IL CASO. Sanzione di 10" per il pilota del team tedesco dovuta alla comunicazione radio giunta a Silverstone sul finire di gara in merito ai problemi al cambio della macchina. Non sarebbe appellabile, ma la casa tedesca ha comunque presentato intenzione di appello
di Carlo Vanzini
Per i commissari di gara, Mercedes e Rosberg, hanno violato l'articolo 27.1 del regolamento sportivo che recita: il pilota deve guidare da solo e senza aiuti. Via radio la Mercedes e le altre squadre possono segnalare un problema, ma non possono comunicare come risolverlo, salvo entrare nella zona grigia, del codice sportivo, legata alla sicurezza. Dicendo a Rosberg cosa fare: "Non usare la settima marcia", Mercedes ha violato l'articolo 27.1. Da qui la penalità 37.3b dei 10" che, non essendo applicabile in gara, poichè decisa dopo, va, da regolamento aggiunta alla classifica che diventa, così, ufficiale.
Penalità e appello - Questo non vuol dire che ad ogni team radio sarà applicata questa penalità, perché sarà a discrezione dei commissari, in base al numero di giri che mancano, all'entità del problema e a una valutazione dell'eventuale tempo perso in pista (vedi Hamilton a Baku), se non viene indicato come risolvere il problema. La penalità 37.3b, come le altre penalità in tempo, che siano inflitte durante o dopo la gara, non sono appellabili, in base al regolamento 17.2a. La Mercedes ha comunque presentato intenzione di appello, da formulare entro un'ora dalla fine della gara, per potersi poi organizzare in 96 ore e decidere un'effettiva richiesta d'appello. Perché lo fa Mercedes se questa decisione non è appellabile? Per creare un precedente, affidandosi a un avvocato (Paul Harris, già noto per il testgate 2013 della Mercedes) e fare in modo che la Federazione, alla luce di nuovi elementi, riveda le regole di ingaggio nelle nuove stesure di regolamento sportivo. La penalità resta, salvo un colpo di spugna che renderebbe, da qui in avanti, tutto molto discutibile.