IL PUNTO. Anche a Sepang a Vettel va storta. Da subito. Il confine tra pilota fenomeno e pilota da sanzionare sta in due metri di staccata. Intanto la fortuna una volta alleata di Seb va tutta a Rosberg. Ma i mondiali si vincono anche così
Ci sono immagini che restano significative nei mondiali di F1. Ce n'è una del 2012, quando in Brasile Vettel, pur prendendo botte a destra a sinistra, riuscì in modo rocambolesco a chiudere la gara sesto e a vincere il Mondiale. Per diventare campioni servono forza e determinazione, soprattutto quando il tuo avversario ha più talento. Ma serve anche la fortuna. Tanta.
Chissà che l'immagine di Rosberg preso dentro da Vettel al via, non si riveli quella più significativa a fine 2016. Rosberg ha avuto una dose illimitata di fortuna: non ha danneggiato la macchina, nessuno l'ha centrato da dietro e il suo compagno di squadra è finito con il motore arrosto. Nella sua rimonta Nico ha investito anche grandi quantità di aggressività e coraggio, come dimostra il sorpasso a Raikkonen
Sta di fatto che dal rischio di incassare un sorpasso durissimo in classifica, si ritrova invece ancora più leader con 23 punti di vantaggio.
Non si può dire lo stesso per Vettel. A lui proprio non gira, anche se nel suo bilancio globale sarebbe da matti legare tutto alla sorte. La verità è che quest'anno spesso è andato oltre il limite per cercare di stare li a giocarsela; limite superato anche in Malesia, da pagare con una penalizzazione di 3 posizioni in griglia da scontare in Giappone. Una doccia fredda mentre era già immerso in acque gelide.
Quinto nel Mondiale, a 51 punti da Ricciardo terzo. Chi l'avrebbe mai detto a inizio stagione? Lui no di certo. Ma non solo, Vettel è anche quinto a 7 punti da Raikkonen, il che era difficile da prevedere considerando che il finlandese arrivava da tre stagioni (due con Alonso e una con Vettel) non certo all'altezza del compagno di squadra.
Non c'è un vero caso Vettel, o almeno non ancora. Le corse vanno come le stagioni; ti sembrano perfette all’inizio corse e poi crollano sciogliendosi in laghi di frustrazione. Vettel sa bene che il lavoro da fare è enorme, anche guardando anche al futuro; Raikkonen ha chiuso la gara a quasi 30" non da una Mercedes ma dalle RedBull. E’ troppo!
Più che la vittoria o il podio da qui alla fine la Ferrari deve inseguire se stessa. Ci sono cinque gare per capire tutto quello che non va ed eliminarlo come se fossero cinque sessioni di test perché il 2017, in un mondo che viaggia veloce come quello della F1 è già qui.