonare la campanella di chisura delle contrattazioni a Wall Steet, New York, nel primo giorno di quotazione in borsa della nuova società nata dalla fusione di Fiat e Chrysler. "Lavoreremo silenziosamente", aveva già detto Segio Marchionne settimane fa, e i primi due punti all'ordine del giorno sono ben noti: vincere le reistenze della Mercedes per rimettere mano al regolamento sui motori e sbrogliare il garbuglio del mercato piloti, nel quale sembra rimasto intrappolato Ferando Alonso.
Lo spagnolo probabilmente ha già in tasca la McLaren, sicuramente sognava la Mercedes e forse adesso rimpiange di aver tirato troppo la corda con la Ferrari.
Il presidente entrante, invece, il suo insediamento lo farà a distanza e made in Usa, impegnato prima a celebrare i 60 anni della Ferrari negli States, con tanto di parata a Beverly Hills, Los Anegles, e poi a suonare la campanella di chisura delle contrattazioni a Wall Steet, New York, nel primo giorno di quotazione in borsa della nuova società nata dalla fusione di Fiat e Chrysler. "Lavoreremo silenziosamente", aveva già detto Segio Marchionne settimane fa, e i primi due punti all'ordine del giorno sono ben noti: vincere le reistenze della Mercedes per rimettere mano al regolamento sui motori e sbrogliare il garbuglio del mercato piloti, nel quale sembra rimasto intrappolato Ferando Alonso.
Lo spagnolo probabilmente ha già in tasca la McLaren, sicuramente sognava la Mercedes e forse adesso rimpiange di aver tirato troppo la corda con la Ferrari.