Chi era il pilota che mezzo secolo fa, sul circuito di casa, mise nell'Albo d'Oro del Gp brianzolo il marchio del made in Italy. "Figlio di papà", volle dimostrare al mondo che in F1 nessuno gli stava davanti...
Sono passati cinquant'anni dal quel 4 settembre '66, l'ultima vittoria in Formula1 di un Italiano. Lodovico Scarfiotti, per tutti "Lulu'" ha 33 anni, con Lorenzo Bandini e Giancarlo Baghetti fa parte dell'ultima generazione di piloti italiani che ruotano attorno a Maranello. È di famiglia benestante, con il nonno tra i padri fondatori della Fiat e primo presidente della stessa. Non sorprende quindi la vicinanza con la famiglia Agnelli, con la quale esiste anche un legame di parentela.
Il ragazzo, nato a Torino ma marchigiano d'adozione, in macchina ci sa andare e anche molto forte. Con le ruote coperte, poche storie, è un asso e le vittorie in carriera vanno dalla 24h di Le Mans alla 12h di Sebring, dalla 1000 km del Nurburgring (corse nel l'inferno verde della Nordschleife) ai due prestigiosi campionati europei della montagna conquistati sempre al volante di una macchina di Maranello. In Formula1, seppur da ufficiale Ferrari, le apparizioni sono ridotte, quasi che il Grande Vecchio abbia una certa ritrosia nel mettere Scarfiotti al volante, il che lascia spazio ad una serie di illazioni, tra cui le pressioni giunte da Torino affinché si cerchi di preservare il ragazzo. Nella Formula1 di quegli anni del resto la morte è una terribile compagna di viaggio.
La voglia di emergere in F1 di Lodovico Scarfiotti è almeno pari alla sua voglia di dimostrare di non essere solo un ricco privilegiato "figlio di papà". Vuol mettersi tutti dietro perché per lui la Formula1 è il massimo. Non c'è Le Mans, Daytona o Targa Florio che tenga, bisogna vincere con le monoposto per essere veramente al top. La ricompensa ai suoi sforzi arriva quel pomeriggio del '66 quando stretto nell'abitacolo della sua Ferrari 312 F1, protetto da un telaio in tubi pannellati con fogli alluminio e con alle spalle il classico V12 tremila, trionfa a Monza da italiano sulla pista di casa al volante di una Rossa, dopo Farina nel '50 con l'Alfa e Ascari nel '51/'52.
La vittoria sulla pista brianzola avrebbe dovuto spalancare le porte della Formula1 al torinese. Enzo Ferrari però la pensa diversamente e la rottura tra i due è quindi inevitabile. Nel 1968, a 35 anni, Lulu firma per diventare pilota ufficiale Porsche, lasciandosi alle spalle con gran rammarico solo 10 partenze nella massima serie. L'ultimo italiano vincente a Monza terminerà la sua corsa pochi mesi dopo in Germania al volante di una 910 di Stoccarda durante le prove di una corsa del campionato europeo della montagna.