Test F1: duello Mercedes-Ferrari, Vettel sorride

Formula 1

Mara Sangiorgio

Nella terza giornata di prove a Barcellona il record del Montmelò di Webber del 2010 è già un ricordo: Bottas lo frantuma con il suo 1.19.705 con le ultrasoft. Seb però è lì, a 247 millesimi con le soft. La Ferrari ha già dimostrato una buona affidabilità e un potenziale interessante

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Vorrebbe avere la sfera di cristallo Sebastian Vettel. Per capire tra quattro settimane – in Australia – a che punto sarà la sua Ferrari. Ma sa anche che la cosa giusta è rimanere concentrati su sé stessi. Non guardare troppo ai tempi e al lavoro degli altri ma pensare a sviluppare una monoposto che sembra avere potenziale. Grazie al cambio regolamentare ovviamente. Ma grazie anche alle sensazioni che il tedesco ha raccolto nella sua prima sessione di test. Due giorni, 267 giri e due secondi tempi.

Affidabilità e tempi - L’affidabilità, come ha detto il tedesco, è una buona base di partenza poi adesso c’è ancora tantissimo lavoro da fare. La linea, in Ferrari, rimane quella del basso profilo. Ma anche il cronometro parla. L’1.19 e 9 di Sebastian Vettel con le gomme soft è stato più lento di soli due decimi di secondo dal super tempo di Bottas con le morbissime ultrasoft. Il record in qualifica di Webber del 2010 è già un ricordo e queste monoposto non faranno altro che migliorare prima di tornare a correre qui a maggio. I team comunque si studiano, anche se da lontano. E fanno lavori diversi.

Simulazione gara per Hamilton - La Mercedes che con il finlandese ha provato a cercare il tempo, con Lewis Hamilton nel pomeriggio ha fatto un’altra simulazione gara. E il tre volte campione del mondo non si è certo risparmiato, mediamente sempre più veloce, giro dopo giro, del suo nuovo compagno Bottas che l’aveva già provata il giorno prima. A guardare tutto questo con occhi interessati ma senza rimpianti c’era anche il campione del mondo in carica. Quasi un turista: rilassato e senza pressioni. Con l’iphone in mano pronto a immortalare i nuovi mostri in pista. Mostri e gladiatori. Li ha chiamati così Rosberg. E forse ci vorrebbe davvero la sfera di cristallo per capire se non ora ma tra un po’ anche Nico avrà nostalgia di quella che per lui oramai è davvero storia.