Rosberg come Prost, tutti gli addii da campione

Formula 1

Carlo Vanzini

Nico Rosberg sul podio di Abu Dhabi 2016 (foto: Sutton Images)
SUT_Abu_Dhabi_Gran_1454555

E’ davvero raro che uno sportivo si sia ritirato all'apice della sua carriera. Con Carlo Vanzini ripercorriamo una serie di episodi, che hanno choccato i tifosi ma non solo

Sono tre i campioni del mondo di F1 che hanno lasciato a fine stagione. Il più recente Prost. Arrivato al suo quarto titolo, alla guida dell’imbattibile Williams, il francese lascia al termine della stagione 1993, quando era evidente che avrebbe potuto vincere ancora, ma il suo addio era già previsto, dopo peraltro un anno sabbatico già scontato, 1992, obbligato dal divorzio anticipato con Ferrari. Toccata e fuga, per dimostrare di essere il migliore e ciao a tutti.

Nel 1992 a guidare la Williams c’era Mansell, campione del mondo, quell’anno, dopo 176 gran premi, in carriera. Un record, battuto da Nico Rosberg che per vincere il suo di titolo ha impiegato 206 corse. Mansell è poi tornato, richiamato dalla Williams, dopo la scomparsa di Ayrton Senna. Disputò sei gare, vincendone una.

Anche l’addio di Jackie Stewart, campione del mondo 1969, 1971, 1973, era già annunciato a fine '73. La scomparsa del compagno di squadra, nonché amico e protetto, Francois Cevert, portò Stewart a rinunciare anche alla sua ultima gara, sarebbe stata la numero 100, e a chiudere così la carriera da campione del mondo.

L'addio di Biaggi - Pochi anni fa, a far discutere fu l’addio alle corse di Max Biaggi, da fresco campione del mondo di Superbike. Ne aveva da dare ancora, scelse la vita privata, per un po’ almeno per poi pensare a un ritorno, perché in fondo la nostalgia viene a tutti.

Da Tomba a Sampras - Nello sport più in generale, di addii così scioccanti è difficile trovarne. Vincenti capaci di dire basta ce ne sono stati, come Alberto Tomba che nel 1998 a Crans Montana, dopo aver conquistato la vittoria n. 50, annuncia la sua decisione. Sampras, nel tennis, dopo aver vinto per la quinta volta gli Us Open, non annuncia, ma si ferma. Non impugnerà più la racchetta, per poi tornare agli Us Open, l’anno successivo, non per giocare, ma solo ed esclusivamente per salutare il suo pubblico.

Cantona, Mennea e Rocky Marciano - Nel calcio restarono folgorati i tifosi del Manchester United, quando il loro idolo, alla conquista del quarto titolo in Premier League, Eric Cantona, a soli 30 anni, annunciò l’addio al calcio. Una decisione presa dopo l’eliminazione in semifinale di Champions, ma che lasciò i suoi tifosi nello sconforto totale, visto che Cantona era nel pieno della sua maturità calcistica. Pietro Mennea, si ritirò dopo l’oro olimpico del 1980, per dedicarsi più allo studio, ma passò poco tempo per rivederlo nuovamente in azione. Rocky Marciano, per sette anni campione del mondo dei pesi massimi della Boxe, annunciò il 27 aprile del 1956 il suo addio, da imbattuto, quando avrebbe potuto vincere ancora, scelse la famiglia e a differenza di molti colleghi, nel tempo, non tornò mai sul ring. E’ stato l’unico campione, nella storia della boxe, a ritirarsi da campione imbattuto. E forse questo avrà pensato Rosberg: lasciare da campione sapendo forse che un bis non ci sarebbe stato, ma resterà, come Prost e Stewart, e se vogliamo anche Mansell, un campione del mondo, imbattuto!