L'EDITORIALE. I conflitti territoriali e locali rischiano di rendere più spinoso il cammino verso la riassegnazione del GP d'Italia. Non toccate il volante di chi guida
Il Gran Premio d’Italia è un bene comune. E’ una spesa enorme, certo, ma al di là del nostro orgoglio, della nostra storia e del nostro divertimento di appassionati, sarebbe miope non considerare che è soprattutto una grande occasione di lavoro e di indotto per enormi comunità locali. Ottenerne la riassegnazione dal 2017, trattando con un interlocutore dalle pretese importanti come Ecclestone, ha imposto fino a qui uno sforzo unitario per il reperimento dei fondi da cui i conflitti minori dovrebbero stare lontani.
Uno sforzo che non può prescindere da un impegno nazionale vero e proprio. Che infatti è in atto, condotto dal governo in maniera esplicita ma spesso anche silenziosa. E’ uno sforzo necessario che l’Italia fa per indirizzare stanziamenti e accordi nella maniera più fluida e razionale possibile. Ma che invece si deve confrontare spesso con logiche più territoriali, spinose e ruvide che rischiano di rallentare il processo.
Mentre emerge che, dopo più di un anno di trattative, Aci Italia ha stabilito come erogare gli stanziamenti, Ivan Capelli per l’Automobil Club Milano conferma e annuncia l’offerta pronta. Allo stesso tempo il presidente del Coni Malagò indica Monza come unica soluzione fattibile. In questo discorso si inserisce il ricorso di Formula Imola al Tar del Lazio. La struttura emiliana rivendica una pari opportunità con Monza fino ad ora non prevista dalla Legge di stabilità e si appella ad un accordo sottoscritto con Ecclestone. Ecclestone, che quell’accordo l’ha sottoscritto, sa il fatto suo e sa quanto può essere dirompente e di stimolo far sapere che è pronto a cambiare idea. Mai come ora servirebbe, per dirla con la Formula Uno, che chi sta guidando fosse lasciato realmente in condizione di guidare. Perché la grande battaglia per continuare ad avere in Italia ciò che nella storia ci siamo meritati non debba essere compromessa da scaramucce locali senza proporzioni adeguate all’importanza dell’obiettivo. Dai, via i contrasti e le alzate di cresta! Il Gp d’Italia è di tutti e merita lo sforzo di tutti.