Meno di 50 giorni al via del primo Gran Premio. A che punto sono le scuderie di Formula 1? Dopo Mercedes e Ferrari, vediamo come stanno tutte le altre: a cominciare dalla Red Bull
RED BULL TAG HEUER
Ha rimesso le ali - Le monoposto di F1 sono aerei con le ali rovesciate: più si allarga la superficie di sviluppo, più si esaltano le doti del mago dei flussi, Adrian Newey. Il 30-40% di carico aerodinamico in più, delle nuove macchine, sono un invito a nozze per il genio che si è subito infilato l’abito della festa. Secondo alcune indiscrezione, la RB13, sulla carta ha valori di simulazioni migliori di Mercedes, da un punto di vista aerodinamico. Se lo step Renault sarà esponenziale, Ricciardo e Verstappen avranno tra le mani due missili in grado di lottare per il mondiale.
Piloti - Non c’è dubbio che, Rosberg a parte, Verstappen abbia rappresentato la più bella sorpresa della stagione. Ogni sua gara è adesso attesa con un bell’interrogativo: cosa combinerà, nel bene o nel male Super Max? Ci sono ovviamente tante attesa e curiosità, anche per vedere come Ricciardo reagirà alla forza, non solo di guida, ma anche mediatica, del suo compagno di squadra. E’ una coppia, a parità di macchina, potenzialmente a livello per lottare per il titolo, ma soprattutto una coppia spettacolare nel modo di guidare e affrontare i corpo a corpo, in tal senso la più forte e, in prospettiva, la più longeva.
GLI ALTRI
Attenzione al Toro italiano, McLaren l’incognita - Con il ritorno a una power unit Renault non datata, la Toro Rosso ha corso nel 2016 con il motore Ferrari 2015, e con le indubbie capacità di James Key di realizzare macchine super efficienti, il team italiano potrebbe essere la sorpresa della stagione, soprattutto all’inizio, poi pagherà per forza di cose il limite di sviluppo più economico che tecnico. I piloti sono motivati al massimo, Sainz per trovare un futuro diverso, Kvyat per continuare ad avere un futuro in F1 e dietro c’è Gasly che spinge per soffiargli il posto. Tra i piloti il più caldo è sicuramente Alonso, al suo ultimo anno in McLaren e al momento in F1. Il due volte campione del mondo sa che può anche lavorare per avere una Mercedes nel 2018, ma intanto spera che il livello di competitività della sua MCL 32 (dovrebbe sparire la storica sigla MP4 legata a Ron Dennis), possa consentirgli di togliersi qualche soddisfazione da podio. Pensare alla vittoria, al momento, è pura utopia.
Tutto da seguire il debutto di Vandoorne. Il campione GP2 2015 ha già corso un’unica gara in F1, in Bahrain, per sostituire Alonso ed è andato a punti. Non ha nulla da invidiare a Verstappen in quanto a qualità, è uno dei gioielli della new age. Attenzione sempre alta anche su Force India, il più grande mistero della F1. Ha il capo che non può muoversi dall’Inghilterra per crack finanziario, ha poche risorse, eppure l’aria di Silverstone, dove ha la sede, deve fare bene perché riescono sempre a sorprendere. Perez una garanzia ormai, Ocon un talento tutto da scoprire.
Renault sembra in grande difficoltà nonostante un progetto su quale lavorano da due stagioni, manca molto carico aerodinamico. La nuova avventura di Hulkenberg può essere molto in salita, speriamo di no perché il campione di Le Mans 2015 merita una grande chance con Palmer che è alla prova nel 9, c’è o ci fa? Cercasi carico disperatamente anche in Williams. L’arrivo di Paddy Lowe dovrebbe portare nuova struttura e nuove idee. I soldi non dovrebbero mancare perché papà Stroll farà di tutto affinché il team con il quale il figlio Lance Stroll debutta in f1 abbia tutto per tornare ai tempi che furono (ultimo mondiale 1997 con Jacques Villeneuve). Massa, già pensionato, ritorna. Dovrà fare un po’ da chioccia al baby canadese, ma di certo, se ne avrà occasione, farà di tutto per stare davanti, ma per ora, sulla carta, è da quinta sesta forza del campionato. Si attende di capire l’identità di Haas che quest’anno non ha potuto usufruire del lungo periodo di sviluppo free e si trova con Dallara a rifare il progetto. Ne parlano un gran bene, obiettivo stare nei punti con Grosjean, già ottimo la passata stagione, ma lontano, suo malgrado, dal rendimento da podio del periodo Lotus, e Magnussen, all’ultima chiamata in F1. Di certo una coppia esperta. Chiude il gruppo Sauber. Motore Ferrari 2016 e ambizioni di diventare team Honda nel 2018. Un anno di transito con due piloti dalle diverse ambizioni. Da una parte Ericcson che si è conquistato la riconferma grazie ai buoni risultati vs Nasr del 2016, ma anche grazie ai finanziatori, dall’altra Wehrlein, altro baby fenomeno, ma che si avvicina all’inizio della stagione, pagando lo scotto di una bambinata. Il ribaltamento alla ROC potrebbe portarlo a saltare i test per problemi fisici. Al suo posto sempre caldo e pronto Giovinazzi, ma per ora questi sono solo rumours…
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